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Xi e Duterte si incontrano a Manila: «l’arcobaleno dopo la pioggia»?

In 3 sorsi – Si è tenuta a Manila dal 20 al 22 novembre la prima visita di Stato del presidente cinese Xi Jinping nelle Filippine. L’entusiasmo con cui è stato accolto dal presidente Duterte sembra confermare la fine dell’influenza statunitense sull’arcipelago e l’inizio di una nuova alleanza con la Cina, ridefinendo gli assetti geopolitici del Sud-est asiatico.

1. UN RAPPORTO NON SEMPRE FELICE

Il viaggio di Xi nell’Asia-Pacifico è terminato a Manila con la prima visita in 13 anni di un Presidente cinese nelle Filippine, dove è stato accolto dal presidente Rodrigo Duterte. Il recente insuccesso del vertice APEC in Papua Nuova Guinea, conclusosi senza una dichiarazione congiunta a causa dei dissapori tra Stati Uniti e Cina, aveva lanciato un’ombra sulla riuscita dell’incontro. Tuttavia la visita si è svolta amichevolmente, al punto da essere ribattezzata dalla stampa internazionale «l’arcobaleno dopo la pioggia». Entrambi i Presidenti hanno dichiarato la volontà di rinsaldare il rapporto per contribuire alla stabilità e alla prosperità della regione, aprendo così una nuova pagina nelle relazioni bilaterali tra i due Paesi, da tempo compromesse a causa della disputa territoriale nel Mar Cinese Meridionale. Il predecessore di Duterte, Benigno Aquino III, aveva portato il contenzioso di fronte alla Corte Permanente di Arbitrato dell’Aia, la quale aveva sancito l’internazionalità dell’area marina demarcata all’interno della Linea dei Nove Tratti, rivendicata dalla Cina. Una sentenza che è stata deliberatamente ignorata dalla Repubblica popolare, causando tensioni con il Governo filippino. A partire però dall’elezione di Duterte nel 2016, Manila si è impegnata a ricostruire i rapporti con il vicino firmando una serie di accordi per il finanziamento di infrastrutture nell’arcipelago.

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Fig. 1 – Stretta di mano tra Xi Jinping e Rodrigo Duterte durante il loro incontro a Manila, 20 novembre 2018

2. UN’AMICIZIA INTERESSATA

Il successo dell’incontro è da spiegarsi in una convergenza di interessi tra i due attori. Se da un lato Duterte ambisce ad allontanarsi dagli Stati Uniti, suo storico alleato, cercando al contempo possibilità commerciali e finanziamenti per l’ammodernamento del Paese, dall’altro lato è risaputo come Xi ambisca a migliorare i rapporti con i membri dell’ASEAN per consolidare la propria influenza regionale e arginare la posizione degli USA tramite un piano di ingenti investimenti e prestiti per la costruzione di infrastrutture nel Sud-est asiatico nell’ambito dell’iniziativa BRI. Per Duterte la Cina rappresenta quindi un partner commerciale fondamentale per lo sviluppo, mentre Pechino è già al lavoro per stimolare gli investimenti nazionali nelle Filippine al fine di mitigare le tensioni e migliorare i rapporti, allontanando il Paese dall’orbita di Washington. L’alleanza tra le due nazioni sembra quindi un risvolto naturale.

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Fig. 2 – Protesta davanti all’ufficio consolare cinese di Manila durante la visita di Xi Jinping

3. UN’OPINIONE PUBBLICA DISCORDE

Il risultato più significativo del vertice è senza dubbio l’accordo di cooperazione in materia di petrolio e gas con il quale i due Paesi si impegnano a portare avanti un’esplorazione congiunta nel Mar Cinese Meridionale, creando un modello di collaborazione e gestione pacifica dei propri contenziosi locali. Tale accordo rappresenta un importante successo politico-economico per Pechino, ma potrebbe essere di breve durata. La retorica conciliante di Duterte non sembra infatti rappresentare il pensiero dell’opinione pubblica e di parte dello stesso Governo filippino, perplesso circa l’effettività dei benefici di un riavvicinamento alla Repubblica popolare e preoccupato per il potenziale rischio di una “trappola del debito” cinese. Inoltre molti degli accordi siglati con la Cina a partire dal 2016 non sono stati mantenuti, mettendo in dubbio la veridicità delle promesse di Pechino. Non mancano poi forti sentimenti popolari anti-cinesi sfociati spesso in accese proteste di piazza. Il timore è che le opportunità economiche offerte da Pechino siano la merce di scambio per la sovranità sulle acque contese e che le Filippine assecondino tali pretese per via della forza economica cinese, alla quale non possono rinunciare.

Claudia Adele Lodetti

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Classe 1993. Milanese di nascita ma cittadina del mondo, dopo una laurea triennale in Lingue per le Relazioni Internazionali (indirizzo cinese) presso l’Università Cattolica di Milano e un master in Global Management for China, ho conseguito la magistrale in Relazioni Internazionali Comparate (Europa-Asia Orientale) presso la Ca’ Foscari di Venezia con una tesi sulla Belt and Road Initiative e la politica estera di Xi Jinping. Appassionata di geopolitica e di Oriente, vi parlo di Cina, la mia seconda casa, tra un sorso di caffè e una canzone di Bruce Springsteen. Nel tempo libero amo leggere, fare yoga e organizzare il mio prossimo viaggio.

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