In 3 sorsi – Il Nuclear Summit di Bruxelles rappresenta un passo storico nella cooperazione internazionale seguendo le orme dell’impegno preso alla COP28 sul triplicare la produzione del nucleare entro il 2050. Ciononostante, la persistente opposizione nella società civile e il problema dei finanziamenti sono questioni irrisolte.
1. UN RISULTATO STORICO
Il 21 marzo 2024 si è tenuto a Bruxelles il Nuclear Summit, promosso dal Primo Ministro (PM) belga, Alexander de Croo, e dal segretario dell’AIEA, Rafael Mariano Grossi. Trentadue Paesi, di cui quattordici membri dell’UE, hanno preso parte al vertice. Oltre ai delegati nazionali, hanno partecipato anche la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, il suo vice, Charles Michel, e il Segretario dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, Fatih Birol. Inoltre, i partecipanti hanno firmato una Dichiarazione nella quale si impegnano a “lavorare per liberare totalmente il potenziale dell’energia nucleare” per raggiungere insieme la sicurezza energetica e climatica. Il vertice è un evento storico nell’ambito della cooperazione internazionale sull’energia nucleare. Questo incontro è il primo tenutosi dal 1953, anno in cui il Presidente statunitense Dwight Eisenhower ha tenuto il celebre discorso, “Atom for Peace”, alle Nazioni Unite in cui auspicò la cooperazione tra stati sull’uso del nucleare per fini pacifici.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Tutti i partecipanti del Nuclear Summit
2. IL RITORNO DEL NUCLEARE
Il nuovo slancio si inserisce in un contesto internazionale di crisi energetica e climatica. Come trattato in un articolo precedente, la COP28 ha spinto alcuni Paesi a cooperare in questo ambito anche grazie all’accordo sulla triplicazione della produzione dell’energia atomica entro il 2050. Il vertice rappresenta, quindi, un passo in avanti verso l’integrazione del nucleare come materia di cooperazione e risorsa essenziale per il contrasto al cambiamento climatico. Il PM belga afferma come il vertice sia un forte segnale politico poiché l’Europa riscopre la “natura geopolitica delle politiche energetiche” ovvero le implicazioni geopolitiche dell’autonomia energetica da attori esterni non dimenticando il tema della transizione ecologica. In altre parole, i Paesi europei saranno meno esposti ad attori come la Russia che sfruttano le proprie risorse energetiche come strumento di pressione diplomatica e, al contempo, centrare gli obiettivi climatici di Parigi.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Un atto di protesta da parte di Greenpeace durante il vertice
3. QUESTIONI IRRISOLTE
La cooperazione sull’energia atomica è segnata da sfide da affrontare. La presenza di movimenti anti-nucleare contrastano le iniziative dei Governi in materia. Infatti, nei giorni precedenti il summit, oltre seicento organizzazioni non governative hanno pubblicato una dichiarazione congiunta ammonendo i governi a non perdere tempo dietro alla “favola del nucleare” poiché le radiazioni emesse rendono troppo costoso il nucleare in termini di salute ed impatto ambientale. Inoltre, la questione dei finanziamenti al settore è un altro tema chiave. Von der Leyen e Grossi hanno riconosciuto che ci sia molto lavoro da fare in termini di sviluppo del mercato dell’energia atomica ricordando come il futuro dell’industria sia difficilmente garantito. Dal 1988 ad oggi, per esempio, la quota del nucleare, nella produzione di energia elettrica, è diminuita fino all’attuale 9% in relazione ad altre fonti energetiche come il fossile e il green. Comunque, il nucleare ha aperto nuovi scenari di cooperazione energetica e ripensato il settore delle energie rinnovabili.
Lorenzo Avesani
“Interview by Alfredo Garcia” by Dean Calma / IAEA is licensed under CC BY