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Il Ministro degli Esteri cinese in visita in Australia e Nuova Zelanda

In 3 sorsiDopo 7 anni di assenza, il Ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha fatto visita a metĂ  marzo agli omologhi neozelandese, Winston Peters, e australiana, Penny Wong. La Cina mira a consolidare la propria posizione non solo come leader positivo nella regione Asia-Pacifico, ma anche come partner economico chiave per l’Australia e la Nuova Zelanda.

1. LA CINA E L’ATTUALE SITUAZIONE GEOPOLITICA

Quali motivi hanno spinto il Governo cinese a voler incontrare Wong e Peters in questo momento storico? L’esigenza si inserisce in un contesto internazionale instabile, in cui Unione Europea, Giappone e Stati Uniti hanno manifestato la ferma volontà di ridurre la propria dipendenza commerciale e tecnologica dalla Cina.
Ricordiamo che Wang Yi, oltre a ricoprire la carica di Ministro degli Esteri, è membro dell’Ufficio politico del Partito Comunista cinese dal 2022

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Fig. 1 – Il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi incontra il Premier del New South Wales Chris Minns a Sydney, 21 marzo 2024

2. CINA E AUSTRALIA: LO STATO DELLE RELAZIONI DIPLOMATICHE

Nel dicembre 2023 il Congresso degli Stati Uniti ha autorizzato la vendita di tre SSN (sottomarini a propulsione nucleare) all’Australia, nell’ambito di quello che viene definito AUKUS, un patto di sicurezza trilaterale tra Londra, Canberra e Washington che preoccupa Pechino. Nell’ambito del rafforzamento della difesa, a febbraio 2024 il premier australiano Albanese ha annunciato un investimento di 6,5 miliardi di euro per potenziare la flotta della Marina (passando da 11 a 26 navi entro il 2035), rendendolo il più importante dalla fine della Seconda guerra mondiale.
Le relazioni tra Australia e Cina sono state anche influenzate dalla condanna a morte sospesa dell’accademico australiano Yang Hengjun, accusato di spionaggio. Yang è noto per il suo sostegno alla democrazia e si trova in carcere dal 2019.
In questo quadro già complesso, emblematica è stata la visita del Ministro degli Esteri cinese Wang Yi a Paul Keating, premier in carica dal 1991 al 1996, noto per essere in rotta con la linea dell’attuale Governo e per aver sempre speso parole di apertura verso la Cina (lo stesso Keating ha espresso molte criticità sulla decisione di acquistare i sottomarini a propulsione nucleare). Wang ha simbolicamente incontrato Keating prima degli esponenti di Governo, quasi a volerlo confermare come interlocutore privilegiato.
Le tensioni tra i due Paesi sono dovute anche all’imposizione di dazi cinesi sull’importazione di alcuni prodotti, in risposta a restrizioni sull’uso di Huawei nelle reti 5G australiane. L’Australia ha subito danni economici significativi, soprattutto nel settore vinicolo. L’incontro con Wang Yi ha portato alla revoca, annunciata il 28 marzo dalla Cina, dei dazi punitivi sul vino australiano. Molti analisti si sono chiesti cosa abbia offerto il Governo di Canberra in cambio. Le ipotesi piĂą probabili riguardano il rinnovo della concessione del porto di Darwin all’azienda cinese Landbridge (ottobre 2023), e la scelta dell’Australia di non applicare sanzioni alla Cina per le violazioni dei diritti umani, in contrapposizione con altri Paesi occidentali.

Senza dubbio a nessuno dei due Paesi conviene che si creino situazioni di instabilità nell’area Asia-Pacifico; la normalizzazione dei rapporti pare essere prioritaria.

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Fig. 2 – Wang Yi insieme al Primo Ministro neozelandese Christopher Luxon, 18 marzo 2024

3. CINA E NUOVA ZELANDA: UN’ALLEANZA SOTTOVALUTATA

La Cina si conferma come il partner commerciale principale della Nuova Zelanda per quanto riguarda i beni e il secondo per i servizi. La visita di Wang Yi cade proprio nel decimo anniversario dalla firma dell’accordo di partnership strategica tra i due Paesi. Wellington, da allora, ha raddoppiato le esportazioni verso Pechino. Nel 2008, inoltre, la Nuova Zelanda è stata il primo Paese sviluppato a stipulare un accordo di libero scambio con la Cina.
L’incontro si svolge in un momento in cui la Cina esprime preoccupazione per una possibile adesione della Nuova Zelanda ad AUKUS, il patto militare che comprende Australia, Regno Unito e Stati Uniti, visto come possibile fattore destabilizzante nelle dinamiche regionali. Va sottolineato che, sin dagli anni Ottanta, la Nuova Zelanda ha adottato una forte politica antinucleare, il che potrebbe limitare il suo coinvolgimento nell’alleanza, focalizzandosi solo sul Pillar II (riguardante guerra cibernetica, intelligenza artificiale e sviluppo di missili ipersonici a lungo raggio).
Infine, è opportuno ricordare che la Nuova Zelanda fa giĂ  parte dell’alleanza “Five Eyes” insieme alle agenzie di intelligence di Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Australia, ma è sempre stata criticata per la sua linea troppo morbida nei confronti della Cina – e di dare quindi prioritĂ  alle relazioni commerciali rispetto alla sicurezza. La visita di Wang Yi riflette la complessitĂ  delle dinamiche geopolitiche nella regione dell’Asia-Pacifico. La stabilitĂ  delle relazioni rimane cruciale per l’equilibrio e la prosperitĂ  nell’area.

Annachiara Maddaloni

Wang Yi, China’s Foreign Minister at the Supporting Syria conference” by DFID – UK Department for International Development is licensed under CC BY

Dove si trova

Perchè è importante

  • Dopo 7 anni di assenza, il Ministro degli Esteri cinese ha fatto visita ai suoi omologhi neozelandese e australiana.
  • La Cina mira a consolidare la sua posizione non solo come leader positivo nella regione Asia-Pacifico, ma anche come partner economico chiave per i due Paesi.
  • Mentre tra Cina e Australia ci sono tensioni su diversi fronti, i rapporti con la Nuova Zelanda sono piĂą distesi. Dopo queste visite è emerso, ancora una volta, come la normalizzazione dei rapporti pare essere prioritaria per tutte e tre le potenze.

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Annachiara Maddaloni
Annachiara Maddaloni

Appassionata di Asia, fin da piccola ho avuto il privilegio di partecipare a varie esperienze linguistiche e culturali nel Regno Unito e negli Stati Uniti. La curiositĂ  per i contesti multiculturali mi ha portata, a 15 anni, a vincere una borsa di studio per trascorrere un breve periodo in Cina. Durante il percorso universitario ho approfondito gli studi presso la Fu Ren Catholic University di Taipei e la Beijing International Studies University.

Dopo quattro anni in aziende multinazionali, dal 2020 collaboro con l’Istituto Confucio dell’Università Cattolica, dove coordino i progetti editoriali e scolastici legati alla promozione della lingua e cultura cinese in Lombardia.

Contestualmente, da qualche anno ho scoperto una grande passione per l’insegnamento delle lingue. Avere a che fare con le nuove generazioni stimola la mia crescita personale e professionale, oltre a spingermi ad approfondire ciò che succede nel mondo e a verificare con cura le fonti da cui provengono le informazioni.

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