In 3 sorsi – La visione dell’opinione pubblica sul conflitto a Gaza: come le divisioni generazionali e politiche influenzano le opinioni degli statunitensi e quale sfida rappresentano per l’Amministrazione Biden.
1. VARIAZIONI NELL’ATTEGGIAMENTO STATUNITENSE VERSO IL CONFLITTO ISRAELE-GAZA
Dall’inizio delle ostilità tra Israele e Gaza, la visione dell’opinione pubblica statunitense ha subìto un cambiamento. Secondo gli ultimi sondaggi pubblicati sul Washington Post, il supporto al conflitto è diminuito. Da un lato, gli statunitensi sono più inclini nell’affermare che simpatizzano maggiormente con il popolo israeliano rispetto a quello palestinese, dall’altro sono sempre più scettici sulle modalità con cui Israele sta conducendo le operazioni belliche. Ne sono la prova le proteste nate all’interno del campus della Columbia University a New York, nel quale i manifestanti hanno marciato al grido di “Palestina Libera”.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – La guerra a Gaza continua a scatenare tensioni nei campus universitari di New York
2. DIVERGENZE GENERAZIONALI E POLITICHE
Nell’ultimo sondaggio elaborato da Gallup, nel quale è stato chiesto a una parte degli statunitensi la loro opinione sul conflitto rispetto a novembre, la metà degli intervistati ha affermato che cinque mesi fa supportava l’azione militare di Israele, mentre a oggi solo il 36% dice lo stesso.
Nonostante questo mutamento, una costante è rimasta dall’inizio del conflitto: una divergenza di opinioni tra le nuove generazioni e quelle più anziane. Secondo Dov Waxman, direttore del Centro di Studi su Israele Younes e Soraya Nazarian dell’UCLA (University of California, Los Angeles/ Università della California, Los Angeles), ogni gruppo di età ha una diversa “memoria generazionale” rispetto ad Israele. Le generazioni più anziane tendono a vedere gli israeliani come un popolo che risiede nei suoi territori originari dopo aver vissuto disperso e perseguitato per anni. Le nuove generazioni hanno sviluppato le loro opinioni su Israele basandosi su resoconti del popolo palestinese a cui venivano negati diversi diritti.
Nonostante queste differenze nella percezione di Israele, per i giovani elettori le questioni economiche rimangono più importanti e rappresentano uno delle problematiche principali legate all’Amministrazione Biden, piuttosto che il conflitto a Gaza.
Il contrasto tra sostenitori e non dell’azione militare nei confronti di Gaza è presente non solo lungo la linea generazionale, ma anche lungo quella politica: repubblicani vs democratici. Secondo lo stesso sondaggio di Gallup, rispetto allo scorso novembre, il sostegno all’azione militare di Israele è diminuito, ma rimane concentrato tra i repubblicani, il 64% dei quali approvano l’azione militare. È infatti sempre tra i repubblicani che si è registrato un maggior sostegno alla fornitura di armi a Israele rispetto a quella di aiuti umanitari alla popolazione palestinese residente a Gaza.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – I repubblicani della Camera si rivolgono ai media dopo la riunione della conferenza su Israele
3. IL DILEMMA DI BIDEN TRA SUPPORTO E STANCHEZZA PUBBLICA
Il conflitto tra Israele e Gaza rappresenta una delle crisi di politica estera più significative per l’Amministrazione Biden. Quello che raccontano i sondaggi però sono “due storie contrastanti”, come afferma Robert Satloff, responsabile della politica mediorientale degli Stati Uniti presso il Washington Institute. Da un lato, gli statunitensi sono sempre più stanchi del conflitto, dell’approccio di autodifesa israeliano e del supporto dall’attuale Amministrazione. Dall’altro, l’indice di gradimento dell’attuale Presidente non è calato.
Se da una parte questo è positivo per l’Amministrazione, soprattutto in vista delle elezioni presidenziali di novembre, dall’altra il Presidente deve rimanere in guardia. Il prolungamento del conflitto, infatti, potrebbe costringerlo ad attuare decisioni complesse, non gradite agli elettori, che potrebbero danneggiarlo alle presidenziali. Come già è successo in Michigan dove diverse comunità arabe musulmane, a causa del rifiuto del Presidente di chiedere un cessate il fuoco, hanno dato vita ad una campagna anti-Biden.
Clelia Casonato
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