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Il tour europeo di Xi Jinping: un bilancio

AnalisiIl recente tour europeo del Presidente cinese Xi Jinping, dopo cinque anni di assenza, avviene in un momento di crescenti tensioni internazionali, causate dalla gestione opaca della pandemia di Covid-19 da parte della Cina, dalla disinformazione successiva e dal suo supporto a Putin nel conflitto in Ucraina. Tuttavia, questo viaggio a tappe rivela l’intento strategico della Cina di consolidare e ampliare le proprie relazioni con Paesi europei chiave al fine di perseguire obiettivi sia economici che geopolitici. 

PRIMA TAPPA: FRANCIA

Il 6 maggio scorso, nell’ambito del 60° anniversario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche franco-cinesi, il Presidente cinese Xi Jinping ha iniziato il suo tour europeo a Parigi, dove ha incontrato il Presidente francese Emmanuel Macron e la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.  
La visita di Macron in Cina la scorsa primavera aveva giĂ  gettato le basi per quello che egli stesso ha definito una “relazione commerciale proattiva“, mentre commercio e investimenti hanno dominato l’agenda dell’incontro di questo mese. Xi Jinping ha manifestato la sua disponibilitĂ  per ulteriori colloqui ad alto livello sugli attriti commerciali, mentre ha respinto le accuse europee riguardo a un “problema di eccesso di capacitĂ ” nell’industria cinese che sommerge di fatto il mercato europeo con prodotti a basso costo. Nonostante alcune intese siglate tra aziende francesi e cinesi, la maggior parte degli accordi è stata di cooperazione generale e non di rilevanza significativa. Tuttavia, la Cina ha acconsentito all’importazione di mangimi proteici suini e frattaglie di maiale dalla Francia, segnalando un lieve e poco rilevante progresso. Non sono stati fatti invece progressi importanti per quanto riguarda la questione della guerra in Ucraina, nonostante l’appello di Macron a Xi per una maggiore pressione su Putin. 
La Presidente Von der Leyen, invece, nel suo incontro si è principalmente focalizzata sul  tema commerciale, affermando che l’UE è pronta a prendere tutte le misure necessarie al fine di proteggere il mercato comunitario europeo dalle pratiche commerciali aggressive da parte del Dragone. Non a caso il recupero economico della Cina si basa pesantemente sulle esportazioni, provocando un’impennata dei prodotti “made in China” che inondano i mercati europei in vari settori, dalle industrie tradizionali alle tecnologie avanzate come acciaio, pannelli solari, prodotti chimici e veicoli elettrici. Questo afflusso a volte è mascherato passando attraverso Paesi terzi, come quelli del Sud-est asiatico, per aggirare le barriere commerciali. Per tali motivi, Bruxelles ha avviato indagini sulle pratiche di concorrenza sleale della Cina in vari settori, tra cui quelli dei veicoli elettrici e delle apparecchiature biomediche. Inoltre sono in corso preparativi per “dazi verdi” che mirano alle importazioni da fabbriche inquinanti. Tuttavia la dipendenza occidentale dalla produzione cinese in certi settori è diventata così acuta che ricostruire l’indipendenza economica rappresenta una sfida significativa. Al riguardo, mentre l’Europa cerca di imitare l’approccio americano alle politiche industriali cinesi, la dipendenza dalla produzione cinese minaccia di ostacolare gli sforzi verso l’autonomia economica in ambito europeo.

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Fig. 1 – Xi Jinping insieme a Emmanuel Macron e Ursula von der Leyen a Parigi, 6 maggio 2024

SECONDA TAPPA: SERBIA

Il tour di Xi Jinping è continuato con la tappa in Serbia, segnando un momento cruciale nelle relazioni sino-serbe. Questa visita ha sottolineato l’importanza strategica del legame tra Cina e Serbia, evidenziando il sostegno reciproco su questioni critiche come il rispetto del diritto internazionale e la difesa dell’integritĂ  territoriale. In particolare, la Serbia riconosce Taiwan come “provincia ribelle” e parte della Cina, mentre Pechino considera il Kosovo, che ha dichiarato la propria indipendenza nel 2008, parte del territorio serbo. L’incontro con il Presidente serbo Aleksandar Vucic ha mostrato, inoltre, la profonditĂ  della cooperazione bilaterale tra i due Paesi, con Xi che ha elogiato Vucic come “uno statista eccezionale con una visione strategica“, riconoscendo il ruolo centrale della Serbia nel mantenere la stabilitĂ  e favorire lo sviluppo economico. I due leader hanno firmato 29 accordi bilaterali, sottolineando ulteriormente l’ampiezza e la profonditĂ  della partnership strategica tra i due Paesi. La visita di Xi Jinping ha avuto, inoltre, una particolare valenza simbolica poichĂ© è coincisa con il 25Âş anniversario del bombardamento della sede dell’ambasciata cinese a Belgrado da parte della NATO nel 1999, un evento che causò la morte di tre giornalisti cinesi. Questo tragico episodio del passato, da un lato, ha riacceso le tensioni e fornito al Presidente cinese l’opportunitĂ  di riaffermare l’importanza della pace e della stabilitĂ  nel contesto delle relazioni internazionali, mentre dall’altro lato, esso ha sottolineato la diffidenza condivisa tra Serbia e Cina nei confronti delle alleanze di difesa occidentali, posizionando la Cina come un alleato geopolitico nell’Europa centrale e orientale. 
In sostanza, tale tappa del tour ha mirato a stabilire il ruolo della Cina come contrappeso all’UE e agli Stati Uniti, e ha evidenziato l’emergere della Serbia come un partner significativo per la Cina, non solo in termini economici, ma anche come alleato strategico nella regione dell’Europa centrale e orientale. 

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Fig. 2 – Stretta di mano tra Xi e il Presidente serbo Aleksandar Vucic, 8 maggio 2024

TERZA TAPPA: UNGHERIA

Ultima tappa di questo tour è stata l’Ungheria. Qui Xi Jinping ha incontrato il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán, esprimendo ottimismo sul futuro delle relazioni sino-ungheresi, e descrivendole come una “partnership strategica globale onnicomprensiva” avente lo scopo di approfondire i legami tra le due nazioni, in particolare nei settori del commercio, degli investimenti e dello sviluppo infrastrutturale. Sotto la leadership del Primo Ministro Orbán, l’Ungheria è emersa come un importante partner commerciale e di investimento per la Cina, discostandosi dalla posizione di altri Paesi dell’UE che cercano di ridurre la dipendenza da Pechino. L’approccio del Primo Ministro Orbán al rafforzamento dei legami con la Cina risale all’inizio del suo mandato nel 2010 e ha portato negli ultimi anni a crescenti investimenti da parte di aziende cinesi, come CATL (Contemporary Amperex Technology Limited) e BYD (Build Your Dreams), nel settore automobilistico ungherese dei veicoli elettrici e della produzione di batterie. Tale incontro ha sottolineato l’impegno da ambo le parti a potenziare ulteriormente la loro cooperazione con la firma di un totale di 18 accordi in vari settori, come nell’ambito della sicurezza pubblica e dell’applicazione della legge, senza dimenticare commercio e trasporti. Tra le iniziative discusse ci sono i piani per la costruzione della ferrovia Budapest-Belgrado. Questa iniziativa da 2,1 miliardi di dollari, in gran parte finanziata da un prestito cinese e un elemento chiave della nuova Via della Seta fortemente voluta dalla Cina, ha lo scopo di facilitare il trasporto di merci dalle fabbriche cinesi nell’Ungheria orientale ai mercati dell’Europa occidentale.
In conclusione, la visita di Xi Jinping in Ungheria rappresenta un punto di svolta significativo nelle relazioni tra Pechino e Budapest, poiché stabilisce le fondamenta per una cooperazione più stretta e vantaggiosa per entrambe le parti nel futuro prossimo.

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Fig. 3 – Xi insieme al Presidente ungherese Tamas Sulyok durante la visita a Budapest, 9 maggio 2024

POSSIBILI CONSEGUENZE GEOPOLITICHE E CONCLUSIONI

Il rafforzamento delle relazioni tra la Cina e i Paesi europei visitati recentemente da Xi Jinping potrebbe avere profonde implicazioni geopolitiche a lungo termine. La crescente influenza cinese in Europa potrebbe aumentare la dipendenza economica europea e creare divisioni all’interno dell’UE stessa, mentre gli Stati Uniti potrebbero intensificare i loro sforzi per contrastare questa influenza, esacerbando così le tensioni transatlantiche. Internamente gli investimenti cinesi potrebbero influenzare le politiche nazionali dei Paesi europei, compromettendo la loro sovranitĂ . La Cina sta anche utilizzando progetti infrastrutturali strategici, come la nuova Via della Seta, per migliorare la connettivitĂ  globale e rafforzare la propria presenza economica e politica. Le reazioni dei Paesi limitrofi alla Cina, osservando queste dinamiche, potrebbero portare a una ricalibrazione delle alleanze in Asia.  
In sintesi la strategia cinese in Europa non solo mira a consolidare i legami bilaterali, ma anche a espandere la propria influenza globale in un contesto geopolitico sempre piĂą complesso e multipolare. Questo tour ha sottolineato, se ce ne fosse ancora bisogno, la complessitĂ  delle relazioni sino-europee, in cui la cooperazione economica si intreccia con sfide geopolitiche e tensioni internazionali.

Raffaele Gallo

China State Visit” by Foreign, Commonwealth & Development Office is licensed under CC BY

Dove si trova

Perchè è importante

  • Xi Jinping ha iniziato il proprio tour europeo a Parigi, incontrando il Presidente Macron e la Presidente della Commissione Europea von der Leyen per discutere relazioni commerciali e investimenti.
  • La seconda tappa del tour è stata in Serbia. L’incontro ha prodotto 29 accordi bilaterali, rafforzando la cooperazione economica e strategica, con un accento sulla memoria storica del bombardamento dell’ambasciata cinese a Belgrado da parte della NATO nel 1999.
  • In Ungheria, Xi Jinping ha incontrato il Primo Ministro Orbán. Le discussioni si sono concentrate su commercio, investimenti e progetti infrastrutturali come la ferrovia Budapest-Belgrado, parte della nuova Via della Seta.
  • Il rafforzamento delle relazioni tra la Cina e i Paesi europei visitati da Xi Jinping potrebbe aumentare la dipendenza economica dell’Europa e creare divisioni interne all’UE. La strategia cinese mira a consolidare i legami bilaterali ed espandere la propria influenza globale, complicando ulteriormente il contesto geopolitico.

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Raffaele Gallo
Raffaele Gallo

Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza all’UniversitĂ  di Salerno, ho intrapreso un viaggio accademico che mi ha portato a immergermi nella complessitĂ  delle relazioni e dinamiche sia globali che regionali. Recentemente, ho coronato questo percorso con un M.Sc. in Global Studies presso l’UniversitĂ  di Roskilde in Danimarca. Attraverso la mia passione per la geopolitica e con uno sguardo attento alle tensioni e alle opportunitĂ  che plasmano il nostro mondo, mi propongo di contribuire attivamente alla comprensione delle questioni geopolitiche piĂą urgenti del nostro tempo.

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