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Le minacce di Hezbollah a Cipro, un side effect delle tensioni in Medio Oriente

In 3 sorsi – Durante un discorso televisivo tenutosi due settimane fa, il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha citato Cipro come un possibile target in caso di supporto logistico o operativo alle attività militari israeliane contro il Libano. L’Unione Europea, tramite un rappresentante della Commissione, ha prontamente replicato considerando tale dichiarazione una minaccia a tutta l’Unione. Parallelamente al contrasto fra Israele e Hamas, alle attività militari offensive israeliane nella striscia di Gaza, il conflitto fra Israele e Hezbollah desta non poche preoccupazioni, sia per le implicazioni regionali che per una possibile escalation della tensione in teatri extraregione.

1. ‘CIPRO SARÀ PARTE DI QUESTA GUERRA’

Durante una dichiarazione televisiva Hassan Nasrallah, leader del movimento politico sciita libanese Hezbollah, ha ribadito la propria postura nei confronti di Israele, sottolineando le conseguenze sul piano regionale di uno scontro aperto. “Nessun posto sarà al sicuro dai nostri droni e dai nostri missili”, ha affermato Nasrallah, nel considerare una potenziale azione offensiva su larga scala contro il Libano da parte delle forze di Benjamin Netanyahu. A fronte delle attività militari tutt’ora in corso effettuate da Hezbollah in supporto di Hamas dall’inizio delle ostilità scoppiate dopo gli eventi del 7 ottobre 2023, queste dichiarazioni non solo sono coerenti con le azioni sul campo, ma descrivono anche uno scenario certamente poco auspicabile, ma molto probabile e facilmente prevedibile. Nulla di nuovo se non fosse che nello stesso discorso il leader del Partito di Dio ha citato anche l’isola di Cipro, che, a detta dello stesso Nasrallah, verrebbe identificata come un soggetto ostile, specialmente se dovesse fornire supporto logistico o operativo alle azioni militari israeliane in Libano. Tale affermazione si fonderebbe sia sul fatto che Cipro e Israele hanno partecipato a diverse esercitazioni militari congiunte, sia sull’utilizzo di alcune basi militari presenti nel Paese europeo che non appartengono, però, al Governo locale, bensì a quello britannico. Infatti non ci sono evidenze che Cipro abbia partecipato, autonomamente o sottoforma di supporto alleato, ad alcuna attività a favore di Israele nei vari conflitti successivi all’offensiva di Hamas. L’ipotesi legata all’aiuto fornito agli israeliani potrebbe trovare un riscontro effettivo con la realtà esclusivamente in relazione alle attività condotte non dalle Forze Armate di Cipro, ma dagli asset britannici operanti nelle e dalle basi di Akrotiri e Dhekelia.

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Fig. 1 – Il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah durante un discorso televisivo

2. LA REAZIONE CIPRIOTA ED EUROPEA

Le reazioni alle dichiarazioni di Nasrallah di Cipro e dell’Unione Europea, di cui l’isola fa parte, non si sono fatte attendere. Invitato dai cronisti a commentare l’evento, un paio di giorni dopo il discorso televisivo del leader del Partito di Dio, il Presidente della Repubblica cipriota, Nikos Christodoulides, ha affermato che la Repubblica di Cipro non è coinvolta in nessun modo nel conflitto, rigettando interamente le accuse esplicite e implicite del movimento sciita libanese. Nello stesso contesto, Christodoulides ha sottolineato che Cipro non solo continua a mantenere aperti i canali di comunicazione diplomatica sia con il Governo libanese che con quello iraniano (che da sempre supporta le attività di Hezbollah), ma prosegue la sua attività di supporto umanitario alla popolazione di Gaza, specialmente attraverso il corridoio marittimo umanitario attraverso cui, da Cipro, molte navi salpano per portare beni di prima necessità ai civili vittime delle ostilità. Sul versante europeo è stata la Commissione a rispondere, attraverso un statement pubblicato il 20 giugno scorso e redatto da Peter Stano – il portavoce della Commissione Europea e del Servizio Europeo per l’Azione Esterna (SEAE) – e il messaggio è stato molto chiaro: ogni minaccia contro uno Stato membro rappresenta una minaccia per l’intera Unione. In considerazione di ciò, l’Unione Europea, oltre ad aver espresso una considerevole preoccupazione per una presunta escalation, ha ribadito il pieno supporto a Cipro e al suo Governo e una ferma condanna dell’atteggiamento aggressivo di Hezbollah.  

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Fig. 2 – Il Presidente della Repubblica di Cipro Nikos Christodoulides durante le celebrazioni per festeggiare il ventesimo anniversario dell’ingresso di Cipro nell’Unione Europea

3. LA DURA LEZIONE DEL CASO CIPRIOTA: LA GUERRA MODERNA NON È PIÙ (E DA MOLTO) ‘FACILMENTE’ CONTENIBILE

Le ostilità inaugurate con l’azione di Hamas il 7 ottobre 2023 e la reazione di ampia portata delle forze israeliane hanno congiuntamente provocato la riattivazione di diverse tensioni, più o meno latenti, che da sempre hanno caratterizzato la regione mediorientale. Le operazioni offensive di Hezbollah e le recenti dichiarazioni minatorie su Cipro non sono altro che un effetto collaterale di tale quadro di tensioni in cui, come da trend contemporaneo, un conflitto non coinvolge esclusivamente le parti primigenie, ma diffonde la sua lunga ombra anche in altri teatri e non solo sottoforma del più tradizionale supporto, in termini o logistici o di sistemi d’arma, anche e soprattutto come affiliazione ideologica a una delle due parti in conflitto. In sostanza: si scende in campo non solo per interessi specifici, ma anche per una condivisione d’idee e di identità, spesso definite binariamente e in maniera oppositiva con un: “noi contro loro”. In questo senso, il “caso Cipro” rappresenta concretamente l’ennesima prova a sostegno della tesi per cui sarà difficile contenere nel medio e lungo periodo i confini del conflitto innescato da Hamas e protratto da Israele che, lungi dall’essere esclusivamente uno scontro convenzionale, col passare dei mesi sta assumendo i contorni di un vero e proprio scontro fra idee e identità, in cui il passato (più o meno recente) e il presente si fondono in un mix destinato a minacciare la pace e a mietere molte, troppe vittime.

Sara Cutrona

Immagine di copertina: Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah. Licensed: CC BY-NC-SA

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Perchè è importante

  • In uno degli ultimi discorsi televisivi Hezbollah ha citato Cipro, minacciando di considerarlo un attore ostile nel caso si prestasse a fornire appoggio logistico o operativo in un conflitto aperto contro Israele. È la prima volta, dall’inizio delle tensioni in Medio Oriente il 7 ottobre 2023, che Hezbollah minaccia apertamente uno Stato europeo.
  • Le tensioni in Medio Oriente, la complessità delle molteplici variabili coinvolte e la possibile estensione del conflitto in teatri extraregionali sono l’esempio di come il fenomeno della guerra è cambiato e, nel mondo attuale, sia difficilmente contenibile.

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Sara Cutrona
Sara Cutrona

Attualmente lavoro come assistente di redazione presso la sede regionale RAI dell’Emilia-Romagna, a Bologna. Ho ottenuto la Laurea Magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche al Polo Didattico distaccato di Forlì dell’Università Alma Mater di Bologna, specializzandomi in politica e sicurezza internazionale. Durante il mio percorso accademico ho studiato in Spagna, Nuova Zelanda e negli Stati Uniti. Nel 2016 sono stata tirocinante presso l’Ambasciata d’Italia a Baghdad in Iraq. Nel 2019 ho ottenuto il Master di I livello in Management Politico, presso la LUISS School of Government e in collaborazione con ilSole24Ore. Dal 21 ottobre 2019 al 20 aprile 2022 ho prestato servizio come Ufficiale in Ferma Prefissata del Corpo di Stato Maggiore della Marina Militare Italiana, dove ho svolto gli incarichi di Liaison Officer con Unità straniere, political advisor, Ufficiale incaricato per la Pubblica Informazione. Nel 2022 ho conseguito un Master di II livello in Intelligence presso l’Università della Calabria. Fra i miei interessi di ricerca attuali: la guerra cognitiva, le operazioni di anti e counter terrorism; la cybersecurity, i processi politici e le relazioni inter-regionali dell’area MENA.

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