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L’Iran attacca Israele per la seconda volta: la reazione israeliana definirà lo scenario futuro

Ristretto Nella giornata del 1° ottobre 2024 l’Iran ha compiuto il più grande attacco missilistico contro Israele dal 1979 a oggi. L’azione è giunta in ritorsione all’uccisione del leader di Hamas Ismail Haniyeh, avvenuta proprio a Teheran, e a quella del Segretario Generale di Hezbollah Hassan Nasrallah. La reazione di Tel Aviv risulterà decisiva per comprendere l’evoluzione del conflitto tra le parti.

Il 1° ottobre 2024 ha il potenziale per diventare una data spartiacque per gli equilibri e le dinamiche nella regione mediorientale. L’Iran, che aveva atteso di reagire all’uccisione del leader di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran da parte di Israele, ha deciso di sciogliere le riserve dopo l’eliminazione del Segretario Generale di Hezbollah Hassan Nasrallah causata dai raid israeliani al quartier generale del partito a Beirut. Così, a tre giorni dalla sua uccisione, l’Iran ha compiuto il più grande attacco missilistico della propria storia contro lo Stato israeliano. La consistenza della ritorsione di Teheran è risultata evidente dal numero e dalle caratteristiche dei missili lanciati contro tutto il territorio di Israele: un totale di 180 missili balistici, tra cui emergono le nuove varianti degli Shahab-3 note come Ghadr ed Emad. Le Autorità iraniane hanno affermato di aver adoperato nell’attacco anche un nuovo missile ipersonico chiamato Fattah-1, che sarebbe capace di viaggiare a una velocità pari a 5 volte quella del suono.
La scelta di sperimentare per la prima volta questa nuova creazione dell’arsenale bellico iraniano sarebbe tale da determinare un vantaggio strategico a favore dell’esercito israeliano, come riferito dall’ex tecnico capo dell’esercito statunitense per l’impiego di ordigni esplosivi Trevor Boll. Secondo quest’ultimo, infatti, utilizzarli nell’attacco non avrebbe altro effetto che quello di preparare Tel Aviv alla giusta reazione in caso di futuri attacchi: “È uno dei loro più nuovi missili balistici, per cui hanno molto da perdere utilizzandolo. Israele avrebbe un’idea delle sue potenzialità solo dal fatto del suo utilizzo. C’è anche la possibilità che possa non funzionare, dando a Israele un’idea ancora più grande delle sue capacità. Ottengono la propaganda gratuita e non rischiano nulla dicendo che è stato usato”. Per queste ragioni, Boll tende a escludere che il regime di Teheran abbia realmente utilizzato i Fattah-1 contro Israele. A suo giudizio si è trattato di un chiaro esempio di propaganda finalizzata a svelare un nuovo prodotto del proprio arsenale militare senza però esporsi alle conseguenze derivanti dalla sua piena conoscibilità all’avversario.
Per quanto riguarda la difesa israeliana, il ruolo svolto dagli Stati Uniti è stato essenziale nel consentire, insieme all’attivazione dei sistemi David’s Sling e Arrow 2 e 3, l’abbattimento di una parte consistente dei missili lanciati dall’Iran contro il territorio dello Stato di Israele. Va infatti ricordato che il sistema anti-missili balistici del sistema difensivo integrato israeliano è infatti l’Arrow e non l’Iron Dome. I sistemi Arrow 2 e 3 hanno garantito una capacità di difesa aggiuntiva rispetto a quella dell’Iron Dome.
Stando alle Autorità israeliane, l’attacco ha causato la morte di un palestinese di Gaza che si trovava a Gerico, in Cisgiordania e causato danni materiali ad alcune installazioni militari, incluse le basi aeree di Nevatim e Tel Nof.
Gli occhi della comunità internazionale sono ora tutti rivolti verso il Governo israeliano, nell’attesa di assistere alla reazione che verrà attuata rispetto al più importante attacco iraniano diretto contro il territorio da esso amministrato. Il tema non è se, ma quando tale risposta avverrà. Le parole del Portavoce dell’IDF Daniel Hagari sono emblematiche: “Questo attacco avrà conseguenze. Abbiamo dei piani e opereremo nel luogo e nel momento che decideremo”.
In un contesto nel quale ogni “linea rossa” fissata in passato è stata superata, il monito dell’osservatore è quello di non restringere il campo delle possibili reazioni israeliane e rendersi consapevoli che da ciò si potranno determinare nuovi equilibri nel rapporto tra le due potenze della regione e nel Medio Oriente nel suo complesso.

Michele Maresca

Foto di copertina: ““Shahab missiles family should be deemed Iran’s most famous missiles in the world. Belonging to mid- and long-range family, these missiles could easily target Occupied Territories”” by Facts for a Better Future is licensed under CC BY-SA

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Perchè è importante

  • L’Iran ha attaccato Israele attraverso il lancio di 180 missili balistici diretti contro tutto il territorio israeliano. Si tratta del più grande attacco di Teheran contro Tel Aviv.
  • La reazione di Israele, che non è stata ancora definita nelle modalità e nei tempi, potrebbe ridefinire gli equilibri nei rapporti tra i due Paesi.

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Michele Maresca
Michele Maresca

Classe 1998, ho conseguito la Laurea Magistrale in Giurisprudenza all’Università Federico II di Napoli e il Master in “Derecho Internacional y Relaciones Exteriores e Internacionales” all’Instituto Europeo Campus Stellae. L’idea di raccontare, informare e approfondire le vicende di politica internazionale rappresenta ciò che mi spinge a dedicarmi con passione ed enorme interesse a queste tematiche.

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