In 3 sorsi – Il ripristino di buoni rapporti diplomatici è una delle priorità tanto della nuova governance dell’UE, quanto del Governo laburista del Regno Unito. Per la prima volta dal referendum sulla Brexit, diversi esponenti dell’esecutivo britannico parteciperanno a summit riservati agli Stati membri dell’UE, con l’obiettivo di migliorare la cooperazione in settori quali il commercio, la sicurezza e la libera circolazione.
1. L’AMBIZIOSA SFIDA DEL GOVERNO LABURISTA
Fin dal suo insediamento nel luglio del 2024, il Primo Ministro britannico Keir Starmer, leader del Partito Laburista, ha ribadito la propria intenzione di ristabilire relazioni cordiali tra Londra e Bruxelles, fortemente compromesse dalla Brexit e da quattordici anni di esecutivi conservatori. Con questa finalità, il Governo britannico ha ottenuto il via libera a partecipare a diversi summit istituzionali, solitamente riservati agli Stati membri e alle Istituzioni dell’UE. Stando a recenti sondaggi, tale approccio risulta discretamente popolare tra i cittadini britannici, inclusi molti “Brexiteers”, ovvero coloro che avevano votato in favore del “Leave” al referendum sulla Brexit del 2016. Il riavvicinamento a Bruxelles è parte integrante di una più ampia strategia politica e diplomatica, ormai nota con l’espressione – giornalistica più che governativa – “Brexit reset”.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Il premier britannico laburista, Keir Starmer
2. SICUREZZA, COMMERCIO E LIBERA CIRCOLAZIONE
Nella prima metà del 2025 sono previsti diversi incontri tra esponenti del Governo britannico, come la Cancelliera dello Scacchiere Reeves (ovvero il Ministro delle Finanze) e il Segretario per l’Europa Doughty, e funzionari dell’UE, tra i quali il Commissario alle Relazioni Interistituzionali Šefčovič. Nonostante da entrambe le parti ci sia l’intenzione di esplorare nuove opportunità, i temi di discussione sono tutt’altro che semplici dettagli da limare. L’UE considera essenziale per un buon andamento delle negoziazioni l’introduzione di un sistema di libera circolazione per giovani studenti e lavoratori (“Youth Mobility Scheme”), nonché facilitazioni sulla pesca e sui controlli sugli alimenti. Il Governo britannico punta forte invece su un accordo in materia di difesa e sicurezza, il quale garantisca supporto incondizionato all’Ucraina e permetta al Regno Unito di non doversi rivolgere direttamente agli Stati Uniti del neopresidente repubblicano Donald Trump. Sebbene si tratti di tematiche estremamente delicate, gli incontri previsti per la prima metà del 2025 potrebbero porre le basi per una nuova, stretta collaborazione tra il Regno Unito e l’UE.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Il Commissario europeo al Commercio e alle Relazioni Interistituzionali, Maros Šefčovič
3. LA FRONTIERA DI GIBILTERRA: L’ULTIMO PEZZO DEL PUZZLE
Un’altra questione che condiziona da tempo le relazioni tra il Regno Unito e l’UE è il destino della frontiera di Gibilterra, territorio d’oltremare britannico al confine con la Spagna (Stato membro dell’UE). Nonostante la contrarietà dei propri cittadini – che nel 2016 hanno votato al 96% per rimanere nell’UE, – Gibilterra ha dovuto abbandonare il blocco europeo insieme allo Stato dal quale dipende, ovvero il Regno Unito. Tuttavia le future relazioni tra Gibilterra e l’UE, e di conseguenza la Spagna, non sono ancora disciplinate né da un protocollo, né da un accordo come quello negoziato da Londra e Bruxelles nel 2020. Ne deriva una situazione di incertezza che danneggia entrambi i lati della frontiera nel sud della Penisola Iberica. In assenza di un trattato strutturato, la circolazione di merci, forza lavoro e capitali attraverso la frontiera di Gibilterra, essenziale per la sopravvivenza della regione, rischia di rimanere preda di cavilli burocratici e antiche questioni di sovranità territoriale. Il ritorno al potere del Governo laburista, appartenente alla stessa matrice ideologica dei governi di Spagna e Gibilterra potrebbe, ancora una volta, rappresentare il “reset” tanto agognato. In quest’ottica, un nuovo approccio diplomatico meno intransigente potrebbe rafforzare notevolmente la forza politica del continente europeo alla luce delle numerose sfide globali.
Giorgio Fioravanti
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