Analisi – L’UE si trova di fronte a una svolta epocale. Il Rapporto Draghi, commissionato dalla Presidente Ursula von der Leyen, ha evidenziato come il Vecchio Continente non possa piĂą fare affidamento su fattori che in passato hanno sostenuto la crescita: la stabilitĂ geopolitica, l’accesso a energia a basso costo e la spinta della globalizzazione. La Commissione Europea ha risposto con il Competitiveness Compass, presentato dalla stessa von der Leyen e dal suo vice SĂ©journĂ© lo scorso 29 gennaio. Si tratta di un documento strategico che delinea un percorso per rilanciare l’economia europea nei prossimi cinque anni.
FOCUS SULLE IMPRESE E SULL’ENERGIA: AGEVOLARE E ACCELERARE LE ATTIVITÀ ECONOMICHE
Il mantra della Bussola della Competitività è la riduzione della complessitĂ normativa che pesa sulle imprese. Il tessuto produttivo europeo ha a lungo lamentato una regolamentazione eccessivamente onerosa che rallenta l’innovazione e appesantisce la competitivitĂ . Pertanto, la Commissione europea ha annunciato un pacchetto di semplificazione normativa che dovrebbe portare aduna riduzione del 25% degli obblighi di rendicontazione per le aziende e del 35% per le PMI. Tra le prime misure concrete c’è la proposta “Simplification Omnibus”, che snellirĂ le normative su finanza sostenibile, due diligence e tassonomia ambientale.
Inoltre, si prevede la creazione di una nuova categoria di imprese di medie dimensioni, le cosiddette “mid-caps”, con regolamentazioni più proporzionate rispetto alla loro scala operativa. Anche il Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) verrà rivisto per ridurre gli oneri amministrativi per le piccole imprese.
L’obiettivo è chiaro: rafforzare la capacità dell’UE di attrarre investimenti e favorire l’innovazione senza gravare le aziende di eccessivi vincoli burocratici.
Accanto all’impegno per la semplificazione normativa, la Commissione europea mantiene salda la rotta verso la decarbonizzazione. Il Green Deal Europeo rimane un pilastro della strategia di competitività , con ambiziosi obiettivi climatici che puntano a una riduzione del 90% delle emissioni entro il 2040 e alla completa neutralità climatica entro il 2050. Emerge, tuttavia, la consapevolezza che la transizione ecologica non sarà sostenibile senza un’adeguata strategia energetica: attualmente, infatti, i prezzi dell’energia in Europa sono significativamente più alti e volatili rispetto ad altre aree economiche, come Stati Uniti e Cina.
A tal proposito, Bruxelles si propone di varare l’Affordable Energy Action Plan, un piano che mira a calmierare i costi dell’energia per imprese e cittadini attraverso il potenziamento delle infrastrutture di trasporto e stoccaggio energetico, l’integrazione del mercato energetico europeo e incentivi per l’utilizzo di energie rinnovabili.
Fig. 1 – La Presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen
TECNOLOGIE DIGITALI E RICERCA & SVILUPPO
La competitività futura dell’Europa dipende anche dalla sua capacità di dominare le tecnologie emergenti. Con gli Stati Uniti che destinano 500 miliardi di dollari allo sviluppo di infrastrutture per l’intelligenza artificiale e la Cina che lancia strumenti avanzati a basso costo come DeepSeek, l’UE è chiamata a una difficile rimonta in settori chiave come intelligenza artificiale (IA), cloud computing e cybersecurity.
L’Unione Europea ha già dimostrato la propria capacità di dettare le regole del gioco con l’AI Act, la prima normativa volta a garantire un ecosistema digitale equo, sicuro e trasparente.
Ora, per accelerare il passo, la Commissione, come parte dell’AI Continent Strategy, intende inaugurare le AI factories, infrastrutture dedicate alla formazione e all’ottimizzazione di modelli avanzati di intelligenza artificiale.
Un punto critico è la bassa adozione dell’IA da parte delle imprese: attualmente solo il 13% delle aziende europee utilizza queste tecnologie. Per invertire il senso di marcia, il programma Apply AI fornirà incentivi finanziari, nonché un quadro normativo favorevole per incoraggiare l’integrazione dell’intelligenza artificiale nei processi industriali e aziendali.
Ma non basta investire in innovazione: occorre anche rimuovere le barriere strutturali che soffocano la crescita delle startup e ne impediscono la scalabilità . La EU Start-up and Scale-up Strategy affronterà gli ostacoli che frenano l’ascesa di nuove imprese tecnologiche, rafforzando il legame tra università e settore privato, migliorando l’accesso al capitale di rischio e rendendo il mercato unico più forte.
Fig. 2 – Von der Leyen e SejournĂ© alla presentazione del Competitiveness Compass
INVESTIMENTO, COMMERCIO E SICUREZZA ECONOMICA
Per sostenere questa ambiziosa visione di crescita, l’Unione Europea deve colmare una delle sue storiche debolezze: l’assenza di un mercato dei capitali pienamente integrato. La frammentazione dei mercati dei capitali rappresenta, infatti, uno dei principali ostacoli alla competitività europea ponendola in svantaggio rispetto agli USA.
La Commissione si è dunque impegnata a presentare, nel 2025, il cosiddetto “Savings and Investment Union”, un quadro normativo dovrebbe facilitare l’accesso ai finanziamenti per le imprese mobilitando al contempo capitali per finanziare progetti Made in Europe.Â
Parallelamente, anche il ruolo della Banca Europea per gli Investimenti ne uscirebbe rafforzato, vedendo ampliate le sue capacitĂ di garantire prestiti e investimenti diretti.
Inoltre, si prevede la creazione di un European Competitiveness Fund, da introdurre nel prossimo quadro finanziario pluriennale 2028-2034, che fungerĂ da strumento chiave per sostenere le industrie strategiche, dalla tecnologia pulita all’aerospazio, fino al settore biotecnologico. Â
Un’altra innovazione sarà il 28° regime giuridico (proposta contenuta nel Rapporto sulla Concorrenza redatto da Enrico Letta), un codice d’impresa armonizzato che offrirà un’alternativa ai sistemi nazionali, coprendo e uniformando aspetti chiave come il diritto societario, l’insolvenza e la fiscalità .
Sul fronte commerciale, i dati parlano chiaro: l’UE è oggi il maggiore esportatore mondiale, con una quota del 16% delle esportazioni globali tra beni, servizi e prodotti agroalimentari. Di questa posizione di forza beneficia anche la filiera agricola, nonché il comparto del Made in Italy.
Se l’Unione Europea intende continuare a mantenere un peso economico sullo scenario internazionale, deve consolidare la propria sicurezza economica senza tradire la sua vocazione al libero mercato.
Rafforzare i rapporti con i partner strategici è dunque imperativo. Per questo, nuovi accordi commerciali sono in cantiere, come i Digital Trade Agreements con Corea e Singapore e i Sustainable Investment Facilitation Agreements. Inoltre, i nuovi Clean Trade and Investment Partnerships avranno il compito di garantire l’approvvigionamento di materie prime critiche e tecnologie pulite e ridurre le dipendenze economiche più rischiose.
Accanto ai partenariati economici, l’Unione Europea si propone di affrontare la frammentazione strutturale in cui versa il settore della Difesa. Con la sua tradizionale architettura intergovernativa, l’UE si dimostra, infatti, carente degli strumenti necessari per definire e attuare soluzioni efficaci in questo campo. Una maggiore cooperazione tra gli Stati membri appare indispensabile per finanziare, sviluppare e produrre congiuntamente tecnologie di difesa avanzate. In questa prospettiva, il White Paper on the Future of European Defence verrà presentato dalla Commissione e dall’Alto Rappresentante dell’Unione, delineando le misure necessarie per migliorare la collaborazione tra le imprese del settore e promuovendo al contempo l’accesso al credito per le PMI specializzate in tecnologie militari.
A ben vedere, si tratta di una questione che pervade anche le relazioni transatlantiche: sebbene non sia certo cosa intenda fare Donald Trump con la NATO, è inevitabile che richiederĂ ai suoi alleati europei un impegno ben piĂą incisivo, in un’alleanza che, sotto la pressione della politica estera di Vladimir Putin, ha visto rinnovarsi la sua centralitĂ .Â
CONCLUSIONE
L’Unione Europea possiede tutte le capacità per riaffermarsi come protagonista dell’economia globale, ma la competitività non è un dato acquisito e non può essere lasciata alle sole forze del mercato: servono scelte coraggiose, investimenti mirati e un ecosistema normativo capace di attrarre imprese e capitali, senza frenare l’innovazione sotto il peso della burocrazia. La Bussola della Competitività è un primo passo in questa direzione, ma dovrà essere seguita da un’azione politica incisiva e sostenuta da ingenti risorse economico-finanziarie.
L’Europa del futuro sarà quella che riuscirà a coniugare crescita economica e sostenibilità , efficienza produttiva e sicurezza strategica, apertura ai mercati e protezione dei propri interessi.
Filomena Ratto
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