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Europa (incompleta) a Parigi: quale futuro per la diplomazia per l’Ucraina?

In 3 sorsi Il Presidente francese Emmanuel Macron ha convocato a Parigi, lo scorso 17 febbraio, alcuni leader europei per discutere delle strategie diplomatiche da adottare in merito ai recenti sviluppi della guerra in Ucraina. Il summit non ha portato a decisioni rilevanti, evidenziando le difficoltà europee nel fare fronte comune per rispondere alle iniziative dei partner, dei concorrenti e dei nemici.

1. MACRON CONVOCA L’EUROPA, MA SOLO UNA PARTE

Lo scorso lunedì 17 febbraio si è svolto a Parigi il summit informale tra i Capi di Stato e di Governo di alcuni Paesi europei, su iniziativa del Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron. L’incontro multilaterale, organizzato con poche ore di preavviso, è stato voluto da Macron come risposta all’avvio, in Arabia Saudita, di negoziati sul futuro dell’Ucraina tra una delegazione statunitense e quella della Federazione Russa. Colpisce in tale contesto, evidentemente, l’assenza tanto di una delegazione europea quanto, soprattutto, di quella ucraina, suo malgrado protagonista degli eventi, ma ugualmente non invitata. A emergere è la linea sostenuta dalla Russia e, ultimamente, anche dalla nuova Amministrazione statunitense: i colloqui di pace sono maggiormente efficaci se effettuati senza interpellare il fronte europeo-ucraino. In risposta, il Presidente francese Macron ha convocato alcuni leader europei (Italia, Spagna, Regno Unito, Germania, Polonia, Paesi Bassi e Danimarca) per fare fronte comune ed elaborare una strategia diplomatica europea condivisa. Tuttavia, la natura informale e la composizione parziale del summit hanno fin da subito messo in discussione la sua efficacia, evidenziando una mancanza di coesione all’interno del blocco europeo.

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Fig. 1 – Emmanuel Macron all’Eliseo mentre attende i leader europei

2. L’EUROPA DEVE RITROVARE LA FIDUCIA DEGLI STATI UNITI

Come da previsione della vigilia, i protagonisti del summit di Parigi non sono stati in grado di raggiungere un accordo definitivo sulla strategia da attuare per rispondere all’iniziativa diplomatica degli Stati Uniti e della Russia (che lo scorso martedì 18 febbraio hanno inaugurato un tavolo negoziale riservato in Arabia Saudita). Allo stesso modo, i leader europei presenti al vertice non hanno trovato una posizione comune sulle modalità di garanzia di un eventuale accordo di pace tra Ucraina e Russia. Una delle principali opzioni, quella di schierare truppe neutrali con funzioni di “peacekeeping”, è stata per il momento rimandata poiché considerata prematura da alcuni leader, tra i quali Scholz (Germania), Frederiksen (Danimarca) e Tusk (Polonia). La sensazione che emerge al termine del summit è quella di un’Europa frammentata, non ancora in grado di agire come un attore unitario e dunque inaffidabile agli occhi di partner internazionali sempre più impazienti.

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Fig. 2 – Bandiere francesi ed europee esposte all’Eliseo

3. LA FRAMMENTAZIONE DIPLOMATICA NON PORTERÀ ALLA PACE

Con l’apertura del tavolo negoziale a Riyad, in Arabia Saudita, il Presidente statunitense Donald Trump ribadisce il nuovo corso diplomatico che potrebbe caratterizzare il suo secondo mandato. Il perseguimento della pace va ricercato dialogando in prima battuta con la Russia, vero attore globale al quale gli Stati Uniti vogliono riavvicinarsi e solo in un secondo momento con l’Ucraina, già fin troppo difesa e finanziata dall’Occidente – secondo il Presidente americano. L’Unione Europea e il Regno Unito, in questo contesto, non sono ritenuti giocatori rilevanti per la “partita Ucraina” a causa dei loro continui cambi di paradigma e della vicinanza all’Amministrazione Biden, della quale Trump vuole cancellare la memoria sotto ogni aspetto. È prematuro ipotizzare l’esito dell’esclusivo tavolo negoziale saudita, il quale dovrà però servire ai leader europei come moto d’orgoglio per mettere da parte le divisioni e fare fronte comune per tornare a essere un attore diplomatico unitario e credibile

Giorgio Fioravanti

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Perchè è importante

  • Il summit voluto dal Presidente francese Macron è l’ennesima prova che l’Europa necessita di una strategia sull’Ucraina che vada oltre la semplice promessa di “difesa e fondi a oltranza”.
  • La frammentazione diplomatica, nuovo paradigma dell’Amministrazione Trump, rappresenta un grande rischio per l’Europa e per l’Ucraina, escluse dal tavolo negoziale aperto in Arabia Saudita.

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Giorgio Fioravanti
Giorgio Fioravanti

Classe 1997, aspirante diplomatico, nato e cresciuto a Rieti dove ho frequentato il Liceo Classico. La mia carriera universitaria si è svolta interamente a Trento, dove mi sono laureato in European and International Studies. Dopo la laurea ho frequentato con successo un Master in Studi Diplomatici presso la sede di Roma della SIOI. Il posto più curioso in cui ho vissuto è senza dubbio Gibilterra, dove ho anche svolto un periodo di ricerca tesi all’estero. Tra le mie passioni più grandi, naturalmente, la geopolitica ed il caffè.

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