Caffè Lungo – Il conflitto russo-ucraino coinvolge tutti gli aspetti della vita dei due Paesi, compresa la cinematografia, potente arma comunicativa con cui il Governo ucraino cerca di arginare la propaganda russa in patria e in Occidente.
CINEMA UCRAINO COME EMANCIPAZIONE DALLA CULTURA RUSSA
L’industria cinematografica in Ucraina nel post Euro Maidan ha dovuto rispondere alla massiccia campagna del Cremlino sulla narrazione del conflitto russo-ucraino, che ha visto una forte opera di persuasione comunicativa in patria e all’estero volta a dipingere l’Ucraina del dopo Yanukovich come un Paese non democratico e marionetta dell’Occidente.
Da parte ucraina, giĂ prima dell’invasione del 2022 erano state prese contromisure riguardo alla distribuzione cinematografica dei film russi, promuovendo divieti alle produzioni finanziate dal Cremlino, compresi i programmi televisivi, in una realtĂ dove molti canali sono stati in mano ai piĂą potenti oligarchi, come, ad esempio, Igor Kolomojskyj, uno dei finanziatori della campagna elettorale del 2019 di Zelensky, prima della Presidenza produttore di programmi sulle reti del magnate ucraino.
Tali misure sono state aspramente criticate dal Cremlino, che ne ha approfittato per rinvigorire la narrazione sulla presunta persecuzione dei russofoni presenti in Ucraina, uno degli elementi usati a pretesto per la definitiva invasione del Paese nel 2022.
Fig. 1 – L’ex Presidente ucraino Viktor Yushchenko partecipa alla prima del documentario “Real” a Kyiv, febbraio 2025. “Real” è stato girato dal regista Oleh Sentsov con una telecamera piazzata sul suo elmetto militare durante l’offensiva ucraina a Kherson dell’estate 2023
‘CORVO BIANCO’: IL FILM DI GUERRA DAL PUNTO DI VISTA DELL’ESERCITO UCRAINO
Corvo Bianco, uscito nelle sale nel 2022 dopo due anni di lavorazione, è una pellicola incentrata sugli eventi nel Donbass, dove è sfociato nel 2014 lo scontro armato tra i separatisti filorussi e le prime formazioni paramilitari ucraine del post Euro Maidan. In tale anno le forze di sicurezza ucraina vennero riformate. Venne sciolto, infatti, il corpo di polizia speciale Berkut, responsabile della violenta repressione delle proteste dell’Euro Maidan, e venne ricostituita la Guardia Nazionale Ucraina per il rafforzamento dell’esercito.
Tuttavia, i primi mesi del 2014 videro l’esercito regolare ucraino in difficoltĂ nel rispondere ai separatisti sostenuti dai russi e per tale ragione si crearono formazioni paramilitari con ex soldati e volontari civili, come il protagonista del film, un insegnante che a causa della brutalitĂ delle milizie filorusse si arruola in uno di questi gruppi per entrare, dopo un duro addestramento, nell’esercito regolare e diventare uno dei cecchini piĂą abili.
La pellicola, finanziata dal Governo ucraino con la consulenza tecnica dell’esercito, mostra come la risposta alla violenza russa non potesse che basarsi su una legittima autodifesa, che ha visto, in modo drammatico, mettersi uno contro l’altro persone un tempo amiche.
Il film, tuttavia, mostra alcuni limiti, come un forte ricorso ad alcuni clichĂ© hollywodiani dei film di guerra piĂą recenti in fase di montaggio e regia e una eccessiva mitizzazione della figura del cecchino, ispirato a una storia reale, ma senza la contestualizzazione dell’Euro Maidan e la spiegazione delle ragioni politiche del conflitto.
Fig. 2 – L’attore James Norton e la regista Agnieszka Holland durante la prima londinese del film Mr. Jones nell’ottobre 2019. All’evento furono invitati anche membri della famiglia del giornalista gallese, che denunciò gli orrori dell’Holodomor negli anni Trenta
LA NARRAZIONE DELL’HOLODOMOR AL CINEMA: ‘MR JONES’
Mr Jones, prodotto nel 2019, propone il tema dell’Holodomor, un fatto storico su cui le AutoritĂ ucraine si sono spese per ottenere il riconoscimento internazionale come genocidio, mentre la Russia ha agito con vigore per evitarlo.
Il Governo russo difende l’operato della politica agricola staliniana degli anni Trenta in Ucraina, parlando delle carestie come danni non voluti. Al contrario gli ucraini vedono l’Holodomor come uno sterminio pianificato al fine di eliminare la classe contadina locale, poco incline alle politiche di forzata collettivizzazione del regime sovietico.
Il film è una produzione polacco-ucraina, con un finanziamento del Governo di Kyiv, ed è incentrato sul giornalista gallese Gareth Jones, che, contrariamente alla maggioranza della stampa occidentale presente a Mosca sotto Stalin, decise con coraggio di visitare i luoghi delle carestie come il Donbass e di denunciare gli effetti della collettivizzazione forzata in Ucraina, una scelta per cui sarebbe stato assassinato anni dopo da agenti segreti sovietici.
Nelle ambientazioni e nello stile si propone in modo efficace il tema storico, arrivando a un impatto interessante anche nel pubblico occidentale, essendo la figura dell’inglese Jones un elemento in cui lo spettatore può identificarsi, portando il film a un discreto successo nei Paesi europei.
Tale pellicola ha, quindi, contribuito a diffondere la storia dell’Holodomor al di fuori dell’Ucraina e, a seguito dell’invasione del 2022, molti Paesi lo hanno riconosciuto nei rispettivi Parlamenti come genocidio, portando Kyiv a una importante vittoria culturale sul Cremlino.
Lorenzo Pallavicini
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