Ristretto – Il Presidente haitiano è stato ucciso nella sua abitazione da un gruppo di soldati mercenari.
Nella notte tra martedì 6 e mercoledì 7 luglio il Presidente di Haiti Jovenel Moïse è stato assassinato nella sua casa di Port-au-Prince. Uomini armati sono entrati nell’abitazione di Moïse, uccidendo il Presidente e ferendo la moglie Martine Moïse, la quale ora si trova ricoverata in un ospedale in Florida, in condizioni che vengono definite stabili. La polizia ha ucciso quattro dei mercenari responsabili dell’assassinio del Presidente e ne ha arrestati altri due. Questi sono stati descritti come un gruppo di mercenari stranieri e assassini ben addestrati, che parlavano spagnolo e inglese. Ancora però non è ben chiaro chi possa essere il mandante di questo omicidio. Nel frattempo il Primo Ministro ad interim, Claude Joseph, ha invitato il Paese alla calma e ha dichiarato lo stato di emergenza per due settimane. Il Paese caraibico vive una situazione di forte instabilità politica ormai da diverso tempo, con manifestazioni ricorrenti contro lo stesso Moïse, il quale era accusato dall’opposizione di voler condurre Haiti verso una nuova dittatura. Moïse infatti stava governando per decreti senza più un Parlamento che gli facesse da contrappeso, sciolto quasi due anni fa e mai rinnovato. Gli Stati Uniti, attraverso una chiamata del segretario di Stato Antony Blinken al Presidente Joseph, si sono detti pronti a sostenere il Governo di Haiti verso un processo che assicuri pace e sicurezza e soprattutto un nuovo esecutivo democraticamente eletto.
Matteo Barbanera
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