L’escalation della tensione in Corea del Nord arriva dopo mesi di provocazioni e duri faccia faccia tra Pyongyang, Seul e Washington. China Files ha realizzato un interessante live update, che riportiamo qui.
(Qui il link all’articolo dell’agenzia editoriale China Files)
13 aprile 16:48 ora italiana. Update
Stati uniti e Cina sono concordi sulla necessità di denuclearizzazione la penisola coreana. L’obiettivo è stato delineato nell’incontro a Pechino tra il segretario di Stato americano, John Kerry e il numero uno delle diplomazia cinese, il Consigliere di Stato, Yang Jiechi. Prima della partenza per il tour asiatico iniziato a Seul e che continuerà a Tokyo l’ex candidato alla Casa Bianca non aveva fatto mistero di voler esortare il governo cinese a fare valere la propria influenza sulla Corea del Nord affinché ponga fine alle provocazioni e alle minacce che hanno segnato le ultime settimane per tornare al tavolo del dialogo sul nucleare.
Yang ha rimarcato a sua volta l’obiettivo cinese di mantenere pace e stabilità nella penisola. “Affrontare nella giusta maniera il tema del nucleare coreano è interesse comune di tutte le parti in causa”, ha aggiunto, “la Cina lavorerà, con tutti, compresi gli Stati Uniti, per avere un ruolo costruttivo nel promuovere i colloqui a sei (tra le due Coree, la Cina, gli Usa, il Giappone e la Russia, ndr) e realizzare gli obiettivi del comunicato congiunto del settembre 2005”, che prevedeva aiuti in cambio della denuclearizzazione, venuto tuttavia meno con il test del 2006.
12 aprile 15:48 ora italiana. Update
La Corea del Sud è pronta a costruire un rapporto di fiducia con il Nord lavorare per uno sviluppo congiunto, a patto che il regime ponga fine alle provocazioni. Lo ha detto la presidentessa Park Geun-hye a colloquio con il segretario di Stato Usa, John Kerry, in visita a Seul.
12 aprile 13:14 ora italiana. Update
Le minacce di guerra nordcoreane sono “inaccettabili sotto qualsiasi profilo” ha detto il segretario di Stato Usa, John Kerry in conferenza stampa dopo l’incontro con la presidentessa sudcoreana Park Geu-hey e con l’omologo sudcoreano Yun Byung-se.
A Seul per la sua prima visita nella regione dall’insediamento alla guida delle diplomazia Usa. Kerry ha definito un grave errore l’eventualità che il regime di Pyongyang possa procedere con il lancio di un missile a medio raggio, forse in occasione delle celebrazioni per l’anniversario dalla nascita di Kim Il-sung. Washington e Seul si sono trovati concordi nel ritenere inaccettabile l’ipotesi che la Corea del Nord possa diventare una potenza nucleare.
12 aprile 10:00 ora italiana. Update
La Corea del Sud è aperta a colloqui con il Nord per far calare la tensione nella penisola. A dirlo è stato il portavoce del ministero per la Riunificazione, Kim Hyung-suk, nel confermare che ieri Seul ha invitato Pyongyang a sedersi al tavolo della trattativa.
12 aprile, 9:30 ora italiana. Update
Il segretario di Stato americano, John Kerry, è a Seul nella tappa del suo viaggio asiatico che avrà in cima all’agenda le tensioni nella penisola coreana. Alla vigilia del viaggio è trapelata l’intenzione del numero uno delle diplomazia statunitense di esortare la Cina a fare pressioni su Pyongyang affinché ponga fine alle azioni di destabilizzazione.
Ieri intanto citando un rapporto dell’intelligence della Difesa, il deputato repubblicano, Doug Lamborn, ha lanciato l’allarme sulla capacità, sebbene ancora bassa, dei nordcoreani di armare un missile con testate nucleari. Tesi inesatta, secondo il Pentagono: “E’ inesatto presumere che il regime nordcoreano abbia testato fino in fondo, messo a punto o mai dimostrato il tipo di capacità nucleari evocate“.
10 aprile, 15:51 ora italiana. Update
Il sito dell’emittente sudcoreana Kbs è off-line e le i servizi online della banca NongHyup Bank sono paralizzati nel giorno in cui Seul ha puntato il dito contro i nordcoreani per gli attacchi a televisioni e banche di un due settimane fa.
9 aprile, 16 45 ora italiana. Update
La guerra psicologica nordcoreana punta sulle redazioni. L’agenzia ufficiale Knca ha attaccato i quotidiani conservatori del Sud per la copertura del plenum del Comitato centrale del Partito della scorsa settimana, per le accuse a Pyongyang di atteggiamenti pericolosi e perché, secondo il Nord, starebbero distorcendo la situazione. L’agenzia ha paragonato la stampa del Sud a criminali di guerra che, scrive, saranno puniti con la morte.
9 aprile, 15:20 ora italiana. Update
La penisola coreana è vicina ad una “guerra termonucleare“. Lo ha comunicato in mattinata il governo nordcoreano, attraverso l’agenzia di stampa ufficiale Knca, invitando gli stranieri residenti a nord del 38esimo parallelo a considerare la possibilità di evacuazione verso Seul. Come scrive la Afp da Seul, questa è l’ultima di una serie di minacce apocalittiche finora paventate dal regime del giovane Kim Jong-un.
9 aprile, 15 ora italiana. Update
Da stamane nel centro di Tokyo, nell’area del ministero della difesa, è stata installata una batteria antimissile Patriot, in previsione di un attacco missilistico dalla Corea del Nord. La misura di emergenza di oggi segue l’ordine dato dal ministro della difesa Onodera domenica scorsa di abbattere qualsiasi missile nordcoreano diretto al Giappone.
8 aprile 2013, 17:50 ora italiana. Update
Daniel Pinkston dell’International Crisis Group dà due possibili spiegazioni della sospensione temporanea delle attività nel complesso industriale inter-coreano di Kaesong. La mossa di Pyongyang, scrive, potrebbe essere dovuta al cercare di fare pressioni spendendo una moneta di scambio con un valore alto per il regime e mostrare così la serietà delle posizioni nordcoreane.
La seconda ragione potrebbe essere la stabilità interna del regime. La mossa di Pyongyang vedrebbe la gestione di Kaesong tolta dalle mani dei sudcoreani per passare a un organismo del Nord dove posizionare uomini a lui fedeli, sebbene senza i materiali e la gestione dal Sud esista il rischio di non raggiungere gli obiettivi prefissati. Stabilità compresa.
8 aprile 2013, 12:35 ora italiana. Update
L’eventualità di un conflitto nella penisola coreana farebbe sembrare il disastro nucleare di Chernobyl “una fiaba per bambini“. A paragonare l’incidente nella centrale ucraina del 1986 con il rischio che le tensioni tra le due Coree possano degenerare è stato il presidente russo, Vladimir Putin, parlando dalla Germania ed esortando tutte le parti in causa alla calma. Il leader del Cremlino ha inoltre salutato con favore la decisione statunitense di rinviare il previsto test di un missile balistico intercontinentale per non esasperare la situazione.
8 aprile 2013, 10:29 ora italiana. Update
Pyongyang ha ordinato ai lavoratori nordcoreani di lasciare il complesso industriale congiunto di Kaesong. Le operazioni sono temporamente sospese. La decisione è arrivata a margine della visita di un alto funzionario governativo nell’area industriale. Nei giorni scorsi il regime aveva bloccato l’accesso di merci e lavoratori sudcoreani con ripercussioni sulla produzione e minacciato di chiudere il complesso per ritorsione contro le analisi che collegavano la mancata chiusura di Kaesong all’importanza economica che riveste per il regime.
8 aprile 2013, 9:00 ora italiana. Update
Secondo il ministero della Difesa sudcoreano l’eventuale nuovo test nucleare della Corea del Nord non è imminente. La divergenza di opinione tra la Difesa a il dicastero per la Riunificazione, che per primo aveva parlato di un ipotetico quarto test, indica secondo Alastair Gale del Wall Street Journal, le difficoltà ad avere informazioni certe sulla realtà del Nord.
In precedenza, a colloquio con i parlamentari, il ministro per la Riunificazione, Ryoo Kihl-jae, aveva parlato dell’intensificarsi del traffico di veicoli e delle attività attorno al sito di Punggye-ri, senza tuttavia entrare in maggiori dettagli. Già nei giorni successivi al test di febbraio, la Corea del Nord aveva minacciato di essere pronta a condurre un quarto e forse anche un quinto esperimento, in aperta violazione delle sanzioni votate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
8 aprile 2013, 7,00 ora italiana. Update
Secondo fonti sudcoreane la Corea del Nord starebbe preparando un nuovo test nucleare. Nella giornata di ieri erano arrivate le forti parole di Xi Jinping, il presidente cinese, contro chi “diffonde caos e rischi di guerra nell’area, per fini egoistici”.
8 aprile 2013, 7,00 ora italiana. Update
On line lo speciale Corea del Nord: reportage da Dandong e possibili riforme economiche in Corea del Nord
6 aprile 2013, 17, 12 ora italiana. Update
Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha ordinato l’aumento della produzione di artiglieria, riferisce la televisione di Stato. L’ordine è datato 17 marzo. Il documentario dell’emittente è l’ultimo messaggio bellicoso in ordine di tempo lanciato dal regime nella guerra di provocazioni contro statunitensi e sudcoreani.”Una volta scoppiato il conflitto dovremo distruggere le postazioni militari e le istituzioni dei nostri nemici con attacchi veloci”, sono le parole attribuite al giovane leader. Ieri gli Stati Uniti hanno cercato di minimizzare i rischi riconducendo le minacce di Pyongyang, che si ritiene possa lanciare un missile a medio-raggio, a uno schema già usato in passato.
6 aprile 2013, 16,22 ora italiana. Update
L’ufficio ella presidentessa Park Geun-hye non ha rilevato alcuno sviluppo degno di nota in Corea del Nord, nonostante le minacce di attacchi contro il Sud e contro gli Stati Uniti. È quanto riferisce l’agenzia Yonhap, citando fondi della presidenza, a margine dell’incontro tra il numero uno dell’ufficio sulla sicurezza nazionale, Kim Jang-soo e Ju Chul-ki segretario presidenziale per gli affari esteri.
6 aprile 2013, 12,45 ora italiana. Update
I diplomatici stranieri a Pyongyang stanno discutendo dell’avviso del governo nordcoreano che ieri ha detto di non essere in grado di garantire la sicurezza del personale delle ambasciate in caso di conflitto e chiesto di prendere in considerazione l’evacuazione.
Secondo quanto riferito dalla rappresentanza bulgara all’agenzia France Presse, i diplomatici europei discuteranno una posizione comune. La Germania ha già fatto sapere che al momento la rappresentanza continua il proprio lavoro. Per il Foreign Office britannico si tratta invece di una mossa all’interno della strategia retorica nordcoreana, che indica negli Stati Uniti una minaccia per il Paese.
5 aprile 2013, 16:07 ora italiana. Update
Il mese scorso un articolo dello JoongAng Ilbo in cui si riportava la notizia di un fallito tentativo di assassinare Kim Jong-un, spiegava anche che gli avvisi alle ambasciate potrebbero essere l’ultimo passo prima di attentati in Corea del Sud “orchestrati da Pyongyang”, ma condotti in modo da non essere direttamente riconducibili a loro.
Gli attacchi sarebbero l’ultimo di una serie di tre scenari decisi dal giovane leader. Secondo al fonte citata dal quotidiano sudcoreano, ad aprile c’è il rischio di carenza di cibo. I leader vorrebbero quindi unire la popolazione. Per questo il crescendo della tensione. La presidenza sudcoreana ha esortato ieri la stampa locale a evitare articoli basati su fonti anonime.
5 aprile 2013, 15:21 ora italiana. Update
Dopo la Russia anche il Foreign Office britannico ha detto di aver ricevuto dal governo nordcoreano la richiesta di considerare l’ipotesi di evacuare l’ambasciata di Pyongyang. “Hanno spiegato di non essere in grado di garantire la sicurezza delle rappresentanze diplomatiche e delle organizzazioni internazionali in caso di conflitto dal 10 aprile”, recita la nota del portavoce britannico.
5 aprile 2013, 14:35 ora italiana. Update
Il governo nordcoreano ha invitato la Russia a evacuare l’ambasciata russa a Pyongyang, secondo quanto riportano le fonti diplomatiche russe, rivela oggi Voice of Russia. La Germania inoltre sta consultando gli alleati europei e ha convocato l’ambasciatore nordcoreano.
5 aprile 2013, 14:30 ora italiana. Update
Online il pezzo di Andrea Pira e l’analisi di Simone Pieranni sull’evoluzione della tensione in Corea del Nord (sotto i link):
Corea del Nord, un pericolo reale?
La Corea del Nord pare sia un “pericolo reale” , ma nessuno sa avanzare ipotesi su quello che succederà. E anche la Cina, lo stato che meglio conosce la realtà nordcoreana, si divide sulla linea da seguire. Tagliare i ponti con il vecchio alleato o appoggiarlo nella speranza che segua la strada già tracciata dalla Rpc?
Corea del Nord – La frustrazione di Pechino
La crisi nella penisola coreana sta facendo emergere la rottura del sodalizio tra Pechino e Pyongyang. La Cina è stanca delle minacce del giovane Kim, stratagemma per alzare il prezzo della calma nordcoreana e fare pressioni su una Pechino che ha voltato le spalle allo storico alleato.
5 aprile 2013, 9:44 ora italiana. Update
Secondo quanto riferisce l’agenzia sudcoreana Yonhap, i nordcoreani hanno caricato due missili a medio raggio su rampe mobili e posizioni in una qualche località segreta sulla costa orientale. Non è ancora chiaro se si tratti di preparativi per un test o di un lancio nell’abito di non meglio precisate esercitazioni.
5 aprile 2013, 9:20 ora italiana. Update
L’ambasciata Usa a Seul ha inviato un messaggio ai cittadini statunitensi per rassicurarli. Nonostante l’attuale situazione di tensione in Corea del Nord, non ha informazioni specifiche che facciano presagire imminenti minacce contro americani o strutture statunitensi. L’ambasciata, si legge, non ha cambiato il livello di sicurezza né raccomanda precauzioni particolari per chi voglia visitare o si trovi attualmente in Corea del Sud.
5 aprile 2013, 8:10 ora italiana. Update
Circa 2 mila account e-mail sudcoreane sarebbero sotto indagine a causa di legami con il siti di propaganda nordcoreana Uriminzokkiri ieri preso di mira dagli hacker di Anonymous. Tra i 9,100 iscritti al sito molto vicino al regime di Pyongyang, rivela Yonhap, ci sarebbero studenti universitari e dipendenti di grandi aziende come Samsung e Lg. Altri 4000 profili sono registrati in Cina.
Le autorità di Seul decideranno a breve se punire i 2000 sudcoreani per violazione della Legge sulla sicurezza nazionale che proibisce a ogni cittadino sudcoreano di divulgare l’ideologia politica del Nord a sud del 38esimo parallelo. Le due Coree sono formalmente in guerra dal 1953. Prima di questo episodio, altri sudcoreani erano stati puniti per aver scaricato e diffuso articoli da siti di propaganda nordcoreana.
5 aprile 2013, 8:00 ora italiana. Update
La marina sudcoreana, rivela oggi l’agenzia di stampa Yonhap ha inviato due distruttori Aegis, equipaggiati con sistemi di intercettazione radar avanzati, in previsione di un lancio missilistico da parte di Pyongyang a largo delle coste della Corea del Nord.
Le navi, con una portata da 7,600 tonnellate e dotate di radar SPY-1 in grado di intercettare migliaia di obiettivi a più di mille chilometri, sono state inviate su entrambe le coste della penisola nel tentativo di tracciare la traiettoria di un missile nordcoreano e intercettarlo.
L’esercito sudcoreano, continua Yonhap, sta comunque agendo anche via terra e via aerea; sono stati infatti predisposti un sistema di radar antimissile “Green Pine” e un sistema di allerta immediata per l’aviazione “Peace Eye”.
4 aprile 2013, 23:00 ora italiana. Update
Cosa sta succedendo nel “Regno Eremita”? Se lo chiede il quotidiano canadese The Star, che per l’occasione interpella alcuni esperti della realtà nordcoreana.
Andrew Natsios della Texas A&M University, alla domanda se Kim Jong-un sia davvero in sella al paese, risponde che il recente colpo a effetto del regime di Pyongyang sia una copertura per una purga dell’attuale “governo geriatrico” e delle gerarchie militari, a favore di una nuova schiera di giovani lealisti. L’aumento della tensione con altri paesi sarebbe quindi un modo per sbarazzarsi di una parte del dissenso interno all’establishment.
A cosa sta pensando allora Kim con le sue minacce? “Si tratta della stessa retorica usata negli ultimi 6 decenni“, risponde David Kang della University of Southern California. Kang ricorda poi che negli ultimi 63 anni la Corea del Nord è sempre stata in guerra contro la Corea del Sud.“E’ per questo che anche oggi i dibattiti sono gli stessi di 15 anni fa: ‘Kim è matto? Dobbiamo correre ai ripari?'”.
Sulla minaccia nucleare risponde Sigfried Hecker, scienziato nucleare di Cisac news. “La Corea del Nord avrà pure la bomba, ma non un arsenale nucleare”. E sulla riattivazione di Yongbyon è scettico: sarebbe una minaccia priva di fondamento. L’impianto è stato disattivato nel 2008 e ciò che ne rimane oggi è inutilizzabile perché obsoleto.
E’ il “dilemma della sicurezza”, conclude Kang: “c’è un pericolo di calcoli errati. Ma misure di deterrenza sono in atto da entrambe le parti da decenni. Tutti e due si battono il petto e urlano, e credono alle reciproche minacce. Così sappiamo che se fossimo davvero sul punto di sferrare un attacco preventivo, l’altra parte non lo capirebbe (…) Le cose che facciamo per sentirci più sicuri ci fanno sentire meno sicuri“.
4 aprile 2013, 18:46 ora italiana: Update
Le minacce e gli atteggiamenti bellicosi di Pyongyang sono un passo intermedio verso una politica economica della porta aperta. A dirlo in un’intervista all’agenzia sudcoreana Yonhap, è l’esule, politologo ed esperto di questioni nordcoreane, An Chan-il, già soldato per la dinastia dei Kim prima di fuggire al Sud.
Secondo An, le provocazioni nordcoreane sono un modo per rafforzare il controllo sul Paese e confrontarsi alla pari con l’amministrazione di Park Geun-hye. “Il Nord vuole riprendere il programma congiunto di visite sul monte Kumgang”, ha detto lo studioso, prevedendo che potrebbero ripartire già a maggio una volta accantonata la retorica di guerra. Il Nord ha bisogno di finanziamenti dall’esterno e il programma nucleare è usato come leva per averli, ha spiegato An.
4 aprile 2013, 18:20 ora italiana. Update
I mercati finanziari sudcoreani hanno avuto una giornata tormentata, per il rischio geopolitico provocato dalle minacce nordcoreane. L’indice Kospi ha infatti ceduto 23,77 punti percentuali.
“Il rischio Corea del Nord con il rafforzamento del dollaro ha scoraggiato gli investitori“, ha affermato Lee Kyung-soo, analista della Shinyoung Securities all’agenzia Yonhap.
Colossi industriali come Samsung, Hyundai e Kia hanno perso tra l’1 e il 5 per cento sulle loro quotazioni in borsa.
4 aprile 2013, 15:17 ora italiana. Update
Pechino ha rifiutato la richiesta nordcoreana per un inviato di alto livello a Pyongyang, che aiuti a ricucire i rapporti sempre più sfilacciati tra i due alleati. Lo riferisce il quotidiano JoongAng Ilbo, citando diverse fonti nella capitale cinese. La richiesta prevedeva una figura di alto profilo, almeno di livello pari a un viceministro, scrive il quotidiano secondo cui la parte cinese pretende che sia prima il governo di Pyongyang a inviare un suo rappresentante.
L’ultima visita di un alto funzionario cinese risale allo scorso 29 novembre con il viaggio a Nord del 38esimo parallelo di Li Jianguo, membro del Politburo del Pcc. Una visita poi rinviata era in programma alla vigilia del test nucleare dello scorso 12 febbraio.
Il “legame di sangue” tra i due Paesi si è allentato per le provocazioni nordcoreane, nonostante le esortazioni a più miti consigli che arrivano da Pechino. All’interno della dirigenza cinese è aperto il dibattito tra le vecchia guardia ancora legata al riottoso vicino e chi punta a un ripensamento delle relazioni con Kim Jong-un. Mentre la Cina schiera le truppe al confine per difendersi da un eventuale crollo del regime di Pyongyang.
4 aprile 2013, 15:00 ora italiana. Update
Secondo quanto riferisce l’agenzia sudcoreana Yonhap, dall’ufficio della presidentessa Park è arrivata l’esortazione a non pubblicare storie che riguardano la Corea del Nord basate su fonti anonime.
4 aprile 2013, 15:00 ora italiana. Update
Il sito Uriminzokkiri vicino al regime di Pyongyang è stato colpito da un attacco informatico, così come il proprio account Twitter e Flickr. L’attacco arriva a stretto giro dalla diffusione dei dati di 9mila presunti utenti del sito con username, nomi reali, indirizzi email. Su Twitter l’immagine del profilo è stata sostituita con quella di una coppia che balla il tango (riferimento a tango down, quando l’attacco va a buon fine) con lui che indossa la maschera di Guy Fawkes, simbolo di Anonymus.
4 aprile 2013, 14:35 ora italiana. Update
La Corea del Nord, spiega Ian Buruma sul canadese Globe and Mail, è un Paese dimenticato, “con una popolazione di 24 milioni di abitanti e governata da una grottesca dinastia che si definisce ‘comunista’, non fosse altro per le armi atomiche“.
La vera tragedia è che nessuno vuole cambiare lo status quo di un Paese impoverito e devastato dalle carestie. E, aggiunge Buruma, nessuno ha intenzione di sobbarcarsi il peso di uno stato fallito, o peggio, colpito da una guerra contro gli Usa: né la Cina, che vuole conservare la sua influenza e mantenere la Corea del Nord uno stato cuscinetto, né la Corea del Sud, che non intende farsi carico dei problemi del Nord, come successe in Germania dopo il crollo del muro di Berlino.
4 aprile 2013, 14:20 ora italiana. Update
Jaeyeon Woo scrive su un blog del Wall Street Journal, Korea Real Time, che tra i responsabili dell’amministrazione di Seul comincia a circolare l’idea di inviare personale diplomatico a nord del 38esimo parallelo per trovare attivamente una soluzione pacifica alla tensione delle ultime ore.
Uno dei sei membri del consiglio supremo del partito di governo, Chung Woo-taik ha parlato di avviare un’opera di “diplomazia preventiva“, con l’invio di un incaricato delle trattative con Pyongyang. “Dobbiamo reagire severamente alle provocazioni“, ha dichiarato in un’intervista Chung, “ma allo stesso tempo aprire diversi canali (…) per capire le reali intenzioni [del regime nordcoreano]”.
4 aprile 2013, 10:35 ora italiana. Update
Il ministro della Difesa sudcoreano, Kim Kwam-jin, ha confermato che il Nord sta trasferendo un missile a medio raggio verso la costa orientale. Intervenuto davanti al comitato parlamentare per la difesa ha tuttavia smentito le indiscrezioni di stampa riguardo il dispiegamento di un missile KN-08 con gittata teorica di 10mila chilometri puntato contro gli Stati Uniti continentali.
Secondo quanto riferito dall’agenzia Yonhap, che cita fonti di intelligence sudcoreane e statunitensi, il missile in movimento è un Musudan con gittata tra i 3mila e i 4mila chilometri, mai testato e capace, in teoria, di raggiungere le basi Usa a Guam, dove Washington ha annunciato il posizionamento del sistema di difesa Thaad (Terminal High Altitude Area Defense).
4 aprile 2013 – Fine dell’alleanza tra Cina e Corea del Nord?
Le prime notizie che arrivano dalla mattinata asiatica consegnano una Cina al limite della pazienza. Le intemperanze di Pyongyang, tra minacce di attacco nucleare agli Usa e chiusura definitiva del polo di Kaesong, costringono Pechino a prendere una posizione forte nella vicenda.
Il governo cinese guarda “con profonda preoccupazione” alla situazione attuale, richiamando tutte le parti alla calma e ad evitare “azioni provocatorie e capaci di peggiorare la situazione”. Monito a doppio taglio per l’aviazione americana e i proclami di Pyongyang.
Alla luce di queste dichiarazioni e, soprattutto, del voto favorevole a nuove sanzioni contro la Corea del Nord da parte di Pechino dello scorso febbraio, i movimenti dell’Esercito di liberazione nazionale al confine nord-est cinese possono essere interpretati come misura cautelare per salvaguardare le rotte del petrolio cinese nella regione nell’evenienza di un collasso di Pyongyang.
Gli occhi sono quindi puntati sulla Cina e sulle decisioni di Xi Jinping circa i rapporti col turbolento vicino nordcoreano: un’isolamento cinese cambierebbe drasticamente i rapporti di forza nell’area.
3 aprile 2013 – Il canarino di Kaesong
Kaesong è il complesso industriale congiunto delle due Coree. Un’area dove le aziende del Sud danno lavoro agli operai del Nord, esempio fruttuoso della collaborazione tra i due Paesi. La situazione a Kaesong è sempre stata la cartina tornasole degli effettivi rapporti nella penisola coreana, al di là dei comunicati roboanti di Pyongyang ad uso e consumo della propaganda interna.
Per questo il divieto di accedere all’area esteso dal Nord agli impiegati sudcoreani è un segnale preoccupante. Non succedeva dal 2009.
Il complesso di Kaesong in funzione serve ad entrambi. A Seul, per l’accesso a una manodopera specializzata molto conveniente, e a Pyongyang, che nel polo animato da 123 piccole e medie imprese sudcoreane impiega migliaia di lavoratori del Nord.
2 aprile 2013 – Si mobilita la Cina
Anche Pechino decide di impegnarsi nella “diplomazia militare” a sostegno di Pyongyang: aumentano i reparti dell’Esercito di liberazione nazionale al confine con la Corea del Nord, pronti ad intervenire per scongiurare un’unione delle due Coree sotto l’egida di Washington.
Nel frattempo pare che la Marina cinese abbia condotto delle esercitazioni navali nel Mar Giallo, gesto da aggiungersi alla mobilitazione di corazzati nella provincia di Lianoning e alla messa in funzione di aerei da guerra cinesi nelle basi lungo la frontiera nordcoreana.
I segnali indicano una vittoria dei falchi all’interno dell’Esercito cinese, decisi a tenere il punto e a non isolare l’alleato storico.
2 aprile 2013 – Sfoggio di forza sul 38esimo parallelo
L’escalation della tensione nella penisola coreana non si placa. Alle minacce di Kim gli Usa rispondono inviando i caccia F-22 in Corea del Sud, trascinando anche Seul in una dimostrazione di forza molto pericolosa.
La presidente Park dichiara che “Come comandante in capo delle forze armate, mi fiderò del giudizio dei militari su provocazioni e brusche sorpresa da parte della Corea del Nord. Svolgeremo il nostro dovere di guardiani della sicurezza delle persone, senza distrazioni”.
29 marzo 2013 – Kim minaccia gli Usa, di nuovo
Pyongyang dirama un comunicato che mette in allerta le basi missilistiche, pronte per un attacco delle basi Usa in Corea del Sud e nel Pacifico. Ancora una volta, tecnicamente, si tratta di una reazione alla presenza americana nella regione. Gli Usa avevano appena dato il via a una serie di voli di esercitazione dei bombardieri B-2 Stealth, parte delle manovre militari congiunte di Washington e Seul.
La settimana precedente i B-52 a stelle e strisce, in grado di trasportare testate nucleari, avevano fatto la loro comparsa nei cieli della penisola coreana. Segno che la “pazienza strategica” dell’amministrazione Obama stava per finire.
Seul, a differenza degli Usa, preferisce la cautela, rinnovando gli inviti al dialogo estesi ai cugini del Nord.
7 marzo 2013 – Sanzioni approvate all’unanimità
All’Onu si torna a discutere di nuove sanzioni contro la Corea del Nord. Per la prima volta vengono votate all’unanimità, anche dalla Cina.
21 febbraio 2013 – Cosa significa la Corea del Nord per la Cina
Intervista a June Teufel Dreyers, una delle principali esperte mondiali di forze armate cinesi e professoressa alla Miami University. Per Dreyers le provocazioni nordcoreane mettono a repentaglio l’asset più importante del Pcc: la mianzi, la faccia, la reputazione di “fratello maggiore” della Corea del Nord della quale Pechino gode a livello internazionale. In passato la Cina era riuscita a contenere l’esuberanza di Pyongyang, fungendo da cuscinetto nella politica estera e consigliere accreditato nei piani alti del Nord.
Ma gli ultimi eventi – il test nucleare, in particolare – hanno di fatto incrinato il rapporto di fiducia che lega la Cina alla Corea del Nord. Kim – o chi per lui – ha iniziato a fare di testa sua, e per Pechino diventa un problema di autorevolezza.
Xi Jinping deve prendere una decisione e decidere da che parte stare, se dietro allo “Stato canaglia” oppure assecondare le richieste dei partner commerciali – Usa su tutti – di una nuova politica estera nella regione improntata ad una normalizzazione dei rapporti nella penisola coreana.
18 febbraio 2013 – Il vicino scroccone
Analisi dei rapporti economici tra Cina e Corea del Nord, un legame che per Pechino sta diventando decisamente oneroso, non solo in termini di politica estera.
Lo scambio tra i due, dal 2000, è aumentato di 12 volte, fino alla cifra record di 6,03 miliardi di dollari. Niente rispetto all’asse economica Pechino-Seul, che ogni anno di miliardi di dollari ne macina 215, mentre l’altro grande vicino, il Giappone, vanta scambi con la Cina per 345 miliardi di dollari (terzo partner commerciale di Pechino dopo Ue ed Usa).
La Cina prende dal Nord materie prime – in particolare le terre rare – e provvede al rifornimento costante di petrolio e materie prime a prezzi scontati. Più che commercio si parla quindi di solidarietà alla causa, anche se Pyongyang cede le sue materie prime a prezzi decisamente vantaggiosi. Non per ricambiare il favore: la Cina è il suo unico acquirente.
13 febbraio 2013 – Il sogno nucleare si avvicina
Come promesso, la Corea del Nord effettua un test nucleare sotterraneo. L’esperimento, “svolto in condizioni di sicurezza e perfettamente riuscito”, provoca un sisma da 5,1 gradi Richter che scuote Corea del Sud e Giappone. Pioggia di condanne da tutto il mondo e soprattutto dalla Cina, che pur con un comunicato molto blando, non si esime dal puntare il dito contro l’ultimo gesto scriteriato dei vicini di Pyongyang.
Sul Global Times, quotidiano cinese in lingua inglese molto vicino al Pcc, si legge che “Quello di Pyongyang è un gesto sconsiderato, che finirà per colpire la sua popolazione”. Xi Jinping, presidente in pectore della Repubblica popolare cinese, è davanti a un bivio: chiudere i rubinetti all’alleato nordcoreano, tagliando gli aiuti, oppure continuare a coprire Pyongyang, con effetti devastanti per l’immagine della Cina all’estero.
24 gennaio 2013 – Pyongyang lancia la sfida nucleare
Le critiche arrivate da mezzo mondo per il lancio del satellite del dicembre precedente chiudono la Corea del Nord in un angolo di isolamento internazionale. Kim reagisce attaccando, annunciando la volontà di condurre un nuovo test nucleare – il terzo, dagli anni Duemila – facendo definitivamente franare i colloqui a sei (Cina, Corea del Sud, Corea del Nord, Giappone, Russia e Stati Uniti) per la denuclearizzazione della penisola coreana, in fase di stallo dal 2008.
Pyongyang, nel comunicato che annuncia nuovi test, se la prende anche con Cina e Russia, “quei grandi Paesi che hanno abdicato ai loro principi sotto l’influenza statunitense”.
18 dicembre 2012 – Il fattore Kim
Nelle elezioni presidenziali sudcoreane, vinte poi da Park Geun-hye, bisogna considerare il fattore Kim. Entrambi i candidati sudcoreani dichiarano di voler riaprire il dialogo coi vicini del Nord, a patto però di tangibili cambi di direzione nella politica nuclearista di Pyongyang.
La mano tesa di Seul rappresenta però una minaccia all’impianto propagandistico nordcoreano: i contatti tra le élite economiche dei due Paesi potrebbero sgretolare le fondamenta ideologiche a nord del 38esimo parallelo.
12 dicembre 2012 – Lancio effettuato con successo
Pyongyang sorprende la comunità internazionale e riesce a lanciare un razzo, ufficialmente per “mandare in orbita un satellite”. Ci aveva provato l’aprile precedente e il missile era finito in acqua, costringendo il governo ad ammettere il fallimento.
L’attività aerospaziale della Corea del Nord viola la risoluzione 1874 dell’Onu, che vieta a Pyongyang l’utilizzo di strumenti balistici. Mentre la Corea del Nord festeggia e si commuove, Cina , Usa e Russia si preoccupano. Gli Stati Uniti, in particolare, parlano di “pazienza strategica”, nella speranza che il Nord la finisca con le provocazioni.
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