Analisi – La “Dichiarazione di Northwood” del 10 luglio 2025 apre a una coordinazione tra Francia e Regno Unito in ambito di deterrenza nucleare. Il comunicato è stato accuratamente calibrato e per questo va compreso cosa implichi davvero.
LA DICHIARAZIONE DI NORTHWOOD
Il 10 Luglio 2025 Francia e Gran Bretagna hanno affermato la cosiddetta “Dichiarazione di Northwood” nella quale stabiliscono:
“Le nostre armi nucleari esistono per scoraggiare le minacce più estreme alla sicurezza delle nostre nazioni e ai nostri interessi vitali. Le nostre forze nucleari sono indipendenti, ma possono essere coordinate e contribuire in modo significativo alla sicurezza complessiva dell’Alleanza e alla pace e alla stabilità dell’area euroatlantica. […] Francia e Regno Unito concordano sul fatto che non esiste una minaccia estrema per l’Europa che non induca le nostre due nazioni a reagire. Francia e Regno Unito hanno quindi deciso di approfondire la loro cooperazione e il coordinamento in materia nucleare”.
La dichiarazione avvicina quella che finora era solo un’ipotesi di estensione degli ombrelli nucleari francese e britannico all’intera Unione Europea, ventilata già a marzo di quest’anno.
Il comunicato parla di “coordinazione e cooperazione” che verranno gestite tramite un (come è definito nel testo inglese) “UK-France Nuclear Steering Group”, guidato dalla Presidenza Francese e dal Governo Britannico. Si occuperà di aspetti della direzione politica della coordinazione e cooperazione, inclusa politica nucleare, capacità e operazioni.
IL SIGNIFICATO DELLA DICHIARAZIONE
Come sempre accade quando si tratta di deterrenza nucleare, le parole del comunicato congiunto sono attentamente calibrate. Pur non indicando esplicitamente che ora l’ombrello nucleare si applica all’intera Unione Europea, viene indicato che ogni “minaccia estrema” (termine preso dalla dottrina nucleare britannica) al territorio dell’Unione Europea possa costituire un’analoga minaccia agli interessi francesi e britannici, e possa quindi provocare una risposta nucleare.
I termini sono volutamente ambigui, perché entrambi i Paesi hanno sempre perseguito, nella loro dottrina nucleare, il principio dell’ambiguità strategica, ovvero non far capire all’avversario quali siano esattamente le proprie linee rosse per costringerlo ad agire “per difetto”. In tal modo si presuppone che l’avversario sia costretto a calibrare attentamente ogni propria mossa e a trattenersi maggiormente, impossibilitato a poter calcolare esattamente fino a che punto possa spingersi prima di scatenare una rappresaglia.
In termini reali, di fatto comunica come la deterrenza nucleare franco-britannica possa coprire effettivamente anche il resto dell’Europa, ma senza “intrappolare” i due Pasi in linee rosse rigide che si sentano costretti a rispettare – o che facciano loro perdere di credibilità se non possono.
Al tempo stesso, la dichiarazione non porta ad alcun effetto pratico nel breve. I due arsenali nucleari rimangono indipendenti l’uno dall’altro e non si ha alcuna modifica alla propria dottrina nucleare, poiché il concetto di impiego in caso di minaccia a interessi vitali o davanti a minacce estreme era già incluso per entrambi. Anche in questo caso, dunque, la dichiarazione apre a sviluppi futuri senza obbligare nessuno a modificare nel breve la propria capacità attuale.
Tuttavia la capacità dei due Paesi non è al momento comparabile.
Fig. 1 – Il Presidente Francese Emmanuel Macron accolto dal Primo Ministro britannico Keir Starmer
IL DETERRENTE FRANCESE
La Francia dispone di un arsenale autonomo e indipendente, che fino agli anni Novanta del XX secolo prevedeva una triade nucleare completa, attualmente ridotta a diade:
- IRBM del 1er Groupement de Missiles Stratégiques nella base a Plateau d’Albion, attivi fino al 1996.
- Missili cruise aviolanciati ASMP-A (air-sol moyenne portée-amélioré) trasportati da cacciabombardieri Rafale (circa 40 testate su cacciabombardieri Rafale BF3 da base a terra, circa 10 su cacciabombardieri Rafale MF3 che possono essere imbarcati sulla portaerei Charles de Gaulle)
- ICBM M51.2 (e prossimamente M51.3) montati sui quattro sottomarini a propulsione nucleare (SSBN) classe-Triomphant per un totale di circa 240 testate.
L’arsenale, che conta circa 290 testate, è interamente costruito e manutenuto in Francia, che può quindi operare indipendentemente. La differenza tra arsenale aereo (Commandement des Forces Aériennes Stratégiques, CFAS) e marittimo (Force océanique stratégique, FOST) si basa anche nella dottrina d’impiego. Se da un lato gli SSBN costituiscono la capacità di assured second strike, l’arsenale aereo costituisce una possibilità di impiego per avvertire l’avversario. La dottrina infatti prevede l’impiego di un “colpo di avvertimento” definito come “limitato e irripetibile” laddove l’avversario stia minacciando gli interessi vitali francesi, costituito da un lancio di ASMPA volto a indicare come sia l’ultimo avvertimento prima dell’impiego massiccio dell’arma nucleare. L’impiego è dunque rivolto al ristabilire la deterrenza, nel caso l’avversario non si sia fermato prima.
Per garantire tale capacità, la Francia conduce quattro volte all’anno l’esercitazione nucleare “Poker”, che coinvolge l’impiego di cacciabombardieri, caccia di scorta e aerei cisterna in uno scenario ipotetico di impiego dell’arma.
Fig. 2 – SSBN francese classe-Triomphant
IL DETERRENTE BRITANNICO
Il Regno Unito ha invece lasciato decadere il proprio arsenale nucleare dalla fine della Guerra Fredda, conservando un unico sistema: i propri SSBN classe-Vanguard, dotati di missili Trident II D5 con un totale di circa 120 testate (anche se l’arsenale completo, incluse quelle non pronte all’uso, potrebbe essere di 225 testate).
Se da un lato gli SSBN costituiscono comunque una capacità di assured second-strike, il problema britannico risiede nel fatto di essere un arsenale autonomo ma non indipendente. È autonomo perché Londra non necessita di autorizzazioni esterne per impiegarlo (addirittura, in caso di distruzione del Governo britannico la decisione può essere delegata al comandante dell’SSBN tramite la “lettera di ultima istanza”). Non è indipendente perché la manutenzione dei missili Trident II D5 (incluso il sistema di guida e l’accoppiamento delle testate con i veicoli di rientro) richiede l’intervento USA presso la Naval Submarine Base di Kings Bay, in Georgia, per la quale il Regno Unito paga annualmente.
Oltre a questo, le ristrettezze di budget stanno colpendo anche gli SSBN, il cui numero ridotto richiede missioni in mare sempre più lunghe che aumentano lo stress di equipaggi e vascelli, a discapito della readiness.
Riconoscendo l’attuale vulnerabilità dell’arsenale, il Regno Unito ha recentemente deciso di ricostituire anche una componente aerea, acquistando 12 F-35A capaci di portare bombe nucleari B62-12 USA nell’abito del Nuclear Sharing NATO.
La mossa conferma tuttavia il legame tra Londra e Washington sul tema di deterrenza nucleare ed è proprio su questo aspetto che risiedono i maggiori interrogativi circa il futuro del deterrente britannico. In particolare ci si chiede se la cooperazione con la Francia possa includere un allontanamento progressivo dalla tecnologia USA per quella transalpina. Per ora tali valutazioni appaiono premature e comunque si tratterebbe di evoluzioni di lungo e lunghissimo termine.
Fig. 3 – F-35A in volo
EFFETTI COLLATERALI
La mancanza di effetti immediati non deve comunque coprire la rilevanza di un accordo che era precedentemente considerato irrealistico e che è chiaramente rivolto alla Russia e alle sue mire espansionistiche verso l’Europa orientale, almeno in ambito di deterrenza strategica. Come già spiegato in passato, l’arsenale combinato franco-britannico è sufficiente a tale scopo, tramite la minaccia di danni inaccettabili a un qualsiasi avversario; tuttavia va ricordato come esso sia insufficiente per qualsiasi scopo di deterrenza sub-strategica e convenzionale.
Infine, va considerato come esso possa servire anche per ridurre la possibilità di proliferazione orizzontale in Europa dell’Est, convincendo Paesi come la Polonia che non sia necessario creare un proprio arsenale nucleare. Come sempre, tuttavia, oltre alla capacità la deterrenza necessita di credibilità, ed è questo parametro che sarà maggiormente sotto osservazione nei prossimi anni.
Lorenzo Nannetti
“Royal Navy SSBN HMS Victorious nears Faslane” by Defence Images is licensed under CC BY-SA 2.0.
Fonti:
- P. Woodka-Gallien, “A Sword for Peace and Liberty. Vol.1: Force de Frappe – The French Nuclear Strike Force and the First Cold War 1945-1990”, Helion & Company (2023)
- H. M. Kristensen, M. Korda, E. Johns & M. Kinght-Boyle, “French Nuclear Weapons, 2025”, Bulletin of the Atomic Scientists, 81:4, 313-326, DOI: https://doi.org/10.1080/00963402.2025.2524251
- H. M. Kristensen, M. Korda, E. Johns & M. Knight-Boyle, “United Kingdom nuclear weapons, 2024”, Bulletin of the Atomic Scientists, 80:6, 394-407, DOI: https://doi.org/10.1080/00963402.2024.2420550
- H. M. Kristensen, M. Korda, E. Johns & M. Knight-Boyle, “Planning for the Unthinkable. The targeting strategies of nuclear-armed states”, FAS, 30 giugno 2025, https://fas.org/publication/targeting-strategies-nuclear-armed-states/
- I. Khomenko, “France Conducts Daytime Nuclear Drill “Poker 2025” With Simulated Strike Missions”, United24 Media, 27 giugno 2025 https://united24media.com/latest-news/france-conducts-daytime-nuclear-drill-poker-2025-with-simulated-strike-missions-7082
- L. Nannetti, “Introduzione ad armi nucleari e deterrenza (2)”, Il Caffè Geopolitico, 14 giugno 2024, https://ilcaffegeopolitico.net/989468/introduzione-ad-armi-nucleari-e-deterrenza-2
- L. Nannetti, “Un deterrente nucleare per l’Unione Europea?”, Il Caffè Geopolitico, 7 marzo 2025, https://ilcaffegeopolitico.net/996346/un-deterrente-nucleare-per-lunione-europea
- L. Nannetti, “Deterrente nucleare europeo – Bastano le testate francesi (e inglesi)?”, thread su Twitter dell’autore, 12 marzo 2025 https://x.com/LorenzoNannetti/status/1899935083274100747
- E. Maitre, “The French nuclear deterrent in a changing strategic environment”, Note de la FRS n°04/2025, 11 Marzo 2025, https://www.frstrategie.org/en/publications/notes/french-nuclear-deterrent-changing-strategic-environment-2025


