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Si comincia!

Il giorno tanto atteso è finalmente arrivato: prendono oggi il via i Mondiali di calcio, che per la prima volta si tengono in un Paese africano. Andiamo dunque a vedere la situazione politica ed economica del Sudafrica, prima potenza continentale caratterizzata da livelli di sviluppo per alcuni aspetti paragonabili alle nazioni occidentali ma per altri ancora ancorati ai Paesi del Terzo Mondo.

PRONTI, VIA! – L'attesa è finita: da oggi prendono ufficialmente il via i Mondiali di calcio sudafricani. È la prima volta che il continente nero ospita una manifestazione sportiva così importante e per un mese tutti i riflettori del mondo saranno puntati su questa nazione, che vede nei Mondiali la simbolica occasione per il riscatto definitivo dal punto di vista politico e sociale. Se infatti la manifestazione si svolgerà nel modo migliore e al mondo verrà data l'immagine di un Paese socialmente maturato, nel quale la convivenza tra i bianchi “afrikaaners” e i neri è ormai un dato acquisito e le disuguaglianze vengono progressivamente ridotte, allora si potrà forse dire che la macchia dell'apartheid, abolito solamente all'inizio degli anni '90, sarà stata definitivamente lavata.

NON E' TUTTO ORO – Dopo la “sparata” di ottimismo iniziale, è necessario però tornare con i piedi per terra. È chiaro che le autorità sudafricane cercheranno in questo mese di nascondere sotto al tappeto i problemi del Paese per mostrare all'esterno la migliore immagine possibile; tuttavia, le criticità che caratterizzano il Sudafrica sono ancora molte, nonostante gli enormi progressi in campo politico, sociale ed economico. Indubbiamente il Paese è la principale potenza continentale ed è dotata di un'economia che per diversi aspetti è assimilabile a quella degli Stati occidentali più avanzati: non a caso la Repubblica Sudafricana fa parte del G-20 ed è membro del forum informale IBSA (insieme a India e Brasile), una sorta di replica del BRICs. Dall'altra parte, però, permangono disuguaglianze enormi all'interno della popolazione: non più soltanto sulla linea di frattura bianchi-neri, ma anche all'interno di questo gruppo etnico. Se infatti molte famiglie di colore hanno migliorato il loro status socio-economico in seguito alla presa del potere delle elites nere, molte altre, quelle che vivono tuttora negli enormi ghetti urbani (di cui Soweto, alla periferia di Johannesburg, è l'esempio più noto), non hanno visto migliorare le loro condizioni. Ad esse, inoltre, si sono aggiunti centinaia di migliaia di individui immigrati dal resto dell'Africa: attratti dal contesto economico sicuramente più favorevole rispetto al generale sottosviluppo del continente, soprattutto da Paesi come il vicino Zimbabwe (ormai uno Stato fallito in balia delle follie del dittatore Robert Mugabe). Insomma: al giorno d'oggi oltre il 20% dei sudafricani vive ancora sotto il livello di povertà e l'11% della popolazione è sieropositivo. L'AIDS rischia di rappresentare un vero e proprio freno per lo sviluppo di questo Paese, e le discutibili dichiarazioni in proposito del Presidente in carica, Jacob Zuma (che ha cinque mogli e venti figli), non sono certo d'aiuto. L'attuale leader dell'African National Congress, il partito al potere, ha infatti dichiarato nei mesi scorsi che per evitare il contagio “basta farsi una doccia dopo aver avuto un rapporto”.

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I NUMERI – Al di là di queste dichiarazioni fini a se stesse, è innegabile che il Sudafrica riponga grandi speranze in questo grandissimo evento. Lo dimostrano gli investimenti effettuati: il Governo (i finanziamenti sono stati quasi interamente pubblici) ha stanziato 17,4 milioni di rand (circa 1,8 miliardi di euro) per la realizzazione delle infrastrutture necessarie, comprendendo all'interno di questa cifra le spese per i nuovi stadi e per tutte le altre opere di collegamento. Una cifra enorme, se paragonata alla dimensione dell'economia locale, senz'altro inferiore a quella di Germania (edizione 2006) o di Corea del Sud e Giappone (mondiali 2002), e che rischia di non venire riassorbita del tutto. Il turismo, infatti, potrebbe non essere abbastanza numeroso, a causa della grande distanza geografica dai Paesi del “Nord” del mondo e per il fatto che adesso in Sudafrica è inverno. Inoltre, i posti di lavoro che sono stati creati difficilmente rimarranno attivi dopo la manifestazione, quindi la disoccupazione, già altissima (è del 23% la percentuale di cittadini che non trovano accesso a canali di lavoro formale) sembra destinata ad aumentare.

FORZA BAFANA BAFANA – Significa “ragazzi” in zulu ed è il soprannome che viene dato alla squadra di calcio sudafricana. Con questo augurio non ci riferiamo direttamente alla nazionale ospitante, che con tutta la simpatia che si può attirare ha però scarse probabilità di arrivare in fondo al mondiale. Ci rivolgiamo all'intero popolo, che in questi ultimi vent'anni ha saputo compiere un piccolo miracolo, seppur tra mille difficoltà che perdurano ancora oggi, diventando un esempio per tutto il continente africano. Senza dimenticare l'opera compiuta da Nelson Mandela, grande uomo oggi novantenne, senza il quale molto probabilmente i Mondiali del 2010 si sarebbero disputati in un qualsiasi altro Paese del “Nord” del mondo. Buon divertimento a tutti.

Davide Tentori

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Davide Tentori
Davide Tentori

Sono nato a Varese nel 1984 e sono Dottore di Ricerca in Istituzioni e Politiche presso l’UniversitĂ  “Cattolica” di Milano con una tesi sullo sviluppo economico dell’Argentina dopo la crisi del 2001. Il Sudamerica rimane il mio primo amore, ma ragioni professionali mi hanno portato ad occuparmi di altre faccende: ho lavorato a Roma presso l’Ambasciata Britannica in qualitĂ  di Esperto di Politiche Commerciali ed ora sono Ricercatore presso l’Osservatorio Geoconomia di ISPI. In precedenza ho lavorato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri dove mi sono occupato di G7 e G20, e a Londra come Research Associate presso il dipartimento di Economia Internazionale a Chatham House – The Royal Institute of International Affairs. Sono il Presidente del Caffè Geopolitico e coordinatore del Desk Europa

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