Miscela Strategica – Analizziamo le Forze Armate turche, strumento militare della più importante realtà statuale alla frontiera fra Asia ed Europa, fra Medio Oriente e Balcani, dal 1952 paese NATO e primo dirimpettaio della crisi siriana.
IL RUOLO STORICO – La Turchia è Paese NATO dal 18 febbraio 1952. Ankara ha rappresentato un tassello fondamentale dell’Alleanza Atlantica come punto di frontiera e collegamento fra i Blocchi durante tutto il convulso periodo della Guerra Fredda, basti pensare alla questione dei missili nucleari che gli Stati Uniti dislocarono nel territorio anatolico. A partire dall’insorgere della questione mediorientale, la Turchia è divenuta anche primo attore nella gestione di tale crisi, fino a trovarsi protagonista della guerra civile in Siria. A livello strategico, se la poniamo su una carta di situazione di un immaginario fronte fra Paesi del blocco occidentale e orientale, ma anche fra Europa e Medio Oriente, la Turchia potrebbe essere assimilata (figuratamente e con i dovuti termini di paragone) a un saliente offensivo. In parole più semplici, la morfologia turca si presenta come una breccia sulla linea avversaria (anche se non si tratta di un avversario in senso stretto) e costituisce pertanto un punto di forza strategico. Tuttavia, essendo ideale per un contrattacco, Ankara è anche un possibile tassello di estrema debolezza. Da un tale abbozzo di analisi discende l’estrema importanza che lo strumento militare turco ha per la NATO e l’Europa.
ORGANIZZAZIONE E BASI PRINCIPALI – Le Forze Armate turche sono sotto il comando del Capo di Stato Maggiore Generale, che viene nominato e risponde direttamente dal Presidente della Repubblica. In Turchia vige la coscrizione obbligatoria per i cittadini maschi, con sei mesi di servizio per i laureati e 18 mesi per i non laureati che hanno già lasciato gli studi. Il totale organico delle Forze Armate della Turchia ammonta a circa 520mila effettivi in servizio permanente. Oltre a questi si devono menzionare circa 378mila riservisti e circa 153mila arruolati “paramilitari”, ovvero appartenenti alle forze di polizia militare (Gendarmeria e Guardia Costiera). I numeri freddi valgono poco, se non utilizzati come indicatori di raffronto, quindi diciamo che la popolazione turca è di circa 75 milioni e le Forze Armate italiane hanno 175mila effettivi, che verranno ulteriormente ridotti sino al 2020, per cui è come se il nostro Paese avesse 650mila militari in più, ovvero circa cinque volte in più rispetto ad adesso. Anche se le Forze Armate turche hanno un sistema di coscrizione particolare (obbligatoria) e non possono contare su una leva “professionale” come quella italiana, la massa dello strumento in questione ha un peso notevole. Le Forze Armate turche sono suddivise in Esercito, Marina, Aeronautica, oltre ai reparti paramilitari o di polizia, la Gendarmeria (molto simile ai nostri Carabinieri) e la Guardia Costiera.
ESERCITO – L’Esercito (coordinato dallo Stato Maggiore, dislocato ad Ankara) ha una capillare distribuzione sul territorio basata sulla divisione in Forze Operative e Logistiche, con un Comando per l’addestramento e la Dottrina. Le Forze Operative comprendono la I Armata, la II Armata, la III Armata, la IV Armata, o comando dell’Egeo, un corpo d’armata autonomo dislocato a Cipro, un comando dell’aviazione dell’Esercito.
La I Armata è schierata nell’area di Istanbul, Izmit e Gelibolu, quindi sulla regione degli Stretti. È un corpo d’armata completamente composto da forze su veicoli blindati e corazzati e annovera un’intera brigata di carri armati “Leopard”.
La Seconda Armata è composta in prevalenza da forze a rapida capacità di rischiaramento e leggere, si tratta di una vera e propria armata di fanteria di manovra, vi sono truppe da montagna, una brigata di aviotruppe e anche un intero reggimento di forze speciali, truppe dislocate su tutto il territorio nazionale.
La III Armata, con comando a Erzincan, è composta fondamentalmente da forze di fanteria meccanizzata e da forze esploranti, che si occupano cioè, con mezzi veloci e blindati, di esplorare il campo di battaglia alla ricerca dell’avversario.
La Quarta armata o Comando Militare Egeo è un’armata di fanteria leggera leggermente ridotta nei numeri che è dislocata nei dintorni dell’area di Izmir e su tutta la costa egea, a memoria degli eventi della Seconda Guerra Mondiale e della crisi di Cipro. Proprio su Cipro è dislocato un ulteriore corpo d’armata: l’undicesimo corpo d’armata autonomo: “Cyprus Turkish Peace Corps”, a seguito delle note vicende di Cipro.
Infine, c’è il Comando aviazione dell’Esercito, che ha il compito del supporto diretto alle forze di manovra, con i suoi elicotteri da combattimento, dislocati in vari aeroporti turchi, il principale dei quali è Güvercinlik. Si nota quindi una distribuzione capillare, con grande peso dato al controllo del territorio e una notevole specializzazione e suddivisione dei compiti per le forze di terra turche.
MARINA – La Marina ha una flotta di 17 fregate, 8 corvette, 27 cannoniere lanciamissili, 20 cacciamine, 45 navi da sbarco e ben 17 sottomarini. In particolare sono da notare i sottomarini: la Turchia infatti ha in linea diciassette sottomarini di cui quattro moderni U-209 (classe Gur), di produzione tedesca (Howaldtswerke-Deutsche Werft). Si tratta di sistemi d’arma di nuova generazione in grado di portare 14 siluri e circa 10 missili antinave “Harpoon”, con propulsione diesel/elettrica e ben cinquanta giorni di autonomia. Tra i compiti principi della Marina vi è la supervisione degli Stretti turchi. Le basi più importanti sono a Istanbul, Izmir, Foca, Tuzla, Golcuk e Aksaz.
AERONAUTICA – Mustafa Kemal Atatürk, padre della Turchia moderna, ebbe modo di affermare: «Il futuro è nei cieli. Le nazioni che non saranno capaci di controllare i loro cieli non potranno mai essere sicure del loro domani». L’Aeronautica turca ha in linea importantissimi modelli di aerei da combattimento e supporto: solo per rammentare alcuni esempi possiamo, citare gli avio-rifornitori KC-135 “Stratotanker” della Boeing, gli aerei da trasporto strategico C-130B, gli agili caccia F-16 (ben 250), i cacciabombardieri F4 “Phantom”. L’aeronautica turca dispone anche di un reparto proprio di droni armati che non sono stati ancora impegnati in operazioni, ma che portano avanti un addestramento specifico e puntiglioso. Si tratta di una flotta ben nutrita e dalle ottime capacità, anche se i modelli in linea non sono più modernissimi (eccezion fatta per gli UAV).
ADDESTRAMENTO – L’addestramento delle unità turche è concepito e sviluppato secondo i criteri della dottrina NATO, ma in maniera particolarmente realistica. Vedere un reparto di paracadutisti turchi in addestramento è un’esperienza particolare che impressiona letteralmente. Le Forze Armate turche, e specialmente l’Esercito, coniugano un addestramento estremamente duro, logorante e impegnativo a uno sviluppo dottrinale e procedurale integrato alla NATO e basato su mezzi e tecniche moderni, basti citare, come esempio, i TAI Anka UAV (droni) che equipaggiano l’Aeronautica turca, la flotta sommergibili e le procedure elaborate nell’ambito anti-terrorismo o di contrasto alla minaccia IED.
STATO MAGGIORE – Il Capo di Stato Maggiore Generale viene nominato dal Presidente. Dal 30 agosto 2010, il comandante delle Forze Armate è Necdet Özel, un generale della Gendarmeria formatosi combattendo il terrorismo del PKK, e, quindi, esperto di minaccia asimmetrica per una sua esperienza reale, oltre che per la sua notevole formazione professionale.
Francesco Valacchi