In 3 sorsi – L’elezione del nuovo premier giapponese potrebbe agevolare la ripresa del dialogo tra i due vicini. Mentre il tempismo della scelta lo mette in una posizione difficile, Suga gode di un importante vantaggio quando si tratta della Corea del Sud: non è Abe.
1. L’ELEZIONE DEL NUOVO PRIMO MINISTRO GIAPPONESE
Lo scorso 16 settembre Yoshihide Suga è diventato il 99° Primo Ministro del Giappone, succedendo al dimissionario Shinzo Abe, il quale aveva deciso di lasciare l’incarico a fine agosto a causa di un aggravamento delle sue condizioni di salute. Suga, già Capo Segretario di Gabinetto di Abe dal 2012 al 2020 e Ministro degli Affari interni dal 2006 al 2007, era stato poco prima eletto alla presidenza del Partito Liberal Democratico (LDP) con 377 voti su un totale di 534. Il Presidente sudcoreano Moon Jae-in ha prontamente inviato una lettera di congratulazioni al nuovo Primo Ministro giapponese, in cui ha affermato che Seul è pronta a dialogare con Tokyo in qualsiasi momento. Nella lettera Moon ha ribadito la volontà di migliorare le relazioni bilaterali con il Giappone, che ha definito “il più vicino amico” geograficamente e culturalmente, oltre a condividere valori fondamentali e interessi strategici. Il Governo sudcoreano auspica quindi di cooperare attivamente con il nuovo gabinetto di Suga, superando così i problemi relativi alle controversie storiche e rafforzando gli scambi economici. Negli ultimi due anni, infatti, le relazioni bilaterali hanno raggiunto i minimi storici dalla normalizzazione diplomatica tra i due Paesi nel 1965, sfociando nel 2019 in un conflitto commerciale a tutto campo, i cui effetti continuano a gravare sulle rispettive economie nazionali.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Yoshihide Suga durante la sua prima conferenza stampa dopo essere stato nominato Primo Ministro del Giappone
2. NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE
Suga ha espresso la sua gratitudine per la lettera ricevuta dal Presidente Moon. Ha inoltre invitato i due Paesi a superare le difficoltĂ per costruire relazioni bilaterali orientate al futuro. Malgrado le parole di apertura, molti esperti ritengono che non ci saranno cambiamenti importanti nelle relazioni con la Corea del Sud nel prossimo futuro poichĂ© Suga, che ha svolto un ruolo chiave nell’Amministrazione Abe, sembra intenzionato a seguire la politica estera del Primo Ministro uscente. Lo Lo stesso neopremier ha affermato che “la continuità è ciò che conta in diplomazia”. Inoltre l’intenzione di continuare sulle orme del suo predecessore è rafforzata dalla composizione del nuovo gabinetto. Otto dei 20 membri appartenevano giĂ all’ultimo Governo Abe e 15 di questi vi hanno trascorso del tempo in precedenza. Da evidenziare la nomina di Nobuo Kishi, fratello minore di Abe, quale Ministro della Difesa e la conferma di due figure chiave attualmente in carica, il Ministro degli Esteri Toshimitsu Motegi e il Ministro delle Finanze TarĹŤ AsĹŤ. Ritenuto da molti come un leader ad interim, è probabile che Suga si concentri fino alla fine del suo mandato (il prossimo settembre) sulla risposta alla pandemia e sulla conseguente ripresa economica, al fine di consolidare la sua posizione nel partito. Anche se incline a perseguire un rapporto piĂą stabile e cooperativo, difficilmente la Corea del Sud rientrerĂ tra le questioni prioritarie.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – In risposta alla disputa commerciale del 2019 i sudcoreani hanno iniziato a boicottare prodotti e
servizi giapponesi
3. NUOVI (APPARENTI) TENTATIVI DI DIALOGO
Il Governo sudcoreano ha apertamente manifestato la sua determinazione nel cogliere l’elezione di Suga come un’opportunitĂ per riparare i rapporti con Tokyo. Tuttavia il Presidente Moon potrebbe non avere reale volontĂ politica e flessibilitĂ per cambiare la sua posizione. Le questioni storiche irrisolte mantengono alta la tensione. La visita di Abe al Santuario Yasukuni, pochi giorni dopo le dimissioni, ritenuto dai coreani un simbolo che maschera i saccheggi coloniali e le guerre di aggressione del Giappone, non sembra infatti favorire un imminente riavvicinamento. In agosto il tribunale di Daegu ha deliberato la liquidazione dei beni del produttore di acciaio giapponese Nippon Steel per risarcire le vittime coreane del lavoro forzato durante la Seconda guerra mondiale. Sul piano commerciale il Governo sudcoreano ha inoltre ripresentato lo scorso giugno una procedura di reclamo al WTO per le restrizioni sulle esportazioni imposte dal Giappone, non avendo riscontrato alcuna volontĂ da Tokyo di risolvere la controversia in corso. Il miglioramento delle relazioni richiederĂ uno sforzo proattivo da entrambe le parti per separare complesse questioni storiche dalla cooperazione economica e di sicurezza. Mancanza di volontĂ e visione politica potrebbero significare un altro anno di congelamento delle relazioni.
Jacopo Genovese