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In Guinea vince ancora Condé

In 3 sorsi – Alpha CondĂ© vince un controverso terzo mandato alla presidenza della Guinea. Le elezioni del 18 ottobre confermano l’ennesima storia di un Presidente africano in carica a vita.

1. OLTRE LA COSTITUZIONE

Se nel 2020 sono diversi i Paesi che a causa della pandemia di Coronavirus hanno posticipato o addirittura annullato le elezioni in programma, la Guinea è tornata al voto per la seconda volta in un anno. Il 22 marzo si erano infatti svolte le elezioni legislative, piĂą volte rinviate dal 2019 e boicottate dalle principali forze di opposizione, che hanno visto la vittoria schiacciante del partito di Alpha CondĂ©, Rassemblement du peuple de GuinĂ©eche (RPG), che si è assicurato ben 114 seggi – due terzi della maggioranza – nella nuova Assemblea Nazionale. Contemporaneamente i guineani avevano votato anche per il controverso referendum per l’adozione di una nuova Costituzione. Tra i diversi emendamenti, incluse nobili vedute quali l’introduzione dell’istruzione come obbligatoria e gratuita e l’affermazione della paritĂ  di genere, la nuova costituzione ha mantenuto il limite dei due mandati, estendendo la durata dello stesso mandato presidenziale da cinque a sei anni e annullando di fatto il conteggio dei mandati precedenti. L’adozione della nuova Costituzione e la candidatura per un terzo mandato per il Presidente uscente hanno acuito le proteste sorte in tutto il Paese giĂ  iniziate nell’ottobre 2019 e gravemente represse come denuncia il rapporto di Human Rights Watch.

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Fig. 1 – I sostenitori del leader dell’opposizione della Guinea hanno messo un ginocchio a terra e alzato il braccio mentre partecipavano a un raduno nelle strade di Dakar, il 30 ottobre 2020, chiamato dalla diaspora guineana per protestare contro i risultati delle elezioni presidenziali in Guinea

2. LE ELEZIONI

Sono stati piĂą del 78% i guineani che si sono recati alle urne lo scorso 18 ottobre confermando la vittoria del Presidente uscente per un terzo mandato. Secondo i risultati rilasciati dalla commissione elettorale, Alpha CondĂ© avrebbe ottenuto il 59,9% dei voti, contro il 33,5% del suo principale oppositore Cellou Dalein Diallo, che si è autoproclamato vincitore il giorno dopo le elezioni ancor prima dei dati provvisori. Se una calma apparente ha caratterizzato il giorno delle urne, subito dopo il voto le tensioni post-elettorali hanno portato a scontri, arresti e uccisioni. Nonostante i dodici candidati in corsa, la sfida si è giocata di nuovo tra il Presidente uscente Alpha CondĂ© e il principale leader d’opposizione Cellou Dalein Diallo. CondĂ©, eletto Presidente della Guinea nel 2010 e riconfermato nel 2015, è salito al potere promettendo una nuova era e rappresentando, proprio con le elezioni del 2010, un vero e proprio passaggio alla democrazia per il Paese. CondĂ©, infatti, aveva tutte le carte in regola come nuovo leader – aveva fondato il suo primo partito nel 1977 e l’ha trasformato negli anni fino a diventare l’attuale RPG. Si è candidato per la prima volta alla guida della Guinea nel 1993 e poi nel 1998, quando fu arrestato, salvo ricevere la grazia presidenziale sotto pressione internazionale. Definitosi il “Mandela della Guinea”, sembra però aver dimenticato i suoi anni di lotta. All’opposizione l’economista Cellou Dalein Diallo, candidato per il partito Union des Forces DĂ©mocratiques de GuinĂ©e (UFDG) al suo terzo tentativo presidenziale ed ex Primo Ministro sotto la presidenza di CondĂ©, aveva promesso di modernizzare il Paese, migliorare le infrastrutture e ridurre la povertĂ .

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Fig. 2 – La Cancelliera tedesca Angela Merkel dĂ  il benvenuto al Presidente della Guinea Alpha CondĂ© al suo arrivo per la conferenza del G20 Compact with Africa (CwA) il 19 novembre 2019

3. ASPETTI ELETTORALI

Tra i diversi aspetti che hanno circondato il voto del 18 ottobre, i principali da considerare sono le continue proteste nel Paese, che si sono trasformate in violenze post-elettorali legate all’accettazione dei risultati. Risultati che determinano ben di piĂą dell’elezione di un nuovo-vecchio Presidente, ma confermano anche una tendenza di indebolimento della governance nell’intero continente. A un tale clima giĂ  teso si aggiungono poi le tensioni etniche sfruttate per fini politici, incitando ancor di piĂą alla violenza. I due candidati, infatti, oltre a sfidarsi politicamente, hanno rianimato il conflitto tra l’etnia dei Malinkè, alla quale appartiene il Presidente uscente, e l’etnia del principale oppositore Diallo, i Fulani. Infine, l’aspetto regionale: tra il 18 ottobre e il 27 dicembre si terranno infatti cinque importanti elezioni nella regione (dopo la Guinea, Costa d’Avorio, Burkina Faso, Ghana e Niger). Il voto in Guinea, e l’esito turbolento delle consultazioni in Costa d’Avorio, potrebbero creare un effetto a catena e dare il via a un processo di instabilitĂ  nell’intera area, giĂ  messa a dura prova di recente dal colpo di Stato in Mali.

Veronica Frasghini

N.d.A. Le opinioni espresse nel presente documento sono quelle dell’autrice e non riflettono necessariamente le opinioni delle Nazioni Unite.

Photo by jorono is licensed under CC BY-NC-SA

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Perchè è importante

  • Il Presidente Alpha CondĂ© ha vinto le elezioni presidenziali dello scorso 18 ottobre in Guinea, secondo i dati forniti dalla commissione elettorale.
  • Tra i diversi aspetti che hanno circondato il voto del 18 ottobre, i principali da considerare sono le continue proteste nel Paese, che si sono trasformate in violenze post-elettorali legate all’accettazione dei risultati.
  • I risultati determinano ben di piĂą dell’elezione di un nuovo-vecchio Presidente, ma confermano anche una tendenza di indebolimento della governance nell’intero continente.

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Veronica Frasghini
Veronica Frasghini

Classe 1988, nata e cresciuta a Roma, laureata in Scienze Politiche per la Cooperazione allo Sviluppo presso La Sapienza. Da sempre appassionata di politica internazionale mi interesso principalmente di Elezioni e processi di democratizzazione in Africa. Nostalgicamente amante della politica italiana dei tempi andati. Ho lavorato per diversi anni tra Khartoum, Bangui e in diversi paesi del continente africano e attualmente vivo e lavoro a New York.

 

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