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La geopolitica del vaccino: Sputnik V tra scienza e propaganda

In 3 sorsi Lo Sputnik V è attualmente al vaglio delle Autorità regolatorie occidentali, mentre più di 50 Paesi in via di sviluppo hanno già preso contatti con Mosca per ordinare il vaccino. Il Cremlino adotta un approccio multilaterale e punta ai Paesi “trascurati” da Europa e Stati Uniti.

1. LO SCETTICISMO INIZIALE E IL CAMBIO DI ROTTA

L’11 agosto 2020 il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, e il Ministro della Salute, Michail Muraško, presentavano il vaccino made in Russia contro il SARS-CoV-2: lo Sputnik V. Dalla scelta del nome, non casuale, traspare un richiamo quasi nostalgico: così si chiamava il primo satellite della storia lanciato in orbita dall’Unione Sovietica, che ha dato il via alla corsa allo spazio tra Washington e Mosca nel 1957. Analogamente lo Sputnik V, sviluppato dal Centro nazionale di ricerca Gamaleja, è stato il primo vaccino a essere registrato nella lotta alla Covid-19, ancorché l’iniziale decisione di Putin di autorizzarne l’uso prima dell’inizio della fase di sperimentazione avanzata sia stata accolta con diffidenza e anzi additata come propaganda dai media occidentali. D’altra parte in Europa i ritardi sull’autorizzazione del vaccino Oxford-AstraZeneca e le diffuse difficoltà nella campagna vaccinale sono serviti da push factor nella ricerca di strade alternative percorribili. Infatti il 19 gennaio scorso l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha concluso la revisione scientifica del vaccino russo, dando il via al processo di autorizzazione d’emergenza. Inoltre il vaccino è attualmente al vaglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per ottenere la certificazione.

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Fig. 1 – Moscoviti in coda per essere vaccinati con lo Sputnik V, gennaio 2021

2. LA CAMPAGNA DI VACCINAZIONE GLOBALE

Kirill Dmitriev, CEO del Fondo russo per gli investimenti diretti (RDIF) e responsabile per le esportazioni, ha annunciato che più di 50 Paesi hanno già preso contatti con la Russia per opzionare oltre 1,2 miliardi di dosi di Sputnik V. Il vaccino, che negli studi clinici ha dimostrato un’efficacia intorno al 92% sui casi gravi di Covid-19, è gratuito per la popolazione russa e disponibile sul mercato estero al prezzo competitivo di meno di 10 dollari a dose. Basandoci sui comunicati stampa del Fondo russo per gli investimenti diretti, è possibile tracciare un quadro della situazione attuale. I Paesi che, finora, hanno registrato, approvato e, quindi, ordinato dosi di Sputnik V direttamente dalla Russia sono Messico, Brasile, Argentina, Bolivia, Egitto, Serbia, Bielorussia, Kazakistan, Uzbekistan e Nepal. Tuttavia, secondo recenti indiscrezioni, il Cremlino ha ammesso di essere in ritardo con la produzione dello Sputnik V e alcuni temono per il successo della campagna vaccinale anche a livello nazionale. Per questa ragione, il “gigante euroasiatico” si è affidato ad accordi di produzione conclusi con la Corea del Sud e l’indiana Hetero-Biopharma e previsti con Kazakistan, Bielorussia, Venezuela, Brasile e Cina.

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Fig. 2 – Un’infermiera di Buenos Aires prepara una dose di Sputnik V. L’Argentina è uno dei principali Paesi sudamericani che ha approvato il discusso vaccino russo

3. SFIDE E IMPLICAZIONI

Le difficoltà connesse all’esportazione del vaccino russo sono dovute in gran parte alle differenti normative e procedure stabilite dalle Autorità regolatorie nazionali per l’autorizzazione all’utilizzo dello stesso. Ciascun Paese, infatti, adotta propri criteri per l’autorizzazione dei farmaci e, di conseguenza, sebbene molti Stati abbiano già preso contatti con il RDIF per accordi preliminari, i tempi per la registrazione e l’approvazione dello Sputnik V possono variare considerevolmente. Tuttavia la Russia sembra aver adottato un approccio più multilaterale alla lotta contro il coronavirus, fornendo a numerosi Paesi in via di sviluppo, “trascurati” da Stati Uniti e Unione Europea, la possibilità di usufruire del proprio vaccino a un prezzo competitivo. Fin da subito è apparso chiaro che la scoperta dell’agognato vaccino contro il Covid-19, oltre ad avere un importante valore simbolico, avrebbe fornito un notevole vantaggio geopolitico e geo-economico. Il “lancio” dello Sputnik V ha segnato un nuovo stadio della competizione tra le principali potenze globali. Nel contesto della corsa al vaccino, la nuova arma di soft power scelta dal Cremlino potrebbe rivelarsi vincente nella ridefinizione dell’assetto geopolitico mondiale. Non resta che attendere e osservare con attenzione le mosse dei principali player a quella che è, più che una corsa veloce, una maratona di lunga durata.

Mariangela Fusco

Russian Federation selling Sputnik-V vaccine” by wuestenigel is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • Il vaccino russo Sputnik V è stato il primo a essere registrato contro la Covid-19, ma è stato accolto con scetticismo e diffidenza da leader e scienziati occidentali.
  • A oggi più di 50 Paesi hanno preso contatti con Mosca per ordinare dosi del vaccino o firmare accordi di produzione.
  • Nonostante le difficoltà connesse alla produzione e all’esportazione dello Sputnik V, il vaccino russo potrebbe contribuire a modificare gli equilibri geopolitici internazionali.

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Mariangela Fusco
Mariangela Fusco

Classe ’95, dopo cinque anni a Bruxelles torno a Roma dove mi sono laureata in Scienze Politiche e International Relations presso la LUISS nel 2019. Durante il mio percorso di studi ho approfondito le tematiche di geopolitica e sicurezza, ottenendo un diploma all’ISPI di Milano. Il mio interesse per la Russia e per il mondo post-sovietico è sbocciato durante una breve esperienza di collaborazione presso l’Ufficio politico dell’Ambasciata italiana a Mosca. L’anno successivo alla laurea magistrale ho frequentato il Corso di preparazione al concorso per la carriera diplomatica, che mi ha fornito ulteriori strumenti utili ai fini dell’analisi geopolitica. Nel tempo libero amo mangiare e fare yoga.

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