AstroCaffè – La Corea del Nord ha effettuato un lancio, con una presunta messa in orbita di un satellite artificiale. Analizziamo le conseguenze di quest’azione e le reali capacitĂ di Pyongyang.
IL LANCIO – Alle 07.00 ora locale di domenica 7 febbraio, la Corea del Nord ha lanciato il razzo Unha, in anticipo rispetto a quanto dichiarato all’Unione internazionale delle telecomunicazioni (International Telecommunication Union – ITU). Pyongyang aveva infatti comunicato all’organizzazione – che si occupa dell’assegnazione delle frequenze su cui operano i satelliti – che avrebbe posto in orbita una propria piattaforma tra l’8 e il 25 febbraio. La traiettoria ha sorvolato il mar Giallo con un’inclinazione rispetto all’equatore che fa pensare all’orbita di tipo polare come obiettivo. Il NORAD (North American Aerospace Defense Command – Comando di difesa aerospaziale del Nord America) ha tracciato due oggetti in orbita dopo il lancio, classificati, per ora, con i numeri d’identificazione 41332 e 41333, che dovrebbero corrispondere al terzo stadio del razzo e al carico pagante. La Corea del Nord sostiene che il lancio è stato un successo completo. Il satellite per l’osservazione della Terra KwangmyĹŹngsĹŹng-4, sarebbe perciò nella posizione prevista.
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Fig. 1- Lancio del vettore UnhaÂ
REAZIONI – Gli Stati Uniti e il Giappone, seguiti da Russia, Corea del Sud e Francia hanno condannato l’azione di Pyongyang, considerandola l’ennesima provocazione del regime e una minaccia alla sicurezza regionale e internazionale. Il Segretario di Stato statunitense, John Kerry, ha inoltre notato come questo lancio si sia verificato a breve distanza dal presunto test termonucleare effettuato il 6 gennaio scorso. Presso le Nazioni Unite è stato convocato in via straordinaria il Consiglio di Sicurezza per le 17.00 di domenica ora italiana. Il Segretario Generale Ban Ki Moon si è aggiunto alle condanne dell’atto, apostrofandolo come “profondamente deplorabile”
Fig. 2 – Soldati nordcoreani presso il sito di lancio del razzo Unha
PROSPETTIVE – Il lancio del vettore Unha è da considerare un altro test del programma missilistico della Corea del Nord. Possedere un razzo capace di porre in orbita terrestre un oggetto è fattore abilitante per lo sviluppo di missili balistici intercontinentali (Intercontinental Ballistic Missile – ICBM), armabili con diversi tipi di testata, compresa quella nucleare (è vero anche l’inverso). La tesi è confermata dal fatto che l’Unha è una versione modificata del missile Taepo Dong-2, ICBM in fase di sviluppo e accreditato di un raggio d’azione di 8.000 chilometri, e perciò in grado di raggiungere il Nord America. Il numero di testate e di missili in possesso della Corea del Nord è troppo esiguo per mettere a repentaglio la sicurezza degli Stati Uniti e del Canada, tuttavia, anche un singolo lancio di ICBM potrebbe costituire un’azione dalle conseguenze imprevedibili. Inoltre, il Taepo Dong-2 sarebbe in grado di raggiungere la base statunitense sull’isola di Guam (Oceano Pacifico), posta al di fuori del raggio d’azione della difesa antimissile continentale. Pyongyang dichiara che il suo programma spaziale persegue esclusivamente scopi pacifici e per cercare di avvalorare questa tesi ha creato, nel 2013, la NADA (North Korean Development Administration – Amministrazione della Corea del Nord per lo sviluppo) ossia una sorta di agenzia spaziale, oltre ad aver firmato, nel 2009 il Trattato sull’uso dello spazio delle Nazioni Unite (Outer Space Treaty – OST). In ogni caso, non basta avere un’ente spaziale e un razzo per avviare un programma satellitare, ma sono necessarie numerose infrastrutture, tra le quali stazioni per la ricezione dati situate non sul solo territorio nazionale, cosa che quasi certamente la Corea del Nord non possiede. Il test missilistico si va ad aggiungere a quello nucleare del gennaio scorso, dimostrando un rinnovato attivismo da parte di Pyongyang sul piano strategico-militare. Questo però, sta iniziando a creare dei malumori anche all’unico alleato su cui può contare: la Cina. Pechino, infatti, vede la Corea del Nord come partner sempre piĂą inaffidabile e che potrebbe mettere a rischio la stabilitĂ regionale in caso di una mossa azzardata.
Fig. 3 – Immagine satellitare della base di lancio spaziale della Corea del Nord
Emiliano Battisti
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]Un chicco in piĂą
La Corea del Nord ha finora tentato cinque lanci satellitari:
- KwangmyĹŹngsĹŹng-1 – 1998, fallito
- KwangmyĹŹngsĹŹng-2 – 2009, fallito
- KwangmyĹŹngsĹŹng-3 – 2012, fallito
- KwangmyĹŹngsĹŹng-3 Unit-2 – 2012, riuscito
- KwangmyĹŹngsĹŹng-4 – 2016, riuscito [/box]
Foto: Clay Gilliland