In 3 sorsi – L’accordo tra Unione Europea e quattro Paesi del Sud America, a ora il più grande accordo di libero scambio mai formulato da Bruxelles, è fermo per preoccupazioni di carattere ambientale e tempistiche difficili.
1. SU COSA SI STA LAVORANDO
Dalla finalizzazione degli accordi nel 2019 le procedure di ratifica dell’accordo di libero scambio tra UE e Mercosur, formato da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, hanno subito diversi ritardi e rinvii per via di critiche e preoccupazioni sollevatesi da entrambe le sponde dell’Atlantico dopo un ventennio di trattative. A creare i maggiori nervosismi è stato il mancato accordo su standard minimi riguardanti la salvaguardia dell’ambiente e i diritti dei lavoratori. In particolare organizzazioni non governative e membri della società civile che hanno seguito da vicino i negoziati hanno evidenziato come, allo stato attuale, l’accordo sia insufficiente a garantire che le parti si dedichino proattivamente a mantenere gli impegni stabiliti dall’Accordo di Parigi, mancando di fatto chiari riferimenti al taglio delle emissioni di gas serra. Ciò avrebbe ripercussioni significative su altri accordi attualmente in stato di trattativa e creerebbe un precedente che mina la leadership europea nella lotta alla crisi climatica. L’Unione Europea ha quindi richiesto impegni più chiari nel monitorare e applicare standard universali per la protezione di diritti ambientali e del lavoro, richiedendo anche che siano messe nero su bianco le conseguenze per chi dovesse violare questi standard. La ratifica dell’accordo, posta come priorità dal Portogallo all’inizio del suo mandato alla presidenza del Consiglio dell’Unione nel gennaio 2021, slitterà quindi con ogni probabilità dopo la fine del mandato portoghese.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – L’edificio della Commissione Europea Berlaymont a Bruxelles, in Belgio
2. ALCUNE IMPLICAZIONI PER FUTURI ACCORDI
L’accordo commerciale con il Mercosur pone dei quesiti di credibilità importanti per l’Europa, non solo sulla questione ambientale, ma anche sulla capacità di negoziazione dell’Unione. Tra i problemi rilevati nell’accordo, cinque organizzazioni ambientaliste e umanitarie avevano presentato nel luglio 2020 un esposto che lamentava la mancata finalizzazione, in fase negoziale, di un sustainability impact assessment (SIA), una pratica che permette di valutare possibili impatti economici, sociali e ambientali dell’accordo in questione. A tal proposito nel marzo 2021 è stato reso pubblico un rapporto dell’Ombudsman europeo, Emily O’Reilly, che ha riscontrato estremi di “cattiva amministrazione” da parte della Commissione, responsabile di non aver prodotto una valutazione adeguata e aggiornata sugli impatti ambientali dell’accordo prima della conclusione dei negoziati. Tale questione lascia esposta la Commissione Europea alle critiche di quanti la accusano di non prendere seriamente le preoccupazioni ambientali sollevate, ha precisato O’Reilly. Essendo le fasi di negoziazione concluse, l’Ombudsman non ha rilasciato raccomandazioni, ma ha esortato la Commissione ad assicurarsi che le valutazioni sugli impatti alla sostenibilità siano presentati prima della conclusione dei negoziati.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Container al molo di Montevideo, in Uruguay
3. COSA ASPETTARSI DA ADESSO
Il testo legale dell’accordo si trova ora in fase di riscrittura e verrà successivamente tradotto e presentato al Parlamento Europeo e al Consiglio dell’Unione. Secondo la Commissione il testo dovrebbe essere finalizzato entro la fine del 2021 per poi essere approvato nella prima metà 2022. La prossima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici prevista a novembre 2021 potrebbe essere rivelatoria per capire i futuri impegni del Brasile e l’atteggiamento di Bolsonaro, tra i principali punti critici dell’accordo. La ratifica richiede anche l’unanimità di tutti i membri dell’Unione, e con alcune importanti elezioni in vista alcuni equilibri potrebbero saltare. La Francia, tra le principali voci contrarie all’accordo, si recherà a elezioni ad aprile 2022, una scadenza che influenzerebbe il dibattito sulla ratifica in sede europea, dal momento che nei primi mesi del 2022 il Presidente francese Emmanuel Macron sarà coinvolto sia nella fase più accesa della sua campagna elettorale che nel gestire la presidenza del Consiglio dell’Unione.
Sara Pasqualetto
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