Cittadini al voto la scorsa settimana, per una competizione fra i tre maggiori partiti del Paese. Il Presidente in carica, Juan Orlando Hernández, si è candidato per un secondo mandato, nonostante la sua controversa politica degli ultimi anni e la modifica “illegale” della Costituzione
HERNANDEZ ED I MANDATI PRESIDENZIALI IN HONDURAS – Nelle elezioni della scorsa settimana i cittadini honduregni hanno potuto scegliere i loro candidati per la carica di Presidente, Vice Presidente, 298 sindaci e 128 membri del Congresso. L’elezione più attesa, quella presidenziale, si svolgerà poi nel mese di Novembre. Fra i candidati troviamo ancora al primo posto l’attuale leader del Paese Juan Orlando Hernández, che se rieletto, interromperebbe una tradizione di oltre 70 anni che vietava la rielezione di un Capo di Stato. Al secondo posto troviamo Salvador Nasralla del Partido Anticorrupción (PAC), che al momento si attesta dietro Hernández con un 47% dei voti. Chiude il podio l’ex first lady Xiomara Castro, esponente del Partido Libertad y Refundación (Libre), nato dopo il colpo di Stato organizzato dalla Resistenza e in Parlamento dal 2011.
Fig. 1 – Le attività economiche sembrano procedere molto lentamente a Tegucigalpa, la capitale
Molte sono le controversie e le tensioni interne riguardo la rielezione di Hernández, in quanto l’articolo 239 della Costituzione prevedeva chiaramente che nessun Presidente potesse essere rieletto per due mandati consecutivi. Nel 2015, il Partido Nacional guidato da Hernández, attraverso pressioni sulla Corte Suprema di Giustizia, ha modificato la Costituzione in tal senso, attirandosi le critiche dell’opposizione che impugna la legge Honduregna secondo la quale solo il popolo ha il potere di modificare la Costituzione.
ZELAYA E LA CONSUETUDINE IN AMERICA LATINA – Già l’ex Presidente Manuel Zelaya aveva tentato di modificare la Costituzione attraverso un Referendum popolare (che non ha mai avuto luogo dal momento che Zelaya fu destituito con un colpo di Stato nel 2009). Anche in questo caso l’opposizione accusò il Capo di Stato di stare manipolando la popolazione a suo favore per ottenere la possibilità di un secondo mandato. L’atmosfera in Nicaragua non sembra essere, oggi, del tutto pacifica e tranquilla; e questa vicenda cade proprio a ridosso della ricorrenza dell’omicidio di Berta Caceres, attivista e ambientalista freddata nella sua abitazione giusto il 3 marzo dello scorso anno.
Tale modifica della legge fondamentale, però, sembra porsi in linea con le ultime tendenze del Centro e Sud America, se pensiamo all’Ecuador di Rafael Correa, al Nicaragua di Daniel Ortega o alla Bolivia di Evo Morales, tutti leader che nel corso dei loro mandati hanno apportato modifiche costituzionali rompendo con le vecchie tradizioni dittatoriali.
Nonostante tali critiche, infatti, Hernández si attesta comunque in prima posizione con un 55% dei voti favorevoli e il Partido Nacional sembra confermare ancora la maggioranza in Parlamento con il 36% dei voti.
Fig. 2 – Il presidente Juan Orlando Hernández all’inaugurazione del complesso El Porvenir
LE BASI DEL PROGRAMMA DI HERNÁNDEZ – Al popolo Honduregno sembra comunque non essere stata data molta scelta, considerata la frase simbolo di Hernández in questa campagna elettorale: “O me oppure il caos“. La politica di Hernández è sempre infatti stata basata su due pilastri: da una parte l’appoggio del suo partito costruito grazie alla creazione di una coalizione interna che ha permesso allo stesso di poter candidarsi come capo lista; dall’altra parte, una dura gestione degli affari interni, con la lotta contro la criminalità come assoluta priorità del Governo.
“Non andrò via finché il mio popolo non avrà la vita che merita, fatta di pace e tranquillità“, ha dichiarato Hernández. Prima della sua salita al potere, infatti, l’Honduras si classificava come uno dei Paesi con il maggior tasso di criminalità del Centro America, superando persino El Salvador, con 51 omicidi ogni 100 mila abitanti, secondo alcuni dati rilasciati dalle Nazioni Unite. Ma da quando Hernández è alla guida del Paese il tasso di criminalità è sceso del 20%. È grazie a questi risultati dunque, che il Governo attuale si sente in potere di giustificare alcuni suoi atti, come la numerosa presenza di corpi di polizia per le strade, la creazione di un corpo speciale di Polizia Militare o la costruzione di nuovi carceri come El Pozo III che, al termine dei lavori previsto per la fine dell’anno, ospiterà i criminali più pericolosi del Paese.
Claudia Patricolo
[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più
Nonostante Zelaya si fosse più volte difeso, dichiarando che un eventuale Referendum avrebbe avuto luogo solo dopo le elezioni del 2009, a cui lui non avrebbe comunque preso parte, il 28 Giugno 2009, giorno in cui sarebbe dovuto iniziare il sondaggio pro o contro il Referendum Costituzionale, la Corte Suprema di Giustizia, il Congresso e l’esercito nazionale, cospirarono contro di lui e lo allontanarono dal Paese.[/box]
Foto di copertina di InterAmericanDialogue rilasciata con licenza