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Panama, cambio di rotta verso Pechino

Panama, piccolo stato-chiave al centro delle Americhe, abbandona Taiwan e riconosce la Repubblica Popolare come unico stato cinese. Al di là di questioni geopolitiche, è forse il modo più breve per attirare quegli investimenti necessari allo sviluppo

PANAMA, LA SITUAZIONE INTERNA – Con un’elezione a sorpresa nel 2014 Juan Carlos Varela è stato eletto Presidente della Repubblica panamense. Partendo da una situazione complessa, con un paese arrancante in termini di sviluppo, Varela ha puntato sulla realizzazione di una cosiddetta “social legacy”, fatta d’investimento per lo sviluppo economico e sociale, lotta alla corruzione e allargamento del welfare state. In questi primi tre anni, tra investimenti quali il rinnovamento urbano di Còlon, piani di sviluppo per rilanciare inclusione e competitività, ma con occhio alla sostenibilità e impegni sociali per educazione e sanità, il percorso intrapreso sembra soddisfacente. Tuttavia gli indici di approvazione sono calati e ciò non è solo imputabile a una caduta fisiologica. Ci sono problemi pressanti che influenzano la situazione politica; nonostante la riduzione del deficit e la straordinaria crescita dell’ultimo decennio, che pure ultimamente è rallentata, la qualità della sanità e dell’educazione lascia a desiderare, e ciò contribuisce a rendere più difficile contrastare livelli di povertà che non creano un clima disteso.

Juan Carlos Varela Takes Office in Panama : Photo d'actualité

Fig 1.- Immagine del giorno della proclamazione del presidente Juan Carlos Varela

PANAMA, CORRUZIONE IMPERANTE – Perfettamente in linea con l’ondata di corruzione che pervade l’intero continente, anche a Panama, oltre alla questione sicurezza, la corruzione è percepita come uno dei maggiori problemi sociali. È di pochi giorni fa la notizia dell’arresto in Florida da parte dell’Interpol dell’ex-presidente panamense Ricardo Martinelli. Rimasto al potere fino al 2014, personalità esuberante e spesso contestato per i comportamenti discutibili imputabili a lui e al suo governo, gli viene contestata la messa in atto di un programma di spionaggio nei confronti di avversari politici e di business. Panama ne ha richiesto l’estradizione, in quanto accusato di corruzione e uso improprio di denaro pubblico. La difesa parla di accanimento politico nei suoi confronti, data la precedente ostilità con l’attuale presidente Varela e le tempistiche sospette (l’ordine di arresto a Panama viene dato un mese dopo l’annuncio di una sua candidatura).

A prescindere dai giochi politici, tipici della storia recente dell’intero continente, i fatti sono abbastanza chiari e contribuiscono a esacerbare una situazione politica esasperante in questo senso. I quotidiani sono da mesi pieni di scandali. Lo stesso acquisto del gruppo editoriale di Martinelli, Epasa, è indagato per supposto riciclaggio di denaro sporco. L’ex ministro delle opere pubbliche Jamie Ford è da poco indagato per due casi di acquisti pubblici a sovrapprezzo, tra cui l’ampliamento dell’autostrada Arraijan-La Chorrera (in cui è indagato anche l’altro ex ministro Suarez). L’ex ministro del turismo è appena stato indagato per peculato.

L’ex direttore di supervisione dei mercati Ignacio Fabrega, accusato di corruzione, è stato condannato a cinque anni di prigione per aver rivelato dati sensibili (riguardo ciò Fabrega si difende sostenendo di aver agito sotto la direzione di Martinelli stesso). Infine, come se non bastasse, anche Panama è stata travolta dal fagocitante scandalo Oderbrecht: trentasei persone sono in fase di processo, ventiquattro investigazioni per progetti diversi che necessitano chiarezza, 60 milioni di dollari pagati alle autorità panamensi tra il 2010 e il 2014. Questi sono alcuni numeri della proporzione del fenomeno. Diversi sono i problemi nella gestione del caso. Vi sono problemi per quanto riguarda la condivisione d’informazioni da parte dell’azienda in Brasile, poiché è sfumato l’accordo con le autorità panamensi; inoltre l’opinione pubblica avverte una mancanza di volontà politica di arrivare fino in fondo alla questione, come manifestano le recenti proteste contro il capo del Ministero Pubblico. Nel frattempo si è raggiunto un accordo cooperativo con l’Equador nei confronti dei casi di corruzione, ma la percezione è che la bufera sia ancora in fase di crescita.

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Fig. 2 – Immagine dell’ex presidente Ricardo Martinelli, qui al Forum economico di Davos nel 2014. 

INVESTIMENTI CINESI E QUESTIONI DIPLOMATICHE – Discostandosi dalla turbolenta politica interna, nello scorso mese di giugno Panama è stato protagonista di un fatto che influenza in maniera non indifferente lo scacchiere diplomatico internazionale. Panama, dopo Sao Tomè e Principe, ha infatti deciso di interrompere le relazioni diplomatiche con Taiwan, storico partner del paese, per stringere un legame più forte con la Cina Popolare. Il corteggiamento, inserito nel più grande progetto Cinese di espandere strategicamente la sua influenza in più luoghi strategici, attraverso investimenti e sviluppo, andava avanti già da un po’. Nel 2016, ad esempio la nave Cosco Shipping, colosso delle spedizioni cinesi, inaugurò l’appena rinnovato canale di Panama (recente importante investimento per Panama, che ha deciso di puntare sul canale, rendendolo al passo con le esigenze di mercato, in quanto chiave per il futuro sviluppo economico). Il ruolo logistico, politico e commerciale del canale è storico. Per decenni avamposto strategico statunitense, il 31 dicembre 1999 è ritornato in mano nazionale e, oltre al suo ruolo economico di propulsore di sviluppo, oggi il canale può essere considerato un oggetto simbolico. Il presidente americano Trump, in visita a Panama, ha scherzato sul ruolo che gli Stati Uniti hanno giocato nella costruzione del canale, rivendicandone la paternità. La risposta piccata di Varela è un un simbolo di un mondo politico che sta ulteriormente cambiando: gli Stati Uniti hanno perso sfere d’influenza e di potere e la Cina si appresta ad assumere un ruolo più di rilievo, sostanzialmente si prepara ad occupare nell’area lo spazio politico lasciato da Obama.

Riconoscendo una sola Cina, escludendo Taiwan da un altro rapporto diplomatico e attraccandosi alla “nuova via della seta cinese”, Panama ottiene investimenti infrastrutturali e sviluppo, mentre Pechino ottiene un’altra vittoria diplomatica nell’annosa questione dell’indipendenza di Taiwan. Il coinvolgimento cinese degli ultimi anni non riguarda soltanto investimenti pubblici diretti, ma le stesse aziende e grandi capitali sono incentivati e stanno iniziando a investire in tal senso: cosi nascono sedi locali, il mercato immobiliare si tinge di rosso orientale, si costruiscono porti, metro e ogni tipo di infrastruttura, per non parlare del turismo in crescita.

Expanded Panama Canal Launching : Photo d'actualité

Fig 3.- La nave Cosco Shipping inaugura l’espansione del canale di Panama nel Giugno 2016

LE RELAZIONI TRA PANAMA CITY E  PECHINO, LE CONCLUSIONI – Per concludere, si può affermare che questi sconvolgimenti diplomatici ci rivelano direttamente non poche cose. Panama ha dovuto rinunciare alla storica alleanza di Taiwan, ma, considerando i diversi volumi commerciali, senza dubbio ne beneficerà. Mentre la Cina continua a muovere pedine in maniera strategicamente attenta e più silenziosa (sembra che i prossimi step saranno Nicaragua, nella quale il tanto agognato investimento cinese per la costruzione di un nuovo canale è ancora in preoccupante fase di stallo, e El Salvador), gli Stati Uniti sembrano soffrire questa scalata negli equilibri globali. Al lato opposto la Cina sta usando l’enorme quantità di capitali (pubblici e privati) per progetti ambiziosi di lungo termine, spesso dettati dalle diverse necessità, alimentari ed energetiche in primis, come nel caso del land grabbing. Taiwan, infine, sembra perderci più di tutti, incapace di reagire a una serie di misconoscimenti che ne minano credibilità e stabilità politica.

Mario Lorenzo Janiri

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””] Un chicco in più

Il CEO del canale di Panama Jorge Quijano ha dichiarato che, entro 15 anni, se la domanda continuerà a crescere, sarà necessario un ulteriore espansione del canale. Gli studi e i lavori per muoversi in tal senso sono già stati avviati. [/box]

Foto di copertina di chumlee10 Licenza: Attribution-ShareAlike License

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Mario Janiri
Mario Janirihttp://ilcaffegeopolitico.org

Nato a Roma nel 1994, laurea triennale in “Economia Aziendale e Management” conseguita a Milano, Bocconi. Sono attualmente iscritto a un corso specialistico riguardante Economia e Politiche pubbliche. Mi sono spinto a collaborare con il Caffè Geopolitico per la mia passione per politica, relazioni internazionali ed economia. Sono un amante delle lingue, conosco l’inglese, lo spagnolo e sto studiando portoghese. Altri interessi comprendono la musica, i viaggi e il cinema.

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