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Malesia: la nuova ondata di Covid-19 e gli attriti con la Cina

In 3 sorsi – La Malesia deve affrontare una sfida ricorrente in questo periodo – la Covid-19 – che ha costretto il Paese nuovamente a un lockdown di due settimane. Inoltre l’incidente diplomatico di inizio giugno con la Cina sembra poter mettere potenzialmente a rischio le relazioni sino-malesi.

1. LA PANDEMIA DI COVID-19 IN MALESIA

Nonostante la pandemia da Covid-19 si sia duramente abbattuta sulla Malesia durante i primi mesi del 2020, il Paese si è dimostrato in grado di reggere l’onda d’urto in maniera piuttosto efficiente. Il Governo del Primo Ministro Yassin ha cercato, mediante chiusure temporanee più o meno puntuali, di arginare l’aumento delle infezioni. Inoltre, congiuntamente ai periodi di lockdown, ha proposto ingenti pacchetti di stimoli fiscali fino a 65 miliardi di euro, volti a sostenere l’economia e a rendere la Malesia ancora più appetibile ai futuri investitori internazionali.
Purtroppo durante lo scorso mese di maggio i contagi dovuti alla pandemia sono di nuovo vertiginosamente aumentati, toccando quota 560mila persone a inizio giugno. Il Governo ha perciò deciso, al fine di limitare la diffusione del virus, di imporre un nuovo lockdown di due settimane, dal 1° al 14 giugno. Come conseguenza di questa nuova disposizione, molte multinazionali, fra cui Honda e Toyota, sono state costrette a interrompere temporaneamente la produzione: anche questo fattore, unito a tutti gli altri, avrà sicuramente un peso importante dal punto di vista economico per la Malesia.

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Fig. 1 – Una donna si appresta a ricevere il vaccino anti-Covid in un centro sanitario mobile di Kuala Lumpur

2. L’INCIDENTE DIPLOMATICO CON LA CINA

A inizio giugno il Governo malese ha identificato 16 jet della Aeronautica Militare cinese (PLAAF), mentre sorvolavano la Zona Economica Esclusiva della Malesia nel Mar Cinese Meridionale, generando il disappunto del Governo di Kuala Lumpur. Inoltre, ad aggravare ulteriormente la situazione, è stato il fatto che gli aerei cinesi non hanno segnalato la loro presenza ai controllori di volo malesi, generando di fatto un possibile rischio di collisione.
Il primo a prendere una posizione sull’incidente è stato il Ministro degli Affari Esteri malese Hishammuddin Hussein, il quale ha palesato l’intenzione della Malesia di presentare una nota di protesta al Governo di Pechino e di chiedere spiegazioni all’ambasciatore cinese in Malesia. Kuala Lumpur – afferma la nota di protesta – intrattiene ottime relazioni con la Cina, nonostante alcuni punti di attrito, e sarebbe quindi un peccato danneggiare queste relazioni così fruttuose per entrambi. Dal canto suo Pechino sostiene che quanto si è visto era solamente un’esercitazione di routine della Marina Aereonautica cinese. Inoltre, sempre secondo Pechino, quanto è stato fatto rispetta perfettamente le leggi di diritto internazionale e di conseguenza non rappresenta un illecito.
È molto probabile che, con questa azione, Pechino mirasse a ribadire la propria egemonia sul Mar Cinese Meridionale, già salito varie volte agli onori della cronaca internazionale a causa delle numerose dispute territoriali al suo interno, specialmente dalla Cina. Tale spazio ricopre anche un ruolo strategico dal punto di vista economico, considerato che il traffico annuale nel Mar Cinese Meridionale vale ben più di tremila miliardi di dollari.

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Fig. 2 – Caccia Chengdu J-10 dell’Aeronautica Militare cinese (PLAAF) impegnati in un’esibizione aerea nel Guangdong

3. FARE AFFARI CON LA CINA: RISCHIO O OPPORTUNITÀ?

Per la Malesia questo episodio è un importante spunto di riflessione: la Cina è infatti un partner fondamentale per Kuala Lumpur, ma allo stesso tempo anche un rivale strategico e talvolta un vicino scomodo. Il maggior rischio, secondo il Governo malese, è rappresentato dal pericolo di ledere i rapporti bilaterali e gli accordi già stipulati, specialmente nell’ambito della Belt and Road Initiative (BRI), il mastodontico progetto infrastrutturale cinese in cui anche la Malesia è coinvolta. D’altra parte è estremamente rischioso per Kuala Lumpur avallare questo tipo di azioni, perché questo rischia di creare un pericoloso precedente, che potrebbe portare a successivi scontri e di conseguenza al peggioramento o al deterioramento delle relazioni fra i Paesi della regione.
Kuala Lumpur è adesso chiamata a un gesto estremamente importante. Sarà infatti necessario, attraverso lo strumento della diplomazia, convincere Pechino a riconoscere l’errore commesso, al fine di non far passare inosservata l’azione che, come detto, potrebbe creare un pericoloso precedente.

Niccolò Ellena

A Malaysian Epidemic Intelligence Program (EIP) trainee helped plan and manage the transfer of a patient under investigation for COVID-19 from a rural area (Mulu) to the Miri Hospital.” by CDC Global Health is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • Nonostante la Malesia sia riuscita inizialmente a gestire la pandemia di Covid-19 in maniera efficace, ora ha dovuto imporre un lockdown di 14 giorni a causa della nuova impennata dei contagi.
  • A complicare ulteriormente la situazione si è aggiunto un incidente diplomatico con la Cina. Nei giorni scorsi sono stati infatti avvistati 16 jet cinesi non autorizzati mentre sorvolavano il territorio malese.
  • La Malesia si trova in una situazione potenzialmente conflittuale con la Cina, che rappresenta non solo una delle maggiori potenze mondiali, ma anche uno dei suoi più importanti partner strategici.

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Niccolò Ellena
Niccolò Ellena

Mi chiamo Niccolò, sono nato a Firenze e ho 25 anni. Dopo la Laurea in Lingue e Culture straniere presso l’Università degli Studi di Firenze e un semestre a Wenzhou, in Cina, mi sono trasferito a Milano, dove vivo tutt’ora.

Ad Aprile 2022 ho completato la laurea magistrale in Lingue per le Relazioni Internazionali presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove ho discusso una tesi sulle relazioni tra Cina e Kenya nel contesto della Belt and Road Initiative (BRI).

Al momento sto lavorando come redattore per Money.it, testata giornalistica leader in Italia nel settore dell’economia. Scrivo principalmente di sostenibilità e tecnologia, ma la geopolitica rimane la mia più grande passione.

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