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UE e Asia Centrale: il vertice di Samarcanda

Lo scorso 10 novembre si è tenuta a Samarcanda, in Uzbekistan, la tredicesima riunione tra Unione Europea e Ministri degli Esteri delle repubbliche dell’Asia Centrale. La città che l’UNESCO ha definito come “Crocevia delle culture” è stata lo scenario ideale per un incontro che ha cercato di fare il punto sullo stato delle relazioni tra Bruxelles e i Paesi della regione

IL SUMMIT

L’incontro, giunto alla sua tredicesima edizione, è l’occasione che consente ai vertici europei e dei Paesi dell’Asia Centrale di valutare l’anno passato e di formulare una nuova agenda per quello successivo. Si tratta di un momento decisivo per le relazioni tra questi attori, regolate, dal giugno 2007, dalla EU and Central Asia Strategy for a New Partnership. Questo documento, la cui versione aggiornata è attesa entro la fine del 2019, contiene gli obiettivi e le priorità della cooperazione, oltre che le misure politiche necessarie per raggiungerli.
L’evento – a cui hanno partecipato l’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza e Vicepresidente della Commissione, Federica Mogherini, e il Commissario Europeo per la Cooperazione internazionale e lo sviluppo, Neven Mimica – si è concluso con la firma di un comunicato congiunto nel quale le parti hanno ribadito la volontà di continuare a cooperare per un futuro comune più prospero e sicuro. Prosperità e sicurezza sono state, in effetti, le parole chiave dei lavori che hanno coinvolto, oltre a Mogherini e Mimica, anche i Ministri degli Esteri di Kirghizistan, Kazakistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Questi ultimi hanno avuto l’occasione di confrontarsi su problemi che – nelle parole dell’Alto Rappresentante europeo – “possono essere affrontati meglio in modo congiunto, anziché singolarmente”.

Nello specifico, i partecipanti hanno discusso delle priorità per i Paesi dell’Asia Centrale, delle prospettive economiche per la regione e della necessità di incrementare gli sforzi verso uno sviluppo in senso democratico e aperto delle rispettive società. L’UE ha confermato il suo sostegno alle riforme nazionali che mirano alla creazione di lavoro, al miglioramento del settore privato, della salute e dell’educazione, alla promozione degli investimenti esteri e alla good governance. Un’attenzione particolare nel corso dei colloqui è stata poi riservata alla tematica della sicurezza regionale e globale. Per la sua posizione strategica al crocevia tra Europa, Russia ed Estremo Oriente, l’Asia Centrale ha infatti un ruolo fondamentale nel garantire la pace e la stabilità del vicino Afghanistan, nel contrastare i traffici di armi e sostanze illecite e, soprattutto, nel prevenire la radicalizzazione delle nuove generazioni.
Come affermato dalla Mogherini, i Paesi partecipanti al vertice non sono mai stati più determinati di ora nella loro volontà di cooperare, sia con Bruxelles che a livello regionale. Il lavoro fatto a Samarcanda diventerà quindi il punto di partenza per un ulteriore sviluppo dei loro rapporti internazionali. Anche se i diversi Stati dell’Asia Centrale hanno frequenti relazioni bilaterali con l’Unione Europea, quest’ultima si impegna nei confronti dell’intera regione intesa come insieme integrato, promuovendo rapporti pacifici e improntati alla collaborazione tra i suoi singoli membri.

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Fig. 1 – Foto di gruppo ad Astana: Federica Mogherini insieme ai Ministri degli Esteri delle repubbliche dell’Asia Centrale, 21 dicembre 2015

UNA VERA PARTNERSHIP PER UN VERO SVILUPPO

Nel corso degli anni, l’UE ha definito sempre meglio il suo ruolo nei confronti degli Stati dell’Asia Centrale. Se è vero che essa resta il primo e principale attore coinvolto nello sviluppo di questi Paesi – con più di 110 progetti finanziati e un impegno pari a circa 1,2 miliardi di euro previsto fino al 2020 – è altrettanto importante sottolineare come Bruxelles stia cercando di costruire una vera e propria partnership con i suoi interlocutori. Kirghizistan, Kazakistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan non sono considerati infatti come meri “ricevitori” dell’aiuto europeo bensì come soggetti attivamente coinvolti nel loro stesso sviluppo.
Lo scopo dell’UE – più volte ribadito dall’Alto Rappresentante Mogherini – è infatti quello di aumentare l’integrazione dei Paesi dell’area, assistendoli nel loro cammino verso uno sviluppo nazionale realmente sostenibile e contribuendo allo stesso tempo alla loro resilienza di fronte alle grandi sfide transnazionali (come il contrasto al terrorismo e ai traffici illeciti o la gestione delle acque e dei disastri ambientali). L’Unione Europea si pone quindi come “facilitatore” del miglioramento degli Stati dell’Asia Centrale, a cui trasmette risorse e valori che ne permettano una crescita autonoma.

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Fig. 2 – Vertice bilaterale tra Federica Mogherini e il Ministro degli Esteri uzbeko Abdulaziz Komilov a Tashkent, 19 luglio 2017

RELAZIONI SOLIDE MA MOLTI PASSI DA FARE

La crescita sostenibile e indipendente dei singoli Paesi è stata ribadita come obiettivo anche negli incontri bilaterali intercorsi tra la Mogherini e le più importanti cariche dei Governi locali. Grande rilevanza hanno avuto i colloqui con il “padrone di casa”, il Presidente uzbeko Mirziyoyev, e il suo Ministro degli Esteri, Abdulaziz Komilov – svoltosi alla vigilia della celebrazione del 25esimo anniversario delle relazioni tra UE e Uzbekistan – e quello con il Presidente della Repubblica del Kirghizistan, Almazbek Atambayev, insieme al Presidente eletto lo scorso 15 ottobre, Sooronbay Jeenbekov, e al Primo Ministro Sapar Isakov.
In entrambe le occasioni è stata confermata la solidità delle relazioni reciproche. Tuttavia, è evidente che, nonostante i diversi sforzi dei due Governi – come le riforme nei campi di giustizia, sicurezza e amministrazione recentemente attuate da Tashkent, o quelle del settore giudiziario promosse da Bishek – sono ancora molti i passi da fare. In particolare, la Mogherini ha ribadito la necessità che i vari Paesi si impegnino a risolvere le controversie relative ai confini e a garantire i diritti ai propri cittadini. Il rispetto dei diritti umani è stato sottolineato come priorità specialmente per il Kirghizistan, con il quale l’UE ha da poco avviato un negoziato per un accordo comprensivo bilaterale.

Martina Faldi

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in piĂą

Sempre a Samarcanda, tra 10 e 11 novembre, si è tenuta la conferenza internazionale dal titolo “Asia Centrale: passato condiviso e futuro comune, cooperazione per lo sviluppo sostenibile e la prosperità reciproca”. Al forum, organizzato dall’Uzbekistan in collaborazione con il Centro Regionale ONU per la Diplomazia Preventiva in Asia Centrale (UNRCCA) e l’ufficio regionale UNODC per l’Asia Centrale, hanno partecipato ufficiali di alto livello provenienti da ONU, UE, OSCE, SCO, CIS e delegazioni da diversi stati tra cui Afghanistan, Stati Uniti, Russia, Cina, Iran, Turchia, India, Pakistan, Giappone e Corea del Sud. L’Alto Rappresentante Mogherini è intervenuto anche in questa occasione.

Il tema più rilevante tra quelli affrontati riguarda la necessità di cooperare per il mantenimento della pace in Afghanistan. Come potenze regionali, gli Stati dell’Asia Centrale hanno la responsabilità di incrementare le loro azioni per identificare e prevenire le attività terroristiche transnazionali, per contrastare il reclutamento di militanti e i traffici di armi e risorse finanziarie. [/box]

Foto di copertina di UE en PerĂş Licenza: Attribution License

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Martina Faldi
Martina Faldi

Nata nel 1992, ho conseguito la Laurea Triennale in Scienze Linguistiche (2014) e la Magistrale in Politiche Europee e Internazionali (2016) presso l’UniversitĂ  Cattolica di Milano. Le numerose esperienze di studio all’estero mi hanno consentito di approfondire alcune delle mie grandi passioni: l’arabo, il Medio Oriente, la ricostruzione post conflict e l’institution building.

Dopo un tirocinio presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, attualmente lavoro in una compagnia di consulenza per la quale elaboro proposte tecniche e seguo l’implementazione sul campo di progetti di sviluppo finanziati dalla Commissione Europea sui temi a me cari. Parallelamente sto conseguendo il diploma in “Emergenze e Interventi Umanitari” presso l’ISPI di Milano.

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