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Mohammad bin Salman alla conquista di Riyadh

GDM2018 – Mohammad bin Salman è Principe della Corona saudita è l’uomo del momento del Paese e si appresta a guidarlo in futuro. È un re nel mazzo di carte targato Il Caffè Geopolitico

CHI È?

Mohammad bin Salman bin Abdulaziz bin Abdul Rahman bin Faisal bin Turki bin Abdullah bin Mohammed bin Saud, o in breve semplicemente MbS, è Principe della Corona saudita e, dunque, erede al trono (seconda carica più importante del Regno). Figlio dell’attuale re è asceso al potere giovanissimo: nel 2015, all’età di trent’anni, è già Ministro della Difesa. Nell’aprile dell’anno successivo svela il progetto Saudi Vision 2030 che ha l’obiettivo di lanciare Riyadh nel futuro. Con abilità e intelligenza – e una non meno importante spinta paterna – è riuscito a farsi strada all’interno della casa di Saud e del Paese che gli ha dato i natali.

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Fig. 1 – Il Principe ereditario bin Salman con il Segretario alla Difesa USA Mattis

COME È STATO IL SUO 2017?

In un anno decisamente turbolento per il Medio Oriente MbS è riuscito a fare sentire il suo peso e la sua visione in tutte le principali questioni aperte: Iran e accordo sul nucleare, Yemen, Siria, Iraq, conflitto arabo-israeliano, sviluppo tecnologico e sociale in Arabia Saudita. Nominato Principe della Corona a giugno scalzando lo zio Mohammed bin Nayef, nei mesi successivi si è dato particolarmente da fare per mettere in pratica le sue idee. In particolare, ha contribuito ad aumentare il confronto/scontro diplomatico con il Qatar, ha pressato il Presidente statunitense a fare di più per contenere la minaccia iraniana – non che ce ne fosse particolare bisogno –, e si sospetta abbia spinto alle dimissioni (poi ritirate) il premier libanese Hariri per colpire le ambizioni iraniane nel Paese dei Cedri. Inoltre ha lanciato anche un grandioso progetto sul Mar Rosso, NEOM, la prima zona economica al mondo estesa su tre Stati volta allo sviluppo tecnologico e alla diversificazione delle risorse economiche del Regno. Tra i suoi passi falsi, il pantano in Yemen, di cui è stato ispiratore e che ancora appare senza soluzione.

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Fig. 2 – Mohammad bin Salman in una photo opportunity durante l’incontro con James Mattis

COME SARÀ IL SUO 2018?

Immerso nella regione più volatile del mondo, non sarà facile per MbS perseguire gli obiettivi che si è prefissato. Le sfide di quest’anno saranno innumerevoli. Innanzitutto, occorre provare a risolvere la guerra in Yemen che drena parecchie risorse dalle casse saudite. Secondariamente, l’Arabia Saudita si troverà a fare i conti con un Iran asceso nell’area e capace di tessere una tela che va dalla Siria di Assad fino allo Yemen stesso. Poi, sempre rimanendo agli affari esteri, il giovane principe dovrà seguire con attenzione quanto accade tra israeliani e palestinesi, soprattutto ora che gli Stati Uniti hanno preso una posizione netta sullo status di Gerusalemme. Riyadh preferirà mantenere il suo sostegno alla causa araba o virerà verso accordi di comodo con l’(ex)nemico? Infine, molta attenzione verrà posta sulle dinamiche interne: società saudita giovane, in evoluzione, abituata a non pagare alcun tipo di tassa e fortemente legata a una delle correnti più rigide dell’Islam, il wahhabismo – che non apprezza necessariamente le aperture, ad esempio, alla parte femminile della società. A complicare il tutto l’attuale re potrebbe abdicare nel corso dei prossimi mesi e ciò proietterebbe MbS sul trono, una posizione di forza, ma anche una posizione più esposta. Il 2018 si mostrerà indubbiamente carico di sfide (e di opportunità) per il giovane principe: occhi puntati sull’Arabia Saudita, dunque.

Simone Zuccarelli

Foto di copertina di Secretary of Defense Licenza: Attribution License

Mohammad bin Salman è una delle carte del mazzo de Il Caffè Geopolitico. Associatevi qui per ricerverlo insieme ad altri vantaggi.

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Simone Zuccarelli
Simone Zuccarelli

Classe 1992, sono dottore magistrale in Relazioni Internazionali. Da sempre innamorato di storia e strategia militare, ho coltivato nel tempo un profondo interesse per le scienze politiche. 

A ciò si è aggiunta la mia passione per le tematiche transatlantiche e la NATO che sfociata nella fondazione di YATA Italy, sezione giovanile italiana dell’Atlantic Treaty Association, della quale sono Presidente. Sono, inoltre, Executive Vice President di YATA International e Coordinatore Nazionale del Comitato Atlantico Italiano.

Collaboro o ho collaborato anche con altre riviste tra cui OPI, AffarInternazionali, EastWest e Atlantico Quotidiano. Qui al Caffè scrivo su area MENA, relazioni transatlantiche e politica estera americana. Oltre a questo, amo dibattere, viaggiare e leggere. Il tutto accompagnato da un calice di buon vino… o da un buon caffè, ovviamente!

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