In 3 sorsi – Tra il 13 e il 14 luglio si è svolto l’annuale meeting della Shanghai Cooperation Organization (SCO), tenutosi a Dushanbe, in Tagikistan, nel quale i Paesi membri hanno discusso di temi estremamente attuali come la crisi afghana, aggravatasi seriamente dopo il ritiro delle truppe statunitensi.
1. LA SHANGHAI COOPERATION ORGANIZATION
La Shanghai Cooperation Organization (SCO) è un’Organizzazione che sancisce l’alleanza fra alcuni dei Paesi dell’area eurasiatica nell’ambito di economia, politica e sicurezza. Questa Istituzione deriva dall’evoluzione del “Gruppo dei cinque”, nato nel 1996, che comprendeva Cina, Kazakistan, Kirghizistan, Russia e Tagikistan, e che, con l’aggiunta dell’Uzbekistan, è diventata nel 2001 l’Organizzazione che conosciamo oggi. Nel 2017 India e Pakistan sono diventati membri della SCO, mentre l’Afghanistan ha ottenuto il ruolo di Stato osservatore nel 2012.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – I Ministri degli Esteri dei Paesi SCO al vertice di Dushanbe, 14 luglio 2021
2. LA QUESTIONE AFGHANA NEL CONTESTO DELLA SCO
Secondo alcuni esperti le ragioni per la quale è nata la SCO sono da ricercarsi nel conflitto afghano che imperversava contestualmente alla nascita dell’Organizzazione. In particolare mirava – e mira tutt’oggi – ad arginare la minaccia del terrorismo e il traffico di armi e droga che provenivano dall’Afghanistan dalla fine degli anni Novanta. Come sottolineato dagli stessi esperti l’Organizzazione offre il proprio supporto al Governo afghano, di cui si definisce un’alleata fondamentale nella guerra al terrorismo. Inoltre è necessario sottolineare quanto il conflitto afghano abbia avuto disastrose ripercussioni su tutta l’Asia centrale: fra tutte la guerra civile in Tagikistan (1992-1997) e i ripetuti scontri nel Kashmir.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Un soldato afghano sorveglia un tratto del confine col Tagikistan, 23 luglio 2021. La pressione dei talebani su tale area è sempre più forte, generando preoccupazione in molte capitali dell’Asia Centrale
3. IL COMUNICATO FINALE
Al termine dell’incontro, in una nota firmata congiuntamente, i Ministri degli Esteri dei Paesi membri hanno preso una posizione coesa nei confronti degli eventi che stanno avvenendo in Afghanistan. Questi si sono detti pronti a dare il loro totale appoggio al Governo di Kabul con l’obiettivo di riportare la pace e l’ordine, e specialmente al fine di combattere il traffico di armi e droga e con l’intento di promuovere lo sviluppo umano e economico nel Paese. Questo è stato affermato specialmente in virtù del fatto che i Ministri sono consapevoli che l’Afghanistan resta un punto di snodo fondamentale per la pace in Asia Centrale, ed è perciò fondamentale fare tutto il possibile per contrastare ogni forma di insorgenza e cercare di portare la pace attraverso il dialogo politico. Inoltre, fra i molti punti toccati durante il dibattito, Wang Yi, Ministro degli Affari Esteri cinese, ha sottolineato l’importanza fondamentale che ricopre la cooperazione regionale da un punto di vista sanitario, con l’obiettivo di vincere la sfida contro la Covid-19, che imperversa in tutti i Paesi dell’Asia Centrale. Non si tratta di un commento casuale: nel tentativo di far leva sulla necessità di molti Paesi di ricevere aiuti per arginare la pandemia, il Governo di Pechino ha infatti implementato la Via della Seta Sanitaria, ossia un progetto di cooperazione che mette a disposizione dei Paesi coinvolti le tecnologie e i mezzi cinesi, aumentando di fatto il soft power di Pechino. In conclusione sarà necessario osservare quali effetti produrrà questa riunione della SCO nell’immediato e nel lungo termine, specialmente dopo l’incontro tra i capi di Stato che si terrà il 16 e il 17 settembre sempre in Tagikistan.
Niccolò Ellena
“Modern Center of Dushanbe, Tajikistan” by Ninara is licensed under CC BY