Caffè Lungo – Il territorio conteso delle isole Curili nel Pacifico rappresenta uno dei principali motivi di tensione nei rapporti tra Russia e Giappone da quasi due secoli. Nonostante numerosi trattati, incontri e tentativi di risoluzione, nessuno dei due Governi è disposto a cedere.
L’IMPORTANZA DELLE CURILI
Si è riaccesa nelle ultime settimane la ormai secolare disputa tra Mosca e Tokyo sul territorio conteso delle Curili, un arcipelago formato da 56 isole e situato tra l’isola giapponese di Hokkaido e la penisola russa della Kamchatka. Un tempo abitate dalla popolazione indigena Ainu, le isole sono diventate oggetto di controversia tra l’Impero giapponese e l’Impero russo nel Diciannovesimo secolo. Infatti, pur essendo luoghi tendenzialmente inospitali, con clima rigido, frequenti terremoti e tsunami, queste isole hanno un potenziale geostrategico rilevante, poichĂ© garantiscono un accesso sicuro all’Oceano Pacifico attraverso il mare di Okhotsk e il controllo sugli stretti di fronte a Vladivostok, importante snodo per i trasporti e il commercio terrestre e navale. Le isole sono inoltre ricche di materie prime: in particolare, sull’isola di Iturup, il vulcano Kudryavy è una fonte significativa di renio, ritenuto prezioso sia da Mosca che da Tokyo e utilizzato per componenti elettronici e come catalizzatore.
Nonostante i numerosi tentativi effettuati per dirimere la controversia nel corso di due secoli e l’intenso dialogo che si è sviluppato negli ultimi 60 anni tra i due Governi, Tokyo e Mosca non hanno ancora di fatto sottoscritto un trattato che regolamenti la sovranità su tali territori e nessuno dei due Paesi sembra essere disposto a fare un passo indietro sulla questione. Così quelli che i nipponici continuano a chiamare “Territori del Nord”, rivendicando l’applicazione del Trattato di Shimoda, sono a oggi occupati dalla Russia.
Fig. 2 – Vladimir Putin e Shinzo Abe all’Eastern Economic Forum di Vladivostok nel settembre 2019. I tentativi dei due leader di migliorare i rapporti russo-giapponesi si sono ripetutamente scontrati con il problema delle Curili
TENTATIVI E FALLIMENTI
Il primo tentativo per identificare confini e sovranitĂ sulle isole fu con il Trattato di Shimoda del 1855, firmato da Tokyo e Mosca nell’ambito di una serie di altri trattati cosiddetti “ineguali”, che regolarizzarono commercio e navigazione tra le potenze occidentali e alcuni Stati dell’Asia orientale. L’articolo 2 individuava il confine ufficiale tra Giappone e Russia sulla linea tra Iturup, l’isola maggiore delle Curili, e Urup, lasciando però indeterminato lo status di Sakhalin. In questo modo i quattro territori piĂą vicini geograficamente al Giappone, ovvero le quattro isole di Kunashir, Iturup, Shikotan e Habomai, vennero concessi a Tokyo. Successivamente, a seguito di diversi incidenti tra coloni giapponesi e russi, con il Trattato di San Pietroburgo (1875) il Giappone rinunciò alle sue rivendicazioni su Sakhalin, che passava alla Russia, e ottenne in cambio la sovranitĂ su tutte le isole Curili. Â
Se il Trattato di Portsmouth, che chiudeva il conflitto russo-giapponese del 1904-1905 segnando la sconfitta russa, confermò l’influenza giapponese sulle Curili e assegnò inoltre all’Imperatore Mutsuhito anche la metĂ meridionale dell’isola di Sakhalin, la Seconda guerra mondiale ribaltò completamente la situazione geopolitica dell’area. Roosevelt e Churchill infatti, durante la conferenza di Yalta del febbraio 1945, concessero a Stalin la metĂ meridionale dell’isola di Sakhalin e le isole Curili in cambio dell’ingresso in guerra dell’Unione Sovietica contro il Giappone. La promessa fu mantenuta: l’URSS dichiarò guerra al Giappone e occupò militarmente le isole. Nell’immediato secondo dopoguerra furono fatti due tentativi per risolvere il problema. Entrambi, tuttavia, risultarono fallimentari. Nel 1951 a San Francisco l’Unione Sovietica non firmò il trattato di pace con Tokyo, adducendo come giustificazione le isole Curili, estromesse dagli accordi. Ancora, la dichiarazione congiunta sovietico-giapponese del 1956, che prevedeva tra l’altro la temporanea cessazione delle ostilitĂ tra i due Paesi e il ripristino delle relazioni diplomatiche, rimane a oggi lettera morta.Â
Fig. 2 – Il Primo Ministro russo Mikhail Mishustin visita la fabbrica di pesce Yasny sull’isola di Iturup, nelle Curili meridionali, 26 luglio 2021
IL BRACCIO DI FERRO
Se per Tokyo lo status delle isole Curili sembra rappresentare principalmente questione di orgoglio nazionale, per Mosca l’analisi è più complessa e, come spesso accade, il dibattito al Cremlino si concentra sulla sicurezza nazionale.
Tokyo ha piĂą volte definito tale controversia l’aspetto piĂą critico nei rapporti bilaterali con Mosca e continua a evidenziare la necessitĂ di trovare un canale di dialogo costruttivo sulla questione, come base di partenza per sviluppare al massimo il potenziale di cooperazione tra i due Paesi. Dall’altra parte se anche il Presidente Putin ha piĂą volte sottolineato la volontĂ di voler rafforzare la relazione con Tokyo, una legge approvata dalla Duma nel 2020 impedisce di accettare la cessione di territori. In questo modo con la militarizzazione dell’isola di Iturup e la presenza sulle quattro isole di basi militari e navali russe, Mosca intende chiudere il dossier, costringendo Tokyo ad accettare lo status quo dell’area e i risultati della Seconda guerra mondiale. Un passo indietro sulle isole Curili – così come sulla Crimea – oltre a essere ad oggi incostituzionale per Mosca, rappresenterebbe infatti un segnale di debolezza che il Cremlino non può permettersi. Inoltre cedere sulle isole potrebbe potenzialmente lasciare spazio all’allargamento degli Stati Uniti e dei loro alleati nel Pacifico, giĂ ampiamente sostenuti da rapporti privilegiati con il Governo di Tokyo.Â
Nelle ultime settimane, poi, il Cremlino sta puntando a stimolare gli investimenti nelle regioni del proprio Estremo Oriente e il premier Mikhail Mishustin, durante l’ultima visita ufficiale a Iturup, ha dichiarato di voler trasformare le isole in un paradiso fiscale, scatenando un’ennesima crisi diplomatica con il Giappone. Nonostante ciò nell’agenda politica dell’attuale Primo Ministro giapponese Yoshihide Suga le isole Curili non sembrano rappresentare una prioritĂ , come invece lo erano per il suo predecessore Abe. Ma la questione potrebbe comunque diventare motivo di frizione internazionale, causando ulteriori tensioni, oltre che nei giĂ complessi rapporti russo-giapponesi, anche nei rapporti tra Mosca e Washington, in un risiko che sembra ormai infinito.
Mariangela Fusco