In 3 sorsi – Alle elezioni anticipate della Camera dei Rappresentanti il Governo guidato dal Partito Liberal Democratico (LDP) ha perso per la prima volta dal 2009 la maggioranza in Parlamento e il Giappone si prepara ad un’inedita situazione di incertezza come non vedeva dagli anni Novanta.
1. IL GOVERNO: GLI SCONFITTI
I risultati delle elezioni parlamentari anticipate del 27 ottobre in Giappone hanno portato ad un inedito scenario di incertezza politica, con la perdita della maggioranza del Governo tra LDP e i loro alleati “demo-buddisti” del Kōmeitō, il “Partito del Governo Pulito”. La popolarità personale del Primo Ministro Shigeru Ishiba e quella di altre personalità di spicco del LDP, come quella dell’astro nascente Shinjirō Koizumi, non ha impedito la seconda sconfitta peggiore dalla fondazione del partito nel 1955, che perde non solo la maggioranza che deteneva da solo nella Camera dei Rappresentanti (Shūgiin), ma anche quella della coalizione. Le cause della debacle elettorale, che ha portato a una perdita di 68 seggi per il LDP (da 259 a 191) e di 8 per il Kōmeitō (da 32 a 24), vanno rintracciate nella generale sfiducia verso il LDP generata dal grande scandalo sui fondi in nero che ha riguardato il partito e che ha portato all’abolizione delle sue storiche fazioni nel corso dell’anno. Anche il Kōmeitō, storico partito legato al movimento del Soka Gakkai, esce debilitato dalle elezioni con la sconfitta elettorale di Keiichi Ishii, leader del partito eletto esattamente un mese prima delle elezioni, che ha perso il suo seggio e ha annunciato le sue dimissioni.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Yoshihiko Noda arriva al quartier generale del CDP, 27 ottobre 2024
2. LA VITTORIA DELL’OPPOSIZIONE
Nonostante la mancata cooperazione elettorale nei collegi uninominali per massimizzare i risultati, l’opposizione è riuscita a privare il Governo della maggioranza parlamentare e, ad uscire vincitori per motivazioni diverse, sono stati il Partito Costituzionale Democratico (CDP) di centro-sinistra, il Partito Democratico per il Popolo (DPFP) di centro-destra “riformista” e Reiwa Shinsengumi, partito progressista dai toni populisti simili allo spagnolo Podemos. Il CDP dell’ex Primo Ministro Yoshihiko Noda, tornato in auge per guidare il principale partito d’opposizione, ha aumentato notevolmente i suoi seggi (da 96 a 148) puntando sullo scandalo del LDP e sulle necessità di un “cambio di Governo come vera riforma politica”. La grande sorpresa delle elezioni è stato l’exploit del DPFP che ha più che raddoppiato i suoi seggi (da 11 a 28) intercettando il voto dei conservatori moderati delusi dal LDP e proiettando il suo leader Yuichiro Tamaki al centro della scena politica. Le elezioni di ottobre hanno anche sancito l’inizio di un “cambio generazionale” nella sinistra giapponese con il sorpasso del nuovo, incarnato da Reiwa (da 3 a 9), sullo storico Partito Comunista (Kyōsantō) che ha deciso di non ripetere la cooperazione elettorale avvenuta alle elezioni del 2021 in polemica con la linea del CDP di Noda.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Shinjiro Koizumi al quartier generale del LDP annuncia alla stampa i primi risultati del partito, 27 ottobre 2024
3. DOPO IL VOTO: UN INSTABILE GOVERNO DI MINORANZA
A uscire sconfitto dalle elezioni è stato anche il partito libertario, localista e federalista Nippon Ishin no Kai (Ishin), l’Associazione della Restaurazione del Giappone, il quale se da un lato ha consolidato la sua egemonia sul Kansai e in particolare nella Prefettura di Osaka, dove è nato, dall’altro ha perso 3 milioni di voti a livello nazionale, non riuscendo nell’agognato salto oltre la sua roccaforte, costringendo il leader Nobuyuki Baba, ostile alla cooperazione con il CDP, alle dimissioni. A seguito delle elezioni il LDP ha preso ufficialmente contatti con la leadership del DPFP per negoziare una “coalizione parziale” che porti a un supporto esterno all’esecutivo, ma il suo leader Tamaki ha annunciato il rifiuto di una cooperazione formale con il Governo e l’intenzione di collaborare con il Governo e i partiti dell’opposizione caso per caso a seconda delle politiche, in virtĂą della centralitĂ della sua forza politica, a partire da difficili negoziazioni con il Governo sul bilancio suppletivo venturo e discussioni su politiche di base comuni e sulle riforme con il CDP. L’11 novembre la Dieta ha confermato Ishiba come Primo Ministro in un duello al ballottaggio con Noda, rielezione favorita dalla divisione dell’opposizione con il DPFP ed Ishin che al secondo turno di votazioni non hanno votato per nessuno dei due candidati, portando alla nascita di un Governo di minoranza dalla navigazione incerta.
Francesco Gabriele Bonsignore
“Japan’s National Diet Building Kokkai Gijidou” by Manish Prabhune is licensed under CC BY