GDM2018 – Il leader venezuelano si è distinto nel 2018 per avere spinto un passo più in là verso il tracollo economico e sociale il suo Paese. Una frammentata opposizione interna e gli aiuti di alcune potenze straniere lo hanno aiutato finora a rimanere a galla. Ancora per quanto?
È un jack nel mazzo di carte targato Il Caffè Geopolitico
CHI È
Nicolás Maduro Moros (classe ’55) è il presidente della repubblica bolivariana del Venezuela. Ha raccolto l’eredità del comandante Chávez (di cui era autista) diventando presidente il 15 aprile 2013. Ma non ha nè il carisma nè la retorica sfrontata del predecessore.
Fig. 1 – Maduro “arringa” il Parlamento venezuelano
COM’È STATO IL SUO 2017
E’ diventato ben presto bersaglio della critica mondiale ed ha vissuto un 2017 sul filo del rasoio. Una rivolta popolare è costata più di 100 morti ed è stata repressa nel sangue tra febbraio e aprile, ha subito diversi gesti dimostrativi a lui contrari (tra cui il volo radente e minaccioso di un aereo militare), è stato estromesso da ogni organizzazione internazionale continentale e ha condotto il proprio popolo letteralmente alla fame, costringendo la popolazione a code infinite a causa di razionamenti del cibo, che è diventato un bene sempre più scarso. Maduro ha inoltre cercato l’aggancio alla Cina nel momento in cui il bolivar, moneta nazionale, ha toccato una iper-inflazione all’800%, liberandosi poi dall’impaccio con un colpo di genio: ha invocato le elezioni per una nuova assemblea costituente (in cui ha fatto eleggere la moglie) per smarcarsi dall’opposizione (di per sè deboluccia e fiaccata dagli arresti di molti dei suoi principali esponenti). Inoltre, ha anche cercato una sponda nella Russia per evitare il default sul pagamento degli interessi di una tranche del proprio debito estero, ottenendo un rifinanziamento a condizioni molto più vantaggiose. Insomma, il regime di Maduro è riuscito a restare a galla seppur tra mille difficoltà che vedono il Venezuela trasformato da un Paese ricchissimo di petrolio e altre risorse naturali ad una nazione sul lastrico e sull’orlo della guerra civile.
Fig. 2 – Una protesta contro il Presidente Maduro
E così, dopo aver fatto finta di niente sulla sconfitta alle scorse elezioni presidenziali, ci apprestiamo a celebrare quelle del prossimo 22 aprile in cui Maduro dovrebbe essere rieletto, se non altro per mancanza di avversari uniti e sufficientemente forti per scalzarlo. A farne le spese ci sarà come sempre molto probabilmente la popolazione venezuelana, ormai in ginocchio da anni di difficoltà economiche e mancanza di servizi sociali adeguati (la sanità pubblica è ormai al collasso). Il tutto mentre il resto del continente sembra aver voltato le spalle a quello che fino a pochi anni fa veniva invece additato come l’esempio più fulgido del cosiddetto “socialismo del XXI secolo”.
Andrea Martire
Foto di copertina di theglobalpanorama Licenza: Attribution-ShareAlike License
Nicolás Maduro è una delle carte del mazzo de Il Caffè Geopolitico. Associatevi qui per ricerverlo insieme ad altri vantaggi.