Analisi – Adottato dal Consiglio dell’UE il 21 marzo scorso, lo Strategic Compass segna un importante passo verso la definizione di un più forte, coerente e credibile ruolo dell’Unione Europea nel mondo. Ma resta ancora molto da fare. La prossima sfida? L’implementazione.
Qui la prima parte dell’articolo.
ADOTTATO LO STRATEGIC COMPASS
Dopo quasi due anni di gestazione la Bussola Strategica vede finalmente la luce. Adottato dal Consiglio europeo il 21 marzo 2022, sotto la presidenza semestrale francese, questo nuovo documento strategico si inserisce nel solco tracciato dalla EU Global Strategy del 2016 – di cui abbiamo già ricordato alcuni punti salienti nella prima parte di questa breve serie. Lo Strategic Compass è infatti principalmente focalizzato sugli aspetti relativi a sicurezza e difesa, presentandosi quale risposta alla necessità – imposta da un “more hostile security environment” – di realizzare “a quantum leap forward and increase our capacity and willingness to act, strengthen our resilience and ensure solidarity and mutual assistance”. Ma non soltanto: sebbene lo scopo diretto e dichiarato sia quello di rafforzare la politica di sicurezza e difesa comune, le implicazioni più o meno indirette sono infatti molteplici e, a ben vedere, toccano l’essenza stessa del progetto europeo. Facendo dell’Unione “a more assertive and decisive security provider”, come si legge nelle Conclusioni del testo approvato dal Consiglio, si compie di fatto un deciso, significativo salto di qualità . In questo senso, l’Unione politica può forse apparire una meta più vicina di quanto in realtà non sia stata nel recente passato. Ma la strada è ancora lunga e irta di ostacoli.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – L’Alto Rappresentante/Vice Presidente Josep Borrell. Consiglio dell’Unione europea, Bruxelles, 21 marzo 2022
UNO SGUARDO ALLA BUSSOLA
Addentriamoci nel testo. Quello che leggiamo è il documento inviato come Annex agli Outcome of Proceedings della riunione del Consiglio europeo del 21 marzo dal General Secretariat of the Council alle Delegations dei Paesi membri. Il testo vero e proprio consta di 46 pagine (da 2 a 47, prendendo in considerazione la numerazione dell’Annesso). Questo il titolo, per esteso: “A Strategic Compass for Security and Defence – For a European Union that protects its citizens, values and interests and contributes to international peace and security”. Le parole, anche in questo caso, sono rivelatrici. Delimitato l’orizzonte di senso della Bussola (“Sicurezza e Difesa”), si chiarisce difatti sin da subito l’obiettivo: proteggere i propri cittadini, valori e interessi, da un lato; contribuire alla pace e alla sicurezza internazionale, dall’altro. Questa l’immagine di UE che si proietta nella prossima decade, verso il 2030. La Bussola Strategica si apre quindi con un Executive Summary nel quale, dopo un rapido richiamo alla situazione internazionale e al contesto geopolitico attuale – segnato dal ritorno della guerra in Europa e dalla competizione per energia, risorse e spazi contesi (dalle profonditĂ degli oceani al cyberspazio, passando per terra, aria e spazio) – dichiara i propri fini e stabilisce le “concrete priority actions” per raggiungerli. Nello specifico: incrementare la capacitĂ di gestione delle crisi, agendo “rapidly and robustly” allo scoppio di queste, anche da sola “quando necessario”; accrescere l’abilitĂ di anticipare i rischi, garantire accesso sicuro ai cosiddetti “strategic domains” (ad esempio la Rete) e proteggere i propri cittadini; investire “di piĂą e meglio” in capacitĂ e tecnologie innovative, colmando gli “strategic gaps” e riducendo la dipendenza tecnologica e industriale; rafforzare la cooperazione con i propri partner strategici, tanto a livello multilaterale (globale e regionale) che bilaterale – nell’ordine di menzione: NATO, ONU, OSCE, Unione Africana, ASEAN, Stati Uniti, Norvegia, Canada, Regno Unito, Giappone, Balcani occidentali, vicinato orientale e sud, Africa, Asia e America Latina, promuovendo a tal fine anche lo sviluppo di un “EU Security and Defence Partnership Forum”. Il tutto, com’è piĂą volte ribadito fin dalle primissime pagine, sempre in un’ottica di complementaritĂ con la NATO – “which remains the foundation of collective defence for its members”.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Riunione del Comitato militare dell’UE a livello Capi di Stato Maggiore della Difesa, Bruxelles, 19 maggio 2021
LA PROSSIMA SFIDA: L’IMPLEMENTAZIONE
Un documento che dunque appare nella struttura, nel metodo e nelle finalitĂ perfettamente in linea con le ambizioni “globali” della richiamata EU Global Strategy, avvicinando così l’Unione al raggiungimento della cosiddetta “autonomia strategica”. Al netto delle numerose crisi che oggi affliggono l’ordine mondiale fondato su regole, il metodo multilaterale e la risoluzione pacifica delle controversie internazionali – e, in parte, su spinta di esse – l’UE sembra quindi aver ritrovato quell’unitĂ di intenti e comun sentire che sembrava ormai irraggiungibile: “The European Union is more united than ever”, si legge nella prima pagina della nostra Bussola Strategica. Le prospettive di sviluppo progressivo verso l’Unione politica tornano in tal senso moderatamente ottimistiche, sebbene di certo non nel breve-medio termine. Le divisioni, seppur rese latenti dalle condivise minacce, restano infatti ancora molte e profonde. Divisioni che, dopo un iniziale ridimensionamento, potrebbero venire persino accentuate dalla prevedibile disomogeneitĂ dei contraccolpi subiti dai diversi Stati e dalle conseguenti reazioni delle opinioni pubbliche. Lo stesso Strategic Compass – la cui approvazione costituisce, comunque, un successo assolutamente non scontato – dovrĂ nei prossimi anni superare la prova definitiva: quella dell’implementazione. Tradurre l’ambiziosa visione strategica posta dal Compass in reali ed efficaci strumenti operativi sarĂ , in questo senso, la vera sfida per i Ventisette. Sfida la cui portata appare evidente soprattutto quando si guarda al terzo “pilastro” (Act), il quale ricomprende tra gli altri il progetto della EU Rapid Deployment Capacity – che punta a sviluppare entro il 2025 la capacitĂ di schierare fino a 5mila militari per reagire rapidamente e in maniera modulare a una vasta gamma di crisi e minacce, – su cui pesa ancora il precedente dei mai utilizzati Battlegroups. La comune volontĂ politica che ha reso possibile l’ideazione, la redazione e l’adozione della Bussola, sarĂ pertanto ancor piĂą necessaria perchĂ© obiettivi, prioritĂ e azioni ivi delineate si traducano in realizzazioni concrete. Il Nord è fissato, adesso inizia la navigazione.
Julian Colamedici[1]
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[1] Le opinioni espresse dall’autore non sono in alcun modo riconducibili all’Amministrazione di appartenenza e non ne rappresentano necessariamente il pensiero. Ogni posizione è da considerarsi solo ed esclusivamente personale.