Caffè lungo – L’improvvisa morte di Shinzo Abe non lascia solo il Giappone orfano di un proprio rappresentante di spicco, ma lascia anche Taiwan senza uno dei suoi piĂą grandi sostenitori. Tuttavia, così come i partiti taiwanesi si sono uniti nel cordoglio per la morte di Abe, anche la politica giapponese sembra intenzionata a far fronte comune e supportare Taipei, raccogliendo l’ereditĂ dell’ex Primo Ministro.
ABE ‘NEMICO’ DI PECHINO E ALLEATO DI TAIPEI
La fine della carriera politica di Shinzo Abe, terminata nel 2020 per il ripresentarsi di seri problemi di salute, non aveva interrotto quello che si potrebbe quasi definire “attivismo” del premier giapponese più longevo politicamente nei confronti della politica estera e, nello specifico, di Taiwan.
Nonostante i numerosi incontri con Xi Jinping, Abe non ha mai abbandonato la propria posizione di “falco” in politica estera: membro dell’organizzazione di estrema destra Nippon Kaigi, Abe aveva spinto fortemente per superare gli impedimenti costituzionali derivati dall’Articolo 9 della Costituzione nipponica (l’articolo che vieta al Giappone di dotarsi di un proprio esercito) per rendere le forze di autodifesa giapponesi un esercito a tutti gli effetti, capace se necessario di arginare proprio la crescente assertivitĂ cinese.Â
Abe era intervenuto giĂ alcune volte sulla questione di Taiwan nelle sue diverse sfaccettature: era comparso ritratto in una foto di fianco agli ananas coltivati a Taiwan e oggetto di blocchi commerciali da parte della Cina, aveva incontrato in collegamento video la Presidente Tsai Ing-wen a marzo di quest’anno e soprattutto aveva rivolto un appello agli Stati Uniti e al Giappone per interrompere l’ambiguitĂ strategica sulla quale si fonda la fragile stabilitĂ sullo Stretto, per garantire che Taiwan verrĂ protetta e supportata senza se e senza ma in caso di attacco cinese. Â
Il supporto di Abe alla causa di Taiwan sarebbe senza dubbio proseguito a lungo, ma, come noto, durante un comizio elettorale a pochi giorni dalle elezioni, Abe è stato ucciso da un ex militare, spinto da rancori personali verso una setta religiosa che l’ex premier aveva supportato in passato.Â
Fig. 1 – Memorial dedicato a Shinzo Abe nel tempio Zojoji di Tokyo, 12 luglio 2022
LA REAZIONE DI TAIWAN
Il vicepresidente di Taiwan, William Lai, ha compiuto un viaggio a Tokyo per onorare la scomparsa di una figura che, come citato poc’anzi, si era spesa a lungo sia durante il proprio mandato che al di fuori di questo per la sicurezza di Taiwan. Si tratta però di un viaggio assolutamente inedito: per la prima volta dal 1972 (anno in cui Giappone e Taiwan hanno interrotto le relazioni ufficiali dopo il riconoscimento da parte giapponese della Repubblica Popolare) un numero due del Governo taiwanese ha infatti visitato il Giappone, anche se il gabinetto del Ministero degli Esteri si è affrettato a dichiarare che il viaggio di Lai è di natura strettamente privata. Premessa che non è comunque bastata a evitare le proteste di Pechino per voce del Portavoce del Ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin, il quale ha bollato la visita improvvisa di Lai come “complotto politico”.
Anche la Presidente Tsai Ing-Wen ha ricordato il defunto Abe con l’appellativo “amico di Taiwan” e l’Amministrazione taiwanese ha ordinato di abbassare le bandiere a mezz’asta in segno di lutto (tra i pochissimi Paesi a farlo oltre a India e Stati Uniti). Anche il Kuomintang (KMT), principale partito di opposizione, ha approvato per voce del leader Eric Chu le bandiere a mezz’asta, ricevendo pure critiche da alcune frange della coalizione di partiti guidata dal Kuomintang, piene di risentimento per l’occupazione giapponese di Taiwan nella prima metà del secolo scorso. E Shinzo Abe, negando o sminuendo la presenza di “donne di conforto” costrette dall’esercito giapponese a soddisfare i bisogni sessuali delle truppe imperiali, ha provocato nel corso dei suoi anni da Premier più di una tensione con tutti i Paesi che hanno subito l’occupazione giapponese in tale periodo. Dichiarazioni che passano in secondo piano data la minaccia militare che sembra incombere su Taiwan, che ha bisogno di alleati.
Fig. 2 – Il vicepresidente di Taiwan, William Lai, partecipa alle commemorazioni a Tokyo in onore di Abe, 12 luglio 2022
LA LINEA DI ABE SU TAIWAN CONTINUA
In ogni caso la dipartita di Abe sembra aver cambiato poco la traiettoria della politica estera (e quindi la politica nei confronti della Cina e di Taiwan) del Giappone. Non solo il premier Fumio Kishida aveva giĂ attuato una trasformazione da colomba a falco nei confronti della Cina, ma si avvia ora a rilanciare quello che era il grande progetto di Abe, la revisione dell’Articolo 9 della Costituzione. E considerando il successo elettorale del suo Partito Liberaldemocratico nelle ultime elezioni parlamentari, Kishida potrebbe riuscire a cambiare completamente il profilo della politica estera di un Paese di cui Washington ha bisogno per “fare rete” contro la Cina ed evitare che questa compia azioni belligeranti contro Taiwan.Â
A meno di un mese dalla morte di Abe, una delegazione composta da quattro membri della Dieta giapponese ha inoltre visitato Taiwan per discutere di difesa strategica. Tra i membri Shigeru Ishida, ex Ministro della Difesa, il quale ha garantito che la sicurezza di Taiwan non era una prioritĂ solo per il defunto Abe, ma per tutti gli schieramenti del Parlamento, dimostrando che la visione di Abe è diventata mainstream per la classe politica giapponese. Inoltre a giugno era stata pubblicata la notizia del dispiegamento di personale militare giapponese nella Japan-Taiwan Exchange Association (di fatto la rappresentanza giapponese a Taiwan). Personale militare non attivo (ovvero consiglieri strategici), ma comunque una mossa forte. Proprio il Presidente della JTEA ha poi dichiarato che il Governo di Tokyo si impegnerĂ per far sì che Taiwan possa entrare nella CPTPP, ovvero l’Accordo globale e progressivo per il Partenariato transpacifico. Izumi ha poi sostenuto che l’ingresso nel CPTPP sarebbe stato un desiderio del defunto Abe, delineando ancora di piĂą il supporto a tutto campo che si è propagato da Abe a tutto il Parlamento giapponese e non solo: un sondaggio risalente ad aprile di quest’anno evidenzia che il 75% della popolazione giapponese supporta Taiwan. Una popolaritĂ alimentata da iniziative di cooperazione tra i due Paesi, quali per esempio la donazione da parte giapponese di centinaia di migliaia di dosi di vaccini anti-Covid.Â
Dire che la situazione nell’Indo-Pacifico, legata inevitabilmente alla questione di Taiwan, sia instabile è un understatement. Tuttavia, sembra che il supporto per Taiwan da parte di Tokyo stia diventando sempre piĂą una costante negli scenari regionali. Un’alleanza che, unita alla presenza americana nel Pacifico, potrebbe scoraggiare Pechino dall’attaccare Taiwan o scatenare un nuovo conflitto le cui proporzioni e ripercussioni sono difficili da immaginare.Â
Enrico Breveglieri
“Former Prime Minister of Japan Shinzo Abe Visit To Pearl Harbor Hawaii 2016” by Anthony Quintano is licensed under CC BY