Ristretto – Il 17 dicembre sarà un giorno fondamentale per la storia della democrazia tunisina. Quali sono le norme che regoleranno le prime elezioni dopo le riforme politico-istituzionali del Presidente Kais Saied?
Nell’attesa che il processo elettorale faccia il suo corso, è necessario riassumere i principali cambiamenti normativi introdotti dalla legge elettorale promulgata con decreto presidenziale il 15 settembre scorso. Analizzata magistralmente dal centro studi Carnegie Endowment For International Peace, infatti, la nuova legge elettorale tunisina solleva non pochi interrogativi rispetto all’effettiva rappresentatività delle elezioni che si terranno nei prossimi giorni, introducendo una serie di criticità in grado di introdurre diversi elementi di instabilità politica.
- Il primo fattore di rottura rispetto alla legge elettorale precedente, ancorata alla Costituzione del 2014, e ormai sostituita dal nuovo impianto regolatorio, riguarda l’impossibilità di candidare delle liste, contemplando esclusivamente la possibilità di presentare candidature individuali. Il risultato immediato di tale cambiamento è quello di trasformare, già nel momento elettorale, la rappresentanza politica in una competizione fra individui, incentivando un’iper-personalizzazione del voto ed escludendo l’equilibrio rappresentativo garantito dalla pluralità dai partiti. In un contesto politico caratterizzato da circoscrizioni elettorali ridotte, tale impostazione potrebbe tradursi concretamente in un ritorno della politica dei notabili, in cui figure dotate di un consistente potere d’influenza a vario titolo potrebbero sfruttare la propria posizione sociale ed avere effettivamente la meglio a discapito di candidati con risorse limitate.
- La seconda novità critica riguarda alcuni requisiti necessari per la presentazione della candidatura, fra gli altri: la necessità per ogni singolo candidato di ottenere 400 firme di elettori regolarmente registrati nel proprio collegio elettorale, di cui il 50% devono essere donne e il 25% giovani sotto i 35 anni di età. Tali elettori non dovranno sostenere nessun altro candidato e rispettare le condizioni legali per poter esercitare il diritto di voto, fra cui il fatto di non essere sottoposto a regime di detenzione (a prescindere dal capo d’imputazione). È evidente che per i candidati collocati in collegi elettorali minori, soddisfare tale requisito potrebbe risultare non solo problematico, ma anche limitante dal punto di vista della presentazione della candidatura stessa.
- Infine, altri fattori critici della nuova legge elettorale sono legati: all’eliminazione delle quote di rappresentanza politica stabilite e tutelate dalla legge elettorale precedente e che permettevano a donne e gruppi emarginati di avere accesso alla rappresentanza politica; alla cancellazione dei fondi pubblici destinati alla campagna elettorale e al divieto di ricevere donazioni anonime; e, infine, all’introduzione di una serie di “crimini elettorali” i cui contorni risultano tanto vaghi da poter suppore che potrebbero essere utilizzati per “eliminare” un candidato a prescindere dal suo seguito elettorale. L’insieme di questi cambiamenti introdotti lo scorso settembre inspirano una seria riflessione sul valore rappresentativo delle prossime elezioni che, a detta di molti esperti, verranno caratterizzate da un’elevatissima percentuale di astensionismo, nonché da una vera e propria operazione di boicottaggio da parte dei principali partiti politici tunisini.
Sara Cutrona
Immagine di copertina: “Συνάντηση ΥΠΕΞ Ν.Δένδια με Πρόεδρο Τυνησίας K.Saied” by Υπουργείο Εξωτερικών is licensed under CC BY-SA