Caffè lungo – La conquista russa di Soledar ha un peso mediatico notevole. Da un lato per il Cremlino è la prima avanzata da mesi, dall’altro però il successo è rivendicato “polemicamente” da Yevgeni Prigozhin, capo dell’organizzazione Wagner. Quello che la stampa internazionale conosce come “il cuoco di Putin” in realtà potrebbe avere un ruolo molto più pesante nel prossimo futuro. Non manca chi lo indica come potenziale successore dell’attuale Presidente russo.
L’IMPORTANZA MEDIATICA DELL’OFFENSIVA DI SOLEDAR
La conquista della città di Soledar, contesa da mesi tra le forze di Kiev e quelle di Mosca, rappresenta la prima avanzata di successo delle truppe russe dopo mesi di controffensiva ucraina. Per questo i media russi hanno dato risalto alla notizia ma, allo stesso tempo, a rivendicare parte del merito è sopraggiunto Yevgeni Prigozhin, capo del noto gruppo paramilitare Wagner. In un filmato egli ha elogiato pubblicamente i membri dell’organizzazione per la vittoria. A far discutere, inoltre, sono le affermazioni di Prigozhin riguardo alla natura stessa del gruppo, descritto come “indipendente” da tutto e tutti, potendo disporre di mezzi sia aerei che di terra e di artiglieria propri.
Secondo fonti di Kiev, Prigozhin mirerebbe sia ad accrescere la visibilità del gruppo Wagner al fine di arruolare nuovo personale che a minare la credibilità dell’esercito russo. In effetti, nel filmato citato ci sono insulti rivolti da membri del gruppo a Valery Gerasimov, Capo di Stato Maggiore russo. Il Ministero della Difesa di Mosca ha poi ammesso implicitamente che al successo di Soledar ha preso parte anche il gruppo paramilitare in supporto all’esercito regolare. Ad ogni modo, da mesi le Autorità ucraine denunciano le azioni del gruppo (assieme a quelle delle truppe russe) ritenuto responsabile di crimini di guerra, così come l’ipotizzata presenza a Kiev di alcuni suoi membri incaricati di eliminare il Presidente Volodymir Zelensky.
Fig. 1 – La sede del gruppo Wagner a San Pietroburgo, aperta nel novembre 2022
L’IDENTIKIT DI UN (OLIGARCA) CUOCO
Come accaduto per altri personaggi ritenuti vicini a Vladimir Putin, anche nel caso di Prigozhin la stampa internazionale ha trovato un soprannome accattivante: “il cuoco di Putin“. L’appellativo si deve all’impero commerciale posseduto da Prigozhin nel settore della ristorazione e al fatto che ha organizzato in passato degli eventi di catering per il Cremlino. I notevoli proventi ottenuti negli anni, anche grazie alle commesse per l’alimentazione dell’esercito, permisero al “cuoco” di gettare le basi del futuro gruppo Wagner. Inoltre, il nome di Prigozhin è emerso nell’ambito delle interferenze russe nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2016, vinte da Donald Trump.
Dopo anni di basso profilo mediatico l’oligarca, con l’inizio della guerra in Ucraina, ha assunto un atteggiamento decisamente più visibile, al punto da ammettere lo scorso settembre di essere il capo di Wagner, fatto in precedenza smentito. La ricerca di consenso per sé e per i suoi uomini si inserirebbe in una strategia tesa a una sua potenziale candidatura alle presidenziali del 2024. Non manca chi lo indica addirittura come un potenziale sostituto di Putin in caso di sconfitta o impedimento del Presidente.
Fig. 2 – Vladimir Putin e Yevgeni Prigozhin nel 2010
IL LEGAME TRA IL GRUPPO WAGNER E IL CREMLINO
La fondazione del gruppo Wagner risale al 2014 e si deve all’ex capo degli Spetsnaz Dmitriy Valeryevich Utkin. Esso non opera ufficialmente al servizio dello Stato russo, anche se si ritiene che lavori comunque sotto la guida di Mosca quando necessario. Wagner, composto da decine di migliaia di contractor, ha visto accrescere notevolmente il numero degli arruolati negli ultimi anni: sembra che le file della compagine paramilitare siano state rimpolpate da uomini presi direttamente dalle carceri. Per le sue attività il gruppo ha suscitato reazioni allarmate in Occidente, essendo considerato in alcuni ambienti sia un esercito ombra di Putin che una realtà votata al mero potere con ogni mezzo. Per esempio, l’Unione Europea ha citato Wagner tra gli “alleati” della Russia in una risoluzione di condanna dello Stato russo quale sostenitore del terrorismo. Ancora, il Presidente francese Emmanuel Macron l’ha accusato apertamente di avere “intenti predatori” in Mali. A tal proposito, sin dai primi anni di attività il gruppo è stato operativo in Donbass, in Siria e in diversi Paesi africani. In particolare l’attivismo del gruppo in Africa ha suscitato una netta reazione nella comunità internazionale: gli Stati Uniti hanno inflitto sanzioni a Prigozhin, mentre l’ONU indaga su una strage di civili di cui sarebbero responsabili i contractor e le Forze Armate centrafricane.
Se il supporto di questi contractor rappresenta da un lato un aiuto importante per il Cremlino, dall’altro, e lo dimostrano proprio le rivendicazioni di Prigozhin, rischia di erodere la leadership militare e politica di Putin. Tra l’altro, l’apporto dei mercenari sul campo pare compensare le difficoltà dei vertici delle Forze Armate russe: è stata ipotizzata per questa via una “wagnerizzazione” dell’esercito regolare. Infine, forti della loro indipendenza, i membri del gruppo non si risparmiano in critiche pubbliche all’operato di Mosca. Il pericolo per Putin potrebbe essere, in caso di ulteriori vittorie e consensi per il gruppo Wagner, doversi guardare le spalle da un “cuoco” nel 2024.
Mario Rafaniello
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