In 3 sorsi – Il 23 gennaio il Governo del Burkina Faso ha chiesto il ritiro delle circa 400 unità delle forze speciali francesi presenti nel territorio burkinabé. Questa istanza è in linea con il malcontento della popolazione nei confronti della Francia, che risale ai tempi del colonialismo. Anche se il Governo non ha ufficializzato accordi con la Russia o con i mercenari del gruppo Wagner, lo scenario più probabile sembra volgere nella direzioni di un avvicinamento a Mosca.
1. IL CONTESTO E LE MOTIVAZIONI DEL RITIRO
Il Burkina Faso è uno dei Paesi piĂą poveri al mondo e si classifica 182° su 189 rispetto all’indice di sviluppo umano, secondo lo Human Development Report pubblicato dallo United Nations Development Program (UNDP) nel 2019. Il 30 settembre 2022 un ultimo colpo di Stato ha portato al potere il militare Ibrahim TraorĂ© e la nuova giunta militare ha subito mostrato il suo carattere antioccidentale, prima dichiarando “persona non grata” la coordinatrice delle Nazioni Unite, Barbara Manzi, e poi pretendendo il disimpegno delle truppe francesi dal Paese. Il 23 gennaio, infatti, il Governo ha chiesto il loro ritiro entro un mese, ponendo fine all’accordo militare siglato nel 2018 in seguito all’aumento degli attacchi terroristici. L’inefficienza delle truppe francesi sembra essere la causa principale della decisione burkinabĂ©, assieme alla volontĂ di “farcela da solo”. Jean-Emmanuel Ouedraogo, il portavoce dell’esecutivo, ha infatti dichiarato che il Burkina conta sui propri mezzi per vincere la guerra contro il terrorismo, dichiarando poi che questa linea non segnerĂ la fine delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi. I rapporti tra la Francia e le sue ex colonie sono però molto problematici: l’anno scorso la Francia è stata costretta a lasciare anche la Repubblica Centrafricana e il Mali, dove i rispettivi Governi hanno poi chiesto sostegno ai mercenari russi del gruppo Wagner. In Burkina Faso è evidente un forte malcontento della popolazione, che da mesi organizza attacchi antifrancesi: a ottobre, ad esempio, i manifestanti hanno assalito il centro culturale francese nella capitale.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – I militari annunciano in televisione la presa del potere in Burkina Faso dopo il golpe del 30 settembre 2022
2. LA PRESENZA STORICA DELLA FRANCIA NEL PAESE
La Francia è presente in Burkina Faso dalla fine dell’Ottocento, quando il Paese fu colonizzato e divenne parte dell’Africa occidentale francese. Indipendente dal 1960, l’ex Alto Volta ha conservato stretti rapporti con la Francia dal punto di vista sia economico (ad esempio tramite l’adozione del franco CFA), sia militare: i francesi hanno da sempre mantenuto dei contingenti militari in Africa per sostenere i Governi alleati e garantire gli interessi del Paese nel Continente. Parigi è stata considerata per anni un baluardo per assicurare la presenza Occidentale in Africa, soprattutto negli anni della Guerra Fredda, ma è stata spesso criticata per il carattere “neoimperialista” delle relazioni privilegiate con le ex colonie. L’interferenza francese negli affari interni del Burkina Faso non è mancata in seguito all’indipendenza. L’evento piĂą emblematico risale al 1987, quando Francia e Stati Uniti sostennero Blaise CompaorĂ© nell’organizzazione del colpo di Stato contro il Presidente Thomas Sankara, molto amato dalla popolazione. CompaorĂ© è poi rimasto al potere per 27 anni con l’appoggio delle potenze occidentali. Questo evento è solo un esempio di come la Francia sia intervenuta nelle dinamiche interne del Paese e del Continente per proteggere i propri interessi, dal momento che Sankara era un leader antimperialista e antifrancese, scomodo per l’Occidente. Anche questo ha contribuito al malcontento della popolazione nei confronti della Francia.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Manifestazioni antifrancesi e filorusse in Burkina Faso
3. UN POSSIBILE AVVICINAMENTO ALLA RUSSIA
Anche se il Governo ha assicurato alla Francia che non chiederà sostegno ai mercenari Wagner, i manifestanti nelle piazze del Paese sventolano bandiere russe, accusano la Francia definendola “ladro d’Africa” e parlano con entusiasmo di un possibile avvicinamento del Burkina a Mosca. In più, il Primo Ministro burkinabé si è recato a Mosca per una visita informale, per discutere della possibilità di stipulare degli accordi per la cooperazione militare. Quindi, anche se non ci sono ancora notizie certe, un possibile avvicinamento tra i due Paesi non è uno scenario improbabile, come avvenuto in altri Stati saheliani. In questo contesto la Francia dovrà decidere se e in quale modo reinventare il proprio legame con il Burkina Faso e, in generale, con le ex colonie. L’obiettivo dovrebbe essere quello di rappresentare un partner più attraente della Russia, ma la prospettiva sembra difficile, dati i trascorsi che contribuiscono ad aumentare il sentimento antimperialista nel Paese e nella regione. La Russia è attualmente un partner più vantaggioso anche per il suo carattere autoritario, circostanza certo più allettante per i Governi antidemocratici di stampo militare. Intanto in Burkina Faso la minaccia terroristica contribuisce a peggiorare la crisi umanitaria, mostrando la necessità di spostare il focus sul benessere della popolazione e non sui vantaggi della dirigenza golpista, che antepone nuovamente la propria necessità di mantenere il potere.
Benedetta Ardizzone
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