Ristretto – La Tunisia è il nuovo principale punto di partenza delle migrazioni verso l’Europa, e diventa, per questo motivo, di grande interesse per l’Unione Europea. Dopo un mese di scambi diplomatici, sembra si sia trovato un accordo.
Leggi tutto: Tunisia e UE: habemus intesa?Giugno è stato un mese di intense trattative tra l’Unione Europea e la Tunisia con l’obiettivo di limitare i flussi migratori in partenza dallo Stato nord-africano, che hanno superato per quantità quelli provenienti dalla Libia. L’11 giugno la Tunisia aveva accolto l’arrivo di Ursula von der Leyen, Giorgia Meloni e Mark Rutte per un incontro con il presidente Kais Saied. Il fine dell’incontro era quello di porre le basi per una rinnovata partnership con il Paese arabo, con l’obiettivo – non celato – di trovare una soluzione ai crescenti numeri che riguardano la partenza di migranti subsahariani dal suolo tunisino.
Saied aveva ricevuto da parte del Fondo Monetario Internazionale (IMF) la proposta di un prestito da 2 miliardi di dollari, ma aveva deciso di rifiutarla a causa delle stringenti condizioni di austerità che la accompagnavano, come la vendita di compagnie di proprietà dello Stato. D’altra parte, Tunisi sembra molto più attratta dall’idea di un maggiore coinvolgimento europeo. L’UE teme che un peggioramento nelle condizioni economiche della Tunisia possa causare un ulteriore aumento delle partenze. È per questo motivo che durante gli incontri è stata delineata la proposta di un pacchetto di aiuti di 1 miliardo di euro per lo sviluppo di una partnership in materia di energia, sviluppo economico, commercio e migrazione, suddivisi in 900 milioni sotto la dicitura di “assistenza micro-finanziaria” per la ripresa economica e altri 150milioni da erogare immediatamente a supporto dell’attuazione delle riforme previste dall’IMF, sul quale la premier Meloni ha iniziato a fare pressione con l’obiettivo di andare incontro alla posizione tunisina.
L’UE, inoltre, ha previsto l’erogazione di 105 milioni per la gestione delle frontiere, delle operazioni di ricerca e soccorso e delle iniziative contro il traffico di persone, ma a seguito dell’incontro Saied sembra aver posto delle remore, dichiarando che sarebbe impensabile tenere i migranti in Tunisia in cambio di soldi e che si tratta di una soluzione disumana e inaccettabile.
L’Italia – particolarmente interessata a questa tematica dal momento che ricopre il ruolo di punto di arrivo principale dei flussi migratori – aveva già dimostrato sostegno alla Tunisia, tramite l’erogazione di investimenti dell’ammontare di 700 milioni di euro in progetti di cooperazione.
Alla fine, dopo giorni di slittamento, il 16 luglio l’Unione europea ha raggiunto un accordo con Tunisi.
Nel Memorandum of Understanding UE-Tunisia Bruxelles si impegna a fornire investimenti economici per quanto concerne la questione migratoria, l’energia, il commercio, il sostegno al bilancio e le opportunità per i/le giovani tunisini/e. Il controllo delle frontiere e dell’immigrazione irregolare sono gli obiettivi principali della cooperazione, perseguiti tramite il sostegno finanziario europeo al sistema di ricerca, di pattugliamento e di soccorso in mare (un’altra Libia?). Allo stesso tempo, l’Europa vuole favorire il rimpatrio dei cittadini tunisini presenti irregolarmente sul territorio dell’Unione. Da parte sua, Tunisi non è disponibile ad aprire campi profughi o centri dove accogliere persone migranti non tunisine. Inoltre, i finanziamenti sono vincolati all’accordo con il Fondo Monetario Internazionale, e alle sue condizioni di austerità, sulle quali il presidente Saied non sembra disposto a cedere.
Alessia Mazzaferro
Immagine di copertina: “Tamezret Village” by D-Stanley is licensed under CC BY