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UE-Australia: accordo commerciale mancato, occasione persa?

In 3 sorsi – Dopo oltre cinque anni e intensi negoziati, il 29 ottobre l’Unione Europea e l’Australia hanno deciso di sospendere i colloqui per un accordo commerciale bilaterale, il Free Trade Agreement. I negoziati, che avrebbero dovuto concludersi entro la fine di quest’anno, probabilmente non si riapriranno prima del 2025, dopo le elezioni europee del giugno 2024 e le prossime elezioni del Parlamento federale australiano entro il 2025.

1. GLI INTERESSI IN GIOCO

L’UE è il terzo partner commerciale piĂą importante dell’Australia dopo la Cina e il Giappone. Tuttavia l’Australia si posiziona solo al 18Âş posto per l’UE. Nel 2022 il commercio bilaterale aveva un volume di circa 56 miliardi di euro per i beni e 26 miliardi di euro per i servizi.
L’UE è naturalmente interessata alla ricchezza di materie prime dell’Australia.
I giacimenti di terre rare australiani del continente potrebbero ridurre la dipendenza dell’Europa dalla Cina, mentre l’idrogeno verde proveniente dall’Australia avrebbe potuto aiutare l’UE a trasformare il suo settore dei trasporti. Per questo motivo i costruttori di auto europei speravano in una quota di mercato piĂą ampia.
In cambio l’Australia cercava un maggiore accesso al mercato dell’UE per i propri prodotti agricoli, in particolare per i cereali e la carne bovina, che costituiscono una parte significativa delle esportazioni australiane.

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Fig. 1 – Il Vicepresidente UE con delega al Commercio Estero, Valdis Dombrovskis

2. I PUNTI DIVERGENTI

L’interlocuzione tra le parti è stata complessa. In particolare la decisione di Canberra nel 2021 di annullare il proficuo contratto con la Francia per la fornitura di sommergibili nucleari, ha rappresentato una battuta d’arresto
Le negoziazioni, ripartite in occasione della costituzione del fronte comune pro-Ucraina, sono fallite a fine ottobre principalmente a causa di disaccordi riguardanti l’agricoltura.
Il Governo australiano sostiene che le concessioni europee avrebbero consentito l’ingresso di prodotti agricoli australiani per un valore di circa 600 milioni di euro all’anno nel mercato europeo. L’Australia ha ritenuto questa offerta inadeguata, considerando che nel 2022 l’UE ha importato complessivamente prodotti agricoli del valore di circa 200 miliardi di euro
L’offerta rivolta all’Australia avrebbe rappresentato circa lo 0,3% del totale delle importazioni agricole dell’UE. 
Un altro punto di disaccordo ha riguardato la politica dell’UE di protezione delle denominazioni di origine protette (DOP), secondo la quale tutte le fasi di produzione, lavorazione e preparazione dei prodotti agricoli riportanti il marchio di origine devono avvenire nella regione specifica di produzione.
La discussione si è concentrata su denominazioni come “prosciutto di Parma”, “formaggio feta”, “prosecco”, produzioni che sono disciplinate nell’UE e non in Australia, dove la regolamentazione dell’etichettatura è molto piĂą flessibile e nel cui mercato ci sono alternative locali con nomi similari a molti prodotti dell’UE.
Non a caso la maggiore opposizione alla conclusione dell’accordo è venuta proprio dagli agricoltori australiani, i quali sono molto piĂą competitivi nei mercati internazionali e non godono delle protezioni e delle sovvenzioni europee.

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Fig. 2 – Il Ministro australiano per il Commercio Estero, Don Farrell

3. LE CONSEGUENZE

La rottura si è verificata a margine dell’incontro dei ministri del Commercio del G7 in Giappone. Gli europei avevano riposto grandi speranze in un accordo con l’Australia per diverse ragioni. In un mondo sempre piĂą segnato da conflitti militari, isolazionismo e protezionismo, gli accordi di libero scambio rappresentano il campo da gioco piĂą interessante e favorevole per l’UE. Nel confronto negoziale, infatti, l’Europa può far valere il proprio grande punto di forza, rappresentando un enorme mercato ad alto reddito di quasi 446 milioni di persone, con un PIL nominale di 14.500 miliardi di euro.
In piĂą l’UE è il terzo piĂą grande partner commerciale bilaterale dell’Australia e la seconda fonte piĂą grande di investimenti esteri.
Allo stesso modo il Governo australiano riconosceva che l’accordo in questione “si basa sulla partnership naturale tra l’Australia e l’UE, che deriva da un impegno condiviso per lo Stato di diritto, le norme globali e i mercati liberi e aperti. Un’UE forte è vitale per gli interessi australiani nella protezione e promozione di un ordine internazionale basato sulle regole. Vogliamo che il Free Trade Agreement con l’UE stabilisca il benchmark per ciò che può essere realizzato tra partner con opinioni simili.”
Oltre agli importanti obiettivi in termini di volumi di interscambio commerciale è, quindi, apparso chiaro che l’accordo avrebbe potuto concorrere all’ambizioso obiettivo di preservare un ordine mondiale del commercio liberale.
Il naufragio del Free Trade Agreement rappresenta un campanello di allarme per la credibilitĂ  dell’Unione Europea come attore globale, per altro sul terreno di confronto ove può dispiegare le sue migliori armi per affermare sĂ© stessa e i propri valori. 
Il perseguimento dell’autonomia strategica dovrebbe condurre al ripensamento della scala di prioritĂ  e obiettivi da perseguire nella conduzione della Politica Commerciale europea. 

Filomena Ratto

Photo by NakNakNak is licensed under CC BY-NC-SA

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Perchè è importante

  • L’UE è il terzo partner commerciale piĂą importante dell’Australia dopo la Cina e il Giappone.
  • L’interlocuzione tra le parti è stata complessa e le negoziazioni sono fallite a fine ottobre principalmente a causa di disaccordi riguardanti l’agricoltura e la politica dell’UE di protezione delle denominazioni di origine protette (DOP).
  • Oltre agli importanti obiettivi in termini di volumi di interscambio commerciale è, quindi, apparso chiaro che l’accordo avrebbe potuto concorrere all’ambizioso obiettivo di preservare un ordine mondiale del commercio liberale.

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Filomena Ratto
Filomena Ratto

Napoletana di origine, laureata in Giurisprudenza e ora di base a Bruxelles. Appassionata di diritto europeo e delle dinamiche della politica commerciale dell’UE. Amo leggere e sperimentare in cucina… magari con una buona tazza di caffè (geopolitico, ovviamente).

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