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L’altro G20, prospettive e rivendicazioni del contro-vertice

In 3 sorsi – In Argentina, in occasione del G20, il contro-vertice e diversi movimenti si sono mobilitati nell’ambito della Settimana di Azione Globale “Fuera G20 y FMI”.

1. CONTRO-VERTICE, CONFLUENCIA FUERA G20 FMI

Promossi dalla Confluencia Fuera G20 FMI sono stati messi in atto forum, seminari, tavoli di discussione, laboratori e manifestazioni per promuovere temi quali l’economia popolare, l’uguaglianza di genere, i diritti umani, la cooperazione fra i popoli, il diritto alla terra fra tanti altri – in contrasto con le politiche e le manovre economiche discusse invece durante il G20. Ma quali sono stati i temi principali del vertice ai quali queste mobilitazioni si oppongono? Fondamentalmente, i punti cruciali sono stati tre: il futuro del lavoro, l’alimentazione sostenibile e le infrastrutture per lo sviluppo.
Il G20 ha richiamato la necessità di politiche di liberalizzazione economica e di deregulation del lavoro. Il tema più discusso è stato la flessibilità lavorativa, incoraggiando l’utilizzo di nuove tecnologie per il controllo della produttività sotto un’ottica modernista e avanguardista.
Poiché tutto questo include un certo grado di digitalizzazione, il contro-vertice contesta l’accessibilità di questa modalità di lavoro − soprattutto nella popolazione dei Paesi emergenti – e sottolinea l’esclusione che invece comporta. La Confluencia sostiene invece che queste misure genererebbero disoccupazione e precarizzazione del lavoro, agevolando le aziende transnazionali. Durante il G20, inoltre, sono state avanzate varie promesse sull’aumento della produttività agricola a livello sostenibile, non considerando però, secondo il contro-vertice, che non si tratta di un problema di produttività, bensì di distribuzione delle risorse e accesso alla lavorazione della terra. Occorre innanzitutto capire con quali mezzi si vuole raggiungere un determinato aumento in termini di produttività. La preoccupazione più grande dei manifestanti, in questo senso, è l’utilizzo di additivi transgenici che provocherebbero sia manipolazione degli alimenti che danni all’ambiente. Infine il G20 ha proposto mega infrastrutture al servizio della popolazione, elemento criticato, poiché si sostiene che al contrario ciò che verrà fatto sarà trasferire i beni e i servizi prodotti nelle economie emergenti verso le grandi potenze.

http://gty.im/1066473510

Fig. 1 – Un’immagine dal contro-G20

2. PROSPETTIVE E RICHIESTE DEL CONTRO-VERTICE

Secondo la prospettiva femminista il G20 promuove un’economia debilitata che contribuisce a una ulteriore esclusione della donna dal mercato del lavoro. Il libero mercato, gli investimenti massivi e le economie in recessione sono tutti elementi che danneggiano in primis le persone in situazione di vulnerabilità, tra cui le donne. Nonostante ciò, i leader che hanno partecipato al G20 ancora sottolineano l’importanza che hanno la flessibilizzazione del lavoro e l’imprenditorialità, non prendendo in considerazione come queste manovre possano causare una crescente pauperizzazione e, conseguentemente, disordini, disagi e violenza all’interno delle realtà sociali e soprattutto sulle donne. È per tali motivi che, secondo l’ottica femminista, il G20 acuisce gli ostacoli che le classi più vulnerabili incontrano verso lo sviluppo politico ed economico mondiale promosso dal vertice.
Il Foro Feminista contra el G20 ha convocato una settimana di azioni di formazione, mobilitazioni e attività di informazione femminista – qui l’agenda − per dar vita a una idea di economia sociale, femminista e auto-gestita al di fuori dagli schemi neo-liberisti. Negli incontri si è discusso sulla responsabilità dello Stato nel favorire l’uso di servizi e infrastrutture di qualità, gratuite e professionali universalistiche, così da restringere la soglia delle disuguaglianze di genere nel mondo del lavoro e non solo. D’obbligo menzionare, inoltre, il contro-vertice organizzato dal Consejo Latinoamericano de Ciencias Sociales (CLACSO) formato dagli intellettuali e dalla dirigenza politica non allineati con il regime neo-liberista, tenutosi dal 19 al 23 novembre, e che ha avuto come punti focali di discussione la lotta per l’uguaglianza, la giustizia sociale e la democrazia in un mondo sempre più turbolento. Qui la lista delle altre organizzazioni partecipanti.

http://gty.im/1066476624

Fig. 2 – Abuelas de Plaza de Mayo al controvertice

3. CRISI CIVILE MULTIDIMENSIONALE

Con il contro-vertice si è voluto promuovere un nuovo tipo di economia alternativo, che contempli le collettività e la distribuzione delle risorse naturali, che difenda il lavoro dignitoso in condizioni non alienanti, la sovranità alimentare, le politiche inclusive, il diritto alla terra e a decidere sul proprio corpo. Elementi che, secondo gli oppositori, collidono con gli obiettivi del G20, ovvero il monopolio transnazionale, lo sfruttamento dei popoli e dei beni comuni, la speculazione finanziaria, la dipendenza dal debito, l’extractivismo e la privatizzazione di ogni apparato. Per la Confluencia in questo momento storico la protezione dello Stato dovrebbe essere prioritaria − per garantire i diritti sopracitati e la sovranità del popolo − anziché volgere l’interesse verso una piccola minoranza racchiusa nel G20. Ecco perché la presa di posizione di Macri durante il vertice è stata ampiamente criticata dai movimenti oppositori, che già erano in polemica con la decisione del Presidente di stipulare un ulteriore accordo Stand-By col FMI. Ed è per tale motivo che sono state oggetto di grande contestazione le politiche promosse dai leader del G20, delle quali − attraverso debito e privatizzazioni − beneficiano i Paesi più potenti, le aziende come Monsanto, PetroBras e Bayer, e gli organismi internazionali come il FMI, la BM, il WTO e l’OCSE a discapito delle economie emergenti. Una agenda, quindi, che, come sostiene Beverly Keene, una dei portavoce del contro-vertice, «non prende in considerazione i diritti dei popoli, della natura e di ciascuno di noi», ma compromette le possibilità di avanzamento in termini di democrazia e perpetuano ciò che è stata definita una crisi civile. Ovvero una crisi multidimensionale che investe tutti gli ambiti di riproduzione di vita a livello sociale, alimentare, economico, ecologico, finanziario, climatico, politico e culturale. Una crisi che impedisce ad ampi settori della popolazione di accedere alle risorse basiche che garantiscono il proprio sviluppo individuale e familiare. Per i partecipanti del contro-vertice è inderogabile la necessità di un’economia alternativa, di una presenza maggiore dello Stato, di infrastrutture adeguate alle esigenze della popolazione e di politiche inclusive vicine alle realtà sociali.

Sonia Loddo

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Sonia Loddo
Sonia Loddo

Laureata in Scienze dello sviluppo e della cooperazione internazionale alla Sapienza, nella mia vita ho viaggiato spesso per motivi di studio e non ho intenzione di fermarmi. Ho lavorato come analista presso il Centro Studi Roma 3000 ed ho collaborato per la rivista Changing World del Centro Studi Internazionali dell’Università di Lisbona. Coniugo le mie conoscenze sui processi politici, storici e socio-economici globali con la mia Laurea triennale in Comunicazione, cercando di redigere articoli quanto più intuitivi e accessibili

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