Caffè lungo – In anni recenti si è assistito ad alcune limitate aperture europee verso Taiwan. Che ruolo hanno queste vicende nell’influenzare i rapporti con la Cina?
TAIWAN E MONDO OCCIDENTALE: UNA BREVE STORIA
Soprannominata “Ilha Formosa” (Isola Bella) dai navigatori portoghesi nel 1542, colonia spagnola dal 1642 e importante snodo commerciale regionale per la Compagnia Olandese delle Indie Orientali per gran parte del XVII secolo, Taiwan ha a lungo attirato le potenze europee.
Nel 1949, in seguito alla presa del potere di Mao, i nazionalisti guidati da Chiang Kai-shek si rifugiarono sull’isola, tenendo la denominazione “Repubblica di Cina”. Per alcuni decenni la neonata Repubblica Popolare Cinese rimase internazionalmente isolata a favore del Governo di Chiang.
La situazione mutò nel 1971, quando Pechino prese il posto di Taipei alle Nazioni Unite, spinta dalla Risoluzione 2758 proposta dall’allora Repubblica Popolare Socialista d’Albania e dalla diplomazia del ping-pong sostenuta da Nixon: da allora, tutte le nazioni europee ristabilirono gradualmente le relazioni diplomatiche con la Repubblica Popolare Cinese.
Taiwan ha progressivamente perso il riconoscimento diplomatico della maggior parte degli attori internazionali. A oggi intrattiene relazioni ufficiali solo con 12 Paesi, di cui alcuni in America Centrale (Haiti, Saint Kitts & Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent & Grenadine, Belize, Guatemala), altri in Oceania (Isole Marshall, Tuvalu, Palau), oltre a Paraguay, eSwatini (ex Swaziland) e Città del Vaticano (nel gruppo l’unico Stato osservatore e non membro delle Nazioni Unite). In quest’ultimo caso la presenza di un’Ambasciata taiwanese e cinese in un limitatissimo raggio di chilometri ha creato confusione in passato. Ad esempio, nel 1989, contestualmente alle proteste di Piazza Tiananmen, alcuni manifestanti italiani si riversarono sotto l’Ambasciata taiwanese presso la Santa Sede, confondendola con l’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese a Roma (che si trova, a pochi chilometri di distanza, sul territorio italiano).
Nonostante l’isolamento diplomatico, l’isola intrattiene relazioni non ufficiali con 59 Paesi nel mondo, oltre all’Unione Europea. Tra i suoi alleati strategici figurano Canada, Giappone, Australia, Nuova Zelanda e senz’altro gli Stati Uniti, che hanno anche un ruolo fondamentale nell’addestramento dell’esercito taiwanese.Â
Diversi eventi hanno rinnovato l’interesse europeo per Taiwan: la visita della Speaker della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, nell’agosto 2022, e la successiva decisione della Cina di lanciare esercitazioni militari intorno a Taiwan. L’Unione Europea osserva con preoccupazione la situazione, considerando che il 40% del commercio estero dell’UE transita dallo Stretto di Taiwan.
Fig. 1 – Tre caccia Mirage 2000 dell’Aviazione taiwanese si preparano a decollare per pattugliare i cieli dell’isola
EPISODI RECENTI
Gli episodi di riavvicinamento tra i Paesi europei e la Repubblica di Cina non sono numerosissimi e i primi risalgono agli anni Novanta. Ciò detto, andremo a citare i più recenti e significativi.
Nel 2020 la Camera dei Rappresentanti belga approvò una risoluzione a sostegno di Taiwan, per promuoverne la partecipazione all’interno delle Organizzazioni internazionali e il suo pieno sviluppo democratico. La stessa misura venne presa, sempre nel 2020, dal Parlamento olandese.
Nel 2021, una mozione simile venne votata favorevolmente dal Parlamento fiammingo. Inoltre, le aziende fiamminghe Jan De Nul e DEME sono tuttora coinvolte nello sviluppo di parchi eolici offshore a Taiwan.
Ancora in ambito europeo, nel 2021 la Lituania annunciò l’apertura di un ufficio di rappresentanza non ufficiale (organo presente, peraltro, nella maggior parte dei Paesi comunitari) a Taipei, con la reazione positiva di Taiwan, che annunciò di voler procedere in maniera analoga a Vilnius. La Repubblica Popolare Cinese reagì richiamando l’Ambasciatore cinese a Vilnius, Shen Zhifei, e chiedendo alla Repubblica baltica di ritirare l’Ambasciatrice Diana Mickevičienė da Pechino. Inoltre le pratiche di ritorsione economica messe in atto dalla Repubblica Popolare Cinese nei confronti nella Lituania vennero condannate dall’Unione Europea.
Altri due casi che meritano menzione e hanno provocato reazioni contrariate da parte della Repubblica Popolare Cinese riguardano la Slovacchia e la Cechia (ex Repubblica Ceca).Â
Il primo caso risale al 2021, quando la Commissione Affari Esteri del Consiglio Nazionale della Slovacchia ha approvato una risoluzione a sostegno della partecipazione di Taiwan all’Assemblea Mondiale della SanitĂ . Il secondo caso fu la visita a Taipei di una delegazione ufficiale ceca, guidata dal Presidente del Senato Miloš VystrÄŤil.Â
Nel luglio 2023 il Governo tedesco ha pubblicato la nuova “Strategia sulla Cina”, in cui ha dichiarato apertamente, per la prima volta, che “qualsiasi escalation militare nello Stretto di Taiwan influirebbe negativamente sugli interessi tedeschi ed europei”. Appare quindi chiaro che Berlino non intende rinunciare alle relazioni con Taiwan, ma allo stesso tempo cerca di preservare i forti legami economici con la Repubblica Popolare Cinese.
L’ultima vicenda riguarda l’Estonia, che nel novembre 2023 ha annunciato l’apertura di un’Ambasciata taiwanese a Tallinn. Attualmente sono sedici i Paesi europei ad avere uffici di rappresentanza non ufficiali a Taipei, come citato sul sito ufficiale dell’Unione Europea.Â
Fig. 2 – La visita del Ministro degli Esteri taiwanese Joseph Wu al Parlamento lituano nel novembre 2023. La decisione della Lituania di aprire un ufficio di rappresentanza non ufficiale a Taipei ha provocato un duro scontro con Pechino
SCENARI FUTURI
A partire dalla fine degli anni Settanta i Paesi europei hanno creato e sviluppato vari enti per i contatti con Taiwan, come il Centro Culturale Tedesco a Taipei, la Camera di Commercio Spagnola e l’Associazione Francese per lo Sviluppo Culturale e Scientifico in Asia. Parallelamente Taiwan ha aperto il Free China Center nel Regno Unito, il Far East Trade Service in Germania e altri.
A gennaio 2002, Taiwan è diventata un membro dell’OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio), sotto la denominazione “Territorio Doganale Separato di Taiwan, Penghu, Kinmen e Matsu”, spingendo l’UE a rafforzare le relazioni commerciali bilaterali.
Bruxelles, tuttora, non sostiene la piena adesione di Taiwan ad altri organismi internazionali, incoraggiando la Repubblica di Cina a partecipare come “osservatore” e non come membro (visione condivisa anche dal Regno Unito).Â
Le relazioni tra Unione Europea e Cina sono peggiorate negli ultimi anni, per diversi motivi: da una parte la mancanza di trasparenza nella gestione della pandemia da Covid-19, dall’altra la differenza di vedute su temi cruciali quali, tra gli altri, i diritti umani (la repressione contro i movimenti democratici e la legge sulla sicurezza nazionale imposta a Hong Kong hanno destato preoccupazione nel Vecchio Continente), le politica estera e di sicurezza.
Nel 2021 le relazioni commerciali tra l’Unione Europea e Taiwan hanno raggiunto i 63,5 miliardi di euro, rendendo l’isola un partner piuttosto importante. Inoltre, Taiwan ha aumentato l’entitĂ dei propri investimenti in Europa in alcuni settori chiave come l’alta tecnologia, la biotecnologia e le energie rinnovabili.Â
Se da una parte l’Unione Europea ha una crescente consapevolezza circa l’importanza strategica e commerciale di Taiwan, oltre a una crescente preoccupazione sulla sicurezza dello Stretto, dall’altra il principio dell’esistenza di “una sola Cina” rimane alla base delle relazioni tra l’Unione Europea e la Repubblica Popolare Cinese. In futuro sarà fondamentale mantenere tra queste due posizioni un equilibrio complesso, ma basilare.
Annachiara Maddaloni
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