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Israele colpisce Teheran: raid su obiettivi civili e militari

Ristretto – Israele lancia l’operazione Rising Lion, scatenando un’ondata di attacchi su Teheran colpendo civili, basi militari e leader politici iraniani.

Nelle prime ore di venerdì 13 giugno, Israele ha lanciato una vasta operazione militare contro l’Iran, dando il via a una serie di attacchi aerei che hanno colpito diversi obiettivi strategici, principalmente nella capitale Teheran. L’operazione, denominata “Rising Lion”, rappresenta una pericolosa e significativa escalation nella già fragile situazione geopolitica del Medio Oriente. Le Autorità israeliane hanno definito l’azione un “attacco preventivo”, dichiarando uno stato di emergenza speciale su tutto il territorio nazionale in previsione di una possibile rappresaglia da parte dell’Iran. Tuttavia, secondo il diritto internazionale, l’operazione solleva forti dubbi di legittimità. Gli attacchi preventivi, infatti, devono rispondere a una minaccia imminente e verificabile, cosa che – secondo esperti e osservatori internazionali – non risulta nel caso in questione. La mancanza di una giustificazione solida espone Israele al rischio di aver violato il diritto internazionale e di aver innescato un possibile conflitto su scala regionale.
Secondo fonti militari, gli attacchi israeliani avrebbero colpito almeno sei basi militari nei dintorni di Teheran, inclusa la struttura militare di Parchin. Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che l’operazione ha avuto successo nel colpire l’impianto principale di arricchimento dell’uranio dell’Iran a Natanz, alcuni scienziati coinvolti nello sviluppo del programma nucleare e missilistico iraniano, nonché varie infrastrutture legate al programma balistico. Tuttavia, tra gli obiettivi colpiti ci sarebbero anche edifici residenziali e quartieri civili, un fatto che rappresenterebbe una grave violazione del diritto internazionale umanitario, che proibisce esplicitamente gli attacchi contro civili e infrastrutture civili, anche in presenza di obiettivi militari. I primi rapporti indicano che Israele avrebbe preso di mira le abitazioni di alti funzionari del regime iraniano. La televisione di Stato iraniana ha riferito che diversi membri di spicco dell’establishment sono rimasti uccisi negli attacchi. Tra le vittime ci sarebbero il comandante in capo del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche, Hossein Salami, e il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate iraniane, Mohammad Baqeri. Fonti locali hanno successivamente riferito che anche Ali Shamkhani, consigliere politico della Guida Suprema e principale negoziatore nei colloqui sul nucleare con gli Stati Uniti, sarebbe rimasto gravemente ferito durante l’attacco. Trasportato d’urgenza in ospedale, sarebbe deceduto a causa delle ferite riportate.
In risposta, l’Iran ha annunciato che non parteciperà al sesto round dei colloqui sul nucleare con gli Stati Uniti, previsto per domenica a Muscat, in Oman. Si tratta di un ulteriore colpo agli sforzi diplomatici per contenere la crisi nella regione.
Gli Stati Uniti hanno dichiarato ufficialmente di non essere coinvolti negli attacchi e hanno precisato di non aver partecipato né fornito supporto all’operazione israeliana, nonostante le relazioni strategiche tra Washington e Tel Aviv.
Nel frattempo, il livello di allerta in tutta l’area mediorientale è aumentato vertiginosamente. Le autorità iraniane, in un messaggio diffuso dall’agenzia di stampa Irna, hanno promesso una “risposta schiacciante” contro Israele.
L’esercito israeliano ha dichiarato che l’Iran ha già avviato una controffensiva, lanciando oltre 100 droni armati contro il territorio israeliano. Secondo le stesse fonti, Israele avrebbe iniziato a intercettare i droni prima che potessero raggiungere i suoi confini. In seguito a questa evoluzione, un nuovo stato di emergenza è stato proclamato in Israele.
Anche Hamas è intervenuta con un comunicato, affermando che gli attacchi israeliani dimostrano l’intenzione del governo di Israele di trascinare l’intera regione in una guerra aperta.
La situazione rimane estremamente tesa e in rapida evoluzione.

Erika Russo

DSC01847.jpg” by Frode Bjorshol is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • Israele ha attaccato l’Iran, colpendo obiettivi strategici, siti nucleari e personalitĂ  del regime di Teheran.

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Erika Russo
Erika Russo

Nata a Milano nel 1997. Mi laureo in Relazioni internazionali e Istituzioni europee con tesi sulla guerra in Yemen e il relativo commercio delle armi. Attualmente studentessa del Master presso l’UniversitĂ  di Bologna in  I.R. – Crime, Justice and Security, con un progetto di tesi riguardo la logica strategica dietro gli attacchi terroristici suicidi verso le democrazie liberali. Amo viaggiare, i libri di D’Annunzio, il mare, i cani, pratico mua thai, sono una persona estremamente curiosa e in tutti questi anni all’estero mi è sempre mancato il buon caffè italiano.

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