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Benin, Burkina Faso e Nigeria: ore frenetiche in Africa occidentale

In 3 Sorsi – Prima il fallito colpo di Stato in Benin, poi la crisi per l’atterraggio di un aereo militare della Nigeria in Burkina Faso che ha messo in allarme anche Mali e Niger: due episodi che confermano la crescente tensione in Africa occidentale.

1. IL TENTATO GOLPE IN BENIN

Il 7 dicembre è stato sventato in Benin un colpo di Stato organizzato dal tenente colonello Pascal Éloge Tigri, a capo delle forze speciali della Guardia Nazionale. I militari ai suoi ordini hanno occupato la televisione nazionale, annunciando la destituzione del Presidente Patrice Talon, la sospensione delle Istituzioni e la costituzione di un Comitato Militare per la Rifondazione. La reazione nel Paese e da parte della comunitĂ  internazionale è stata immediata: accogliendo la richiesta del Benin, la Nigeria ha inviato aerei militari e soldati, che insieme ai reparti lealisti hanno neutralizzato rapidamente il golpe. A sostegno del Governo di Cotonou è intervenuta inoltre la Francia, con un velivolo da ricognizione e “assistenza logistica”. L’operazione si è svolta nel quadro del dispositivo di sicurezza della ComunitĂ  Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (Ecowas/Cedeao), che ha attivato i propri contingenti. La rapiditĂ  della mobilitazione e la cooperazione regionale hanno evitato che il Benin divenisse un nuovo tassello nella “cintura dei golpe” del Sahel, a breve distanza dal colpo di Stato in Guinea Bissau di fine novembre. Il fallimento dell’insurrezione, tuttavia, non ha eliminato le tensioni interne, portando anzi allo scoperto un diffuso malcontento nelle Forze Armate beninesi.

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Fig. 1 – Un venditore di giornali mostra la prima pagina di un quotidiano con la cronaca del tentato golpe, Cotonou, 8 dicembre 2025

2. IL BENIN ALLA PROVA DELLA STABILITĂ€

Il Benin è alle prese con l’avanzata da Burkina Faso e Niger dei gruppi jihadisti saheliani, soprattutto di JNIM, un’offensiva contrastata con numerose perdite – almeno 200 morti complessivi dal 2021 – e che ha visto direttamente impegnato anche lo stesso autore del golpe, il colonnello Tigri. Il Paese, poi, affronterà ad aprile l’importante appuntamento elettorale per l’avvicendamento del contestato Presidente Talon, accusato di aver ridotto lo spazio democratico, ma impossibilitato a ricandidarsi per il sopraggiunto limite di mandati. La crisi della sicurezza, le difficoltà socio-economiche e la fine dell’era Talon proiettano il Benin in una fase di incertezza che potrebbe amplificare le fatture interne. Da questo punto di vista, considerata l’affermazione dell’impostazione sovranista nel Sahel, è persino possibile che, nonostante una stabilità nel breve periodo, l’ombrello offerto da Ecowas/Cedeao e Nigeria possa rafforzare la percezione di un’eccessiva ingerenza straniera, con l’emersione di nuove istanze nazionaliste. Il fallito golpe è una dimostrazione della crescente turbolenza in Africa occidentale: il Golfo di Guinea, una regione nella quale si intersecano fragilità politiche strutturali, avanzata jihadista e conseguenze della frammentazione saheliana, rischia di cadere in una vulnerabilità critica. Per il Benin, nello specifico, potrebbe aprirsi un periodo di incertezza provocato dall’interdipendenza tra fattori interni e minacce esterne, come le divisioni nelle Forze Armate, l’emergenza umanitaria nel Nord – oltre 35mila sfollati causati dal terrorismo – e la diffidenza della cittadinanza verso le Istituzioni.

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Fig. 2 – Un veicolo militare davanti alla sede di Benin TV, la televisione di Stato occupata brevemente dai militari golpisti, Cotonou, 8 dicembre 2025

3. NEL FRATTEMPO IN BURKINA FASO…

Poche ore dopo il golpe in Benin, un’altra crisi ha coinvolto il Sahel e la Nigeria. Tra l’8 e il 9 dicembre l’Alleanza degli Stati del Sahel (AES), composta da Mali, Niger e Burkina Faso, ha denunciato una “violazione dello spazio aereo” da parte di un C-130  nigeriano, atterrato per un’emergenza a Bobo-Dioulasso, la seconda cittĂ  del Burkina Faso. La giunta militare di Ibrahim TraorĂ© ha criticato duramente Abuja, ha trattenuto gli 11 membri dell’equipaggio nigeriano e ha ordinato alle difese aeree di prepararsi ad abbattere ogni velivolo non autorizzato, mentre l’AES ha elevato l’allerta a livello di Confederazione. Secondo le AutoritĂ  nigeriane, l’aereo era diretto in Portogallo ed è stato costretto ad atterrare, ma la concomitanza con l’intervento in Benin e la mancata comunicazione della rotta hanno accentuato in Burkina Faso la percezione che l’Ecowas/Cedeao stesse preparando un’azione contro i Governi militari saheliani. In attesa degli sviluppi, gli episodi rivelano un preoccupante aumento della tensione in un contesto giĂ  instabile, proprio mentre la Nigeria, dopo le parole di Donald Trump sul presunto genocidio dei cristiani, ha avviato la cooperazione con gli USA per valutare iniziative congiunte contro i jihadisti nel Nord del Paese.

Beniamino Franceschini

Jad Sleiman, U.S. Marine Corps, Public domain, via Wikimedia Commons

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Perchè è importante

  • In poche ore, due crisi hanno interessato l’Africa occidentale: un tentativo di golpe in Benin e una crisi diplomatica tra Nigeria e Burkina Faso.
  • Gli episodi, che hanno entrambi al centro la Nigeria, confermano la crescente tensione nella regione.

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Beniamino Franceschini
Beniamino Franceschini

Classe 1986, vivo sulla Costa degli Etruschi, in Toscana. Laureato in Studi Internazionali all’UniversitĂ  di Pisa, sono docente di Geopolitica presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Pisa. Mi occupo come libero professionista di analisi politica (con focus sull’Africa subsahariana), formazione e consulenza aziendale. Sono vicepresidente del Caffè Geopolitico e coordinatore del desk Africa.

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