Miscela Dark – Gli avvenimenti principali riguardanti la galassia jihadista in queste due settimane
GERMANIA
- Sgominata una cellula terroristica che aveva in mente di colpire numerosi mercatini di Natale sul suolo tedesco. Gli arrestati sono sei siriani e le operazioni delle forze di Polizia sono state condotte nelle città di Kassel, Hannover, Essen e Lipsia.
SIRIA
- Probabile che sia stato siglato un “cessate il fuoco” tra le milizie delle SDF – appoggiate dalla Coalizione Internazionale – e lo Stato Islamico. L’accordo sarebbe stato raggiunto il 28 novembre. Ne parliamo più approfonditamente in questo articolo.
- Settimane caotiche per il gruppo Hayat Tahrir al Sham – HTS. Le forze di polizia del gruppo hanno arrestato Abu Julaybib, Sami al Urayidi e altri importanti ideologi filo al Qaeda. Gli arresti sono stati eseguiti perché probabilmente i vertici del gruppo guidato da al Joulani sono venuti a conoscenza dell’imminente messaggio audio di al Zawahiri, in cui quest’ultimo condannava la scissione di HTS da al Qaeda. Dopo gli arresti però vari gruppi all’interno della coalizione, uniti a molti veterani di quest’ultima, hanno chiesto l’immediato rilascio dei prigionieri, minacciando, in caso contrario, di defezionare dal gruppo. Tutto questo accadeva mentre a Idlib erano in corso riunioni tra le varie anime dell’insurrezione Siriana che gravitano al di fuori del FSA e delle SDF, con l’intento di ricostruire un fronte comune, come accadde durante l’assedio di Aleppo Est con la creazione di Jaysh al Fatah.
AFGHANISTAN
- Giungono conferme anche dal Pentagono della nuova presenza dello Stato Islamico nel Khorasan in alcune regioni dell’Afghanistan. Ve lo avevamo anticipato nell’ultimo bollettino “Gli Occhi nel Jihad”.
- Cresce il numero di foreign fighters tra le file dello Stato Islamico nel Khorasan. Secondo le autorità afghane i Paesi utilizzati maggiormente per l’afflusso di militanti sarebbero l’Uzbekistan e il Pakistan.
PAKISTAN
- Ha destato non poche critiche, soprattutto negli US, la decisione del governo Pakistano di rilasciare Hafiz Saeed, additato da molti come leader del gruppo terroristico Lashkar e Taiba.
- Costante oramai l’attività di IS nel paese. A Peshawar è stata colpita un caserma appartenente all’Esercito pakistano. Lo Stato Islamico ha rivendicato l’azione tramite l’agenzia Amaq News.
IRAQ
- Attacco suicida dell’IS, rivendicato tramite agenzia Amaq, provoca 11 morti nel quartiere di Nahrawan, sud di Baghdad. Con l’ingente perdita territoriale subita, il gruppo di al Baghdadi ha ripreso a colpire i bersagli sciiti in Iraq, una rievocazione della tattica utilizzata agli albori del gruppo per alimentare l’odio all’interno della società irachena.
- Iniziata operazione governativa che mira a liberare i deserti a ridosso con il confine Siriano.
SOMALIA
- Secondo raid US in Somalia contro posizioni dello Stato Islamico. Questa volta è servito ad eliminare Abdulaziz Gure, uno degli emiri al vertice della filiale di IS in Somalia.
YEMEN
- Lo Stato Islamico nello Yemen ha colpito l’edificio del Ministero delle Finanze nella città di Aden, uccidendo 5 persone.
GEORGIA
- Importante operazione anti-terrorismo condotta a Tbilisi. L’operazione si è conclusa con l’eliminazione di quattro appartenenti dello Stato Islamico. Giunge inoltre la voce che, tra i quattro terroristi neutralizzati, ci fosse anche il Ceceno Akhmed Chatayev, additato da molti come il probabile organizzatore dell’attentato che colpì l’aeroporto di Istanbul nel 2016. La Georgia non è nuova a problemi legati con il terrorismo islamico. Il paese ha infatti dato i natali ad Abu Omar al Shishani, defunto capo militare dello Stato Islamico in Siria.
EGITTO
- Nel Sinai abbiamo assistito ad uno degli attentati più sanguinari nella storia dell’Egitto che è costata la vita ad oltre 300 persone. L’azione intrapresa è stata condannata, tramite un comunicato, dai gruppi che gravitano intorno ad al Qaeda nella regione. È arrivata poi la rivendicazione del poco noto gruppo Harakat Abna Yeshua – Movimento Figli di Gesù – ma rimangono non pochi dubbi. I bossoli infatti ritrovati sul luogo della strage sono appartenenti all’esercito Egiziano e l’unico gruppo nella regione ad essere in grado di ottenerli, tramite l’uso della forza, è la filiale dello Stato Islamico nel Sinai e sembra anche che ci fosse un’intercettazione di un luogotenente del gruppo che comunicava ad un superiore di aver terminato l’azione con successo. Inoltre per lo Stato Islamico non rappresenterebbe una novità l’aver attaccato un corrente musulmana differente da quella sunnita. La verità su questo fatto è purtroppo ancora lontana dall’essere rivelata.
LIBIA
- AFRICOM – US Command Africa – ha confermato la conduzione di due raid contro postazioni dello Stato Islamico vicino la città di Fuqaha in accordo con il GNA – Governo di Accordo Nazionale.
JIHADIMEDIA
- Notevole l’attività mediatica di AQIS in queste due settimane. As Sahab Media Subcontinent ha diffuso infatti la prima parte dell’intervista al suo portavoce, Ustadh Osama Mahmood. Nell’intervista si è ribadita la fedeltà del gruppo al leader dell’Emirato Islamico dell’Afghanistan Haibatullah Akhunzada, è stata “benedetta” la nascita di Ansar Ghazwat ul Hind – filiale di al Qaeda nel Kashmir – e sono stati designati come nemici che meritano la massima attenzione Stati Uniti, India e l’esercito Pakistano.
- Sempre ad opera di AQIS è stato diramato un comunicato intitolato A Call to Start to Work, tradotto in inglese e poi diffuso da Global Islamic Media Front. Sempre ad opera del portavoce del gruppo, si invita a passare all’azione in Myanmar per difendere la comunità musulmana poiché il momento della programmazione è giunto al termine. Nonostante l’infiltrazione di uomini di AQIS in Myanmar sia iniziata da tempo, l’organizzazione sta riscontrando non poche difficoltà nel reperire l’armamentario necessario ad iniziare le operazioni.
- Al Hayat Media Center, canale mediatico ufficiale dello Stato Islamico, ha diffuso un nuovo video propagandistico dell’organizzazione di al Baghdadi intitolato Flames of War 2 – Untill the Final Hour. Questo episodio segue il primo che uscì nel 2014. Oltre al mero messaggio propagandistico, questo video – di circa un’ora di durata – può fornirci molte indicazioni sullo stato di salute di Daesh. Ne parleremo presto in un’analisi più dettagliata.
- Il gruppo hacker dello Stato Islamico – United Cyber Caliphate – ha promesso che l’8 dicembre colpirà duramente alcune agenzie mediatiche occidentali.
- Ayman al Zawahiri, tramite un messaggio audio, ha condannato per la prima volta la scissione dell’ex Fronte al Nusra da al Qaeda. Accusa al Joulani di non aver rispettato i patti dell’accordo. Infatti al Qaeda avrebbe permesso tale scissione solo nel momento in cui questa fosse servita ad unire tutto il fronte jihadista operante in Siria. Le sconfitte dello Stato Islamico, il disconoscimento di al Nusra e del suo leader e la frammentazione dell’opposizione Siriana stanno creando un ampio margine di manovra per al Qaeda nella regione.
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