In 3 sorsi – La situazione nel Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo, continua a deteriorarsi a causa delle recenti azioni di vari gruppi armati, tra cui M23 e ADF. Gli scontri, intensificatisi dalla fine del 2023, stanno accrescendo anche l’instabilitĂ regionale.
1. CONTESTO E SVILUPPI RECENTI
La situazione di sicurezza nell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDC), particolarmente nelle province di Nord Kivu, Sud Kivu e Ituri, è critica. Gli attacchi da parte di gruppi armati hanno causato numerose vittime civili e spostamenti di massa.
Alla fine del 2023, il gruppo ribelle M23, sostenuto militarmente dal Rwanda, ha incrementato le ostilità contro le forze governative congolesi, riprese nel 2021 dopo una tregua che durava da otto anni, in un contesto di conflitto oramai radicato. Gli scontri hanno portato il gruppo alla conquista di importanti aree come Nyanzale, dove vivono circa 80.000 persone, e ad avanzare più a nord verso Butembo, la seconda città più popolosa del Nord Kivu dopo Goma​​.
Contemporaneamente, le Forze Democratiche Alleate (ADF), ribelli islamisti, hanno intensificato gli attacchi contro i centri urbani nel nord di Beni e nel sud della provincia di Ituri, causando un alto numero di vittime civili. L’ADF nel tempo ha anche stabilito reti nelle prigioni, dove detenuti affiliati all’ADF sono attivi nel reclutamento e nella mobilitazione di nuovi combattenti​​.
Fig. 1 – Goma: manifestanti commemorano le vittime di un recente bombardamento, per il quale gli USA hanno accusato i ribelli di M23 (maggio 2024)
2. LE AZIONI INTERNAZIONALI E QUELLE DEL GOVERNO CONGOLESE HANNO SCARSO EFFETTO
La comunitĂ internazionale, soprattutto sotto la spinta statunitense, ha favorito tregue umanitarie temporanee, sebbene queste siano state frequentemente violate, rendendo inefficaci gli sforzi di pacificazione​​. L’ONU ha sospeso senza un termine il ritiro giĂ previsto delle proprie forze di pace (MONUSCO), mantenendo una presenza nella regione per cercare di stabilizzare la situazione​​. Tuttavia, l’efficacia delle truppe di pace è stata messa in dubbio, visto il loro limitato successo nel fermare l’avanzata dell’M23.
A livello regionale, il sostegno rwandese a M23 ha inasprito le relazioni tra il Rwanda e la RDC. La presenza militare rwandese in Congo, documentata anche della Nazioni Unite, è stata oggetto di numerose accuse e tensioni diplomatiche, aggravando ulteriormente la situazione, anche per via dell’alto impatto sul successo degli attacchi. Il Governo congolese, dal canto suo, ha intensificato la cooperazione con gruppi di miliziani locali, noti come “wazalendo” (patrioti), nel tentativo di contrastare l’avanzata dei ribelli. Tuttavia, questa collaborazione ha portato anche a un aumento delle violenze e delle azioni criminali da parte di questi gruppi​​.
Fig. 2 – Miliziani Mai-Mai e membri delle FARDC (Forze Armate congolesi) nei pressi di Kibirizi, area controllata dai ribelli di M23 (maggio 2024)
3. LE IMPLICAZIONI PER LA SICUREZZA REGIONALE
Le azioni dei gruppi armati nel Nord Kivu pongono un rischio non solo interno alla RDC ma anche per la sicurezza regionale. Innanzitutto, l’instabilitĂ rischia di espandersi oltre i confini congolesi, coinvolgendo Paesi limitrofi come l’Uganda, giĂ colpito dalle operazione delle ADF, e il Burundi. La continua violenza potrebbe provocare ulteriori flussi di rifugiati, mettendo sotto pressione le risorse dei Paesi vicini e causando crisi umanitarie su scala ancora piĂą larga di quella attuale​​.
Inoltre, il coinvolgimento militare diretto del Rwanda ha il potenziale di trasformare gli scontri in un conflitto piĂą ampio, amplificando anche gli storici e violenti contrasti tra le etnie prevalenti nell’area, Tutsi e Hutu. Le recenti dichiarazioni delle autoritĂ rwandesi – che interpretano in maniera molto diversa la situazione – sul diritto di difendere i propri confini e la possibilitĂ di azioni militari preventive, aumentano il rischio di un’escalation​​. SarĂ importante anche l’esito delle prossime elezioni in Rwanda per verificare un eventuale aggiustamento nella postura del Governo verso questo conflitto.
Infine, le risorse naturali del Nord Kivu, in particolare minerali preziosi, legname e cacao, sono un ulteriore fattore di complicazione. La competizione per il controllo di queste risorse alimenta il conflitto, rendendo difficile sia implementare misure di controllo delle stesse per prevenire il finanziamento dei gruppi armati, che definirne uno sfruttamento condiviso.
Pietro Costanzo
“MS Kalashnikov | Female fighters in Congolese rebel groups.” by Matchbox Media Collective is licensed under CC BY-NC-SA