In un arcipelago dove il 95% della popolazione è cristiana, c’è una minoranza musulmana che da quarant’anni lotta per l’indipendenza. Alcuni di essi sono disposti a scendere a compromessi con il Governo di Manila, mentre altri aspirano invece a formare una succursale dello Stato Islamico nel Sud-est asiatico. In un quadro già di per sé complesso, le elezioni presidenziali in programma a maggio costituiscono una tappa fondamentale per la stabilità delle Filippine, nel bene o nel male


