In 3 sorsi – A sei mesi dalla nomina come Primo Ministro del conservatore Kyriakos Mītsotakīs, in che condizione si trova il Paese?
1. TROIKA ADDIO
L’8 gennaio di quest’anno, a margine di una riunione con il nuovo Direttore Generale Kristalina Georgieva, il premier greco e leader del partito Nea Dimokratia (Nuova Democrazia) Kyriakos Mītsotakīs ha annunciato l’imminente chiusura dell’ufficio del Fondo Monetario Internazionale (FMI) di Atene.
Il FMI, assieme alla Commissione Europea e alla Banca Centrale Europea, rappresentano la “famosa” Troika protagonista dei piani di salvataggio della Grecia durante gli anni di crisi.
L’uscita da questo “commissariamento” non significa che la Grecia sia al riparo da un’eventuale nuova crisi, ma sicuramente gli attuali dati economici testimoniano un Paese in maggiore salute rispetto a dieci anni fa.
Nel 2019, infatti, il Pil è cresciuto del 2,1% e, per il 2020, la Commissione Europea e l’OCSE prevedono un +2,2% di crescita.
Ovviamente il nuovo esecutivo avrà ancora molto da fare per migliorare il Paese. Infatti, seppur diminuita rispetto agli anni della crisi, la disoccupazione generale resta al 17%, quella giovanile al 32 % e il rapporto debito pubblico/Pil è il più alto di tutto il Continente. Inoltre il 31% dei cittadini greci è a rischio povertà e esclusione sociale.
Fig. 1 – Scambio di consegne tra Alexis Tsipras (a sinistra) e Kyriakos Mītsotakīs (a destra)
2. LE PRIME MISURE DEL GOVERNO
L’obiettivo dell’esecutivo conservatore è quello di rendere il Paese più attraente per gli investimenti esteri puntando su una crescita sostenibile e inclusiva. A fine 2019 è stato presentato un nuovo pacchetto di misure fiscali che mira a tagliare l’aliquota sulle imprese dal 28 al 24% e a diminuire la tassa sui dividendi dal 10 al 5%.
Per cercare di attrarre capitali esteri in Grecia, Mītsotakīs punta forte sulle relazioni con USA e Cina.
Nell’ultima visita alla Casa Bianca, avvenuta a inizio anno, il premier greco ha ribadito la fedeltà di Atene agli USA e alla NATO
Ma il principale interesse di Mītsotakīs è verso la Cina. A novembre 2019, infatti, sono stati siglati importanti protocolli in ambito bancario, commerciale ed energetico tra i due Paesi che contribuiranno a dare a Pechino un accesso privilegiato nei settori energetici e infrastrutturali della Grecia.
In materia di immigrazione, rispetto al precedente Governo di Alexis Tsipras l’esecutivo conservatore è meno flessibile. Secondo il nuovo Governo è opportuno limitare l’immigrazione della Turchia, riformare il Trattato di Dublino e rivedere Frontex per rendere le frontiere europee più forti e sicure.
Il tema migratorio, così come in Italia e Spagna, in Grecia è molto sentito dalla popolazione. Secondo gli analisti una parte dell’elettorato del partito di estrema destra Alba Dorata che, alle elezioni di luglio non è riuscito a entrare in Parlamento, si riconoscerebbe nell’azione politica di Nuova Democrazia su due tematiche: sul contenzioso con la Macedonia e proprio sull’approccio sull’immigrazione.
Fig. 2 – Il nuovo Commissario Greco, il conservatore Margaritas Schinas
3. QUALE RUOLO IN EUROPA?
Dopo anni in cui il Paese è stato considerato il grande malato del Vecchio Continente, la Grecia ha voglia di tornare a recitare un ruolo importante in Europa.
La nuova Commissione Europea a guida von der Leyen, entrata in carica a dicembre, annovera tra le sue fila il greco Margaritas Schinas come vicepresidente e Commissario alla Promozione dello stile di vita europeo con competenze in materia di migrazione, sicurezza e istruzione.
La scelta di nominare un politico greco in un settore strategico come quello migratorio vuole rappresentare, da parte delle Istituzioni europee, un atto di fiducia per cercare di riportare Atene protagonista della vita politica comunitaria.
Il Governo Mītsotakīs è uno dei pochi Governi europei ad aver vinto le elezioni non usando una logica anti europeista. A differenza del suo predecessore Tsipras, Mītsotakīs non ha mai messo in dubbio l’appartenenza del suo Paese all’Unione Europea e all’euro.
Mītsotakīs inoltre è apprezzato dalle principali cancelliere europee, Merkel in primis. Manfred Weber, inoltre, aveva scelto proprio Atene per lanciare la sua campagna elettorale per la presidenza del Partito Popolare Europeo (PPE).
Dopo anni di austerità e sacrifici i greci hanno voglia di ritornare alla normalità. La politica di Tsipras, apparentemente anti-sistema, ma improntata in realtà a una pesantissima austerità fiscale, non è stata apprezzata dai cittadini greci che hanno scelto un cambio totale di leadership.
Il Governo Mītsotakīs non avrà sicuramente un compito facile viste le condizioni in cui ha ereditato la nazione. Se è vero che i conti sono in regola è altrettanto vero che il Paese reale è stato profondamente segnato da anni di tasse, tagli a pensioni e servizi.
Partire dal dialogo e dalla cooperazione con i partner europei, oltre a un’azione di governo coraggiosa e intelligente, dovrà essere la strada da seguire per riportare la Grecia una situazione di maggiore sicurezza economica.
Luca Rosati