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Le ambizioni marittime cinesi

In 3 sorsi MSLa Cina è animata da un’espansione economica imponente; da Stato dalla mentalità eminentemente continentale scopre la necessità di passare da un concetto di brown navy, votato alla difesa costiera, ad una dimensione blue, proiettata sugli Oceani

1. ESPERIMENTI DI EGEMONIA

Che la Cina stesse manifestando le sue aspirazioni egemoniche sia a livello regionale che globale era aspetto già noto, che stesse fondando le sue aspirazioni su una Marina decisamente più moderna forse un po’ meno. L’espansione economica Cinese ha portato a due conseguenze geopolitiche da tenere in considerazione: l’accrescimento e l’innovazione tecnologica della flotta, ed il tentativo di realizzare una rete infrastrutturale terrestre in grado di unire, dall’Atlantico al Pacifico, l’Eurasia. Le due direttrici d’azione riguardano sia la Nuova Via della Seta, di carattere continentale e terrestre, che punta a sviluppare installazioni capaci di garantire il flusso strategico commerciale, sia un “navalismo” che, dal 2012, ha individuato nelle vie marittime il mezzo per poter salvaguardare interessi e sicurezza. Gli inediti sviluppi economico-finanziari hanno dunque portato ad un cambiamento di strategia, passando dai principi di Sir Julian Corbett,  che sosteneva la necessità, per una potenza non in grado di detenere il controllo del mare, di assumere un atteggiamento difensivo grazie ad una fleet in being e ad approcci di sea denial, ad una  riscoperta delle tesi dell’Ammiraglio Mahan, tese a determinare l’importanza di conservare una supremazia sulle rotte marittime in grado di soffocare i traffici mercantili delle potenze antagoniste. In aderenza al dettato di Mahan la Cina si è dotata, secondo la Strategia del Filo di Perle, di un complesso di strutture portuali ed aeroportuali capaci di costituire basi avanzate in grado di supportare le proprie forze aeronavali, che sta cominciando a lambire le acque dell’Alaska. La proiezione delle due direttrici, tra Heartland ed Oceani, sia pure ancora in fieri, è evidente e da non sottovalutare.

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2. UNA MARINA IN EVOLUZIONE

La Marina Cinese, proiettata da una dimensione green (acque territoriali) ad una blue (alto mare), deve operare in un contesto caratterizzato sia dal potere marittimo statunitense, che ha spostato sul Pacifico il suo baricentro. In particolare, la sua connotazione geografica che vede la presenza di Taiwan quale supporto avanzato per gli Stati Uniti e tre catene di isole che hanno portato sia a teorizzare una presenza militare graduale sia la predisposizione di linee difensive sostenute da un significativo dispositivo aeronavale di superficie e subacqueo. Per poter sostenere la propria politica di potenza, tesa a contenere la supremazia americana, a difendere le rotte commerciali strategiche ed a continuare a rivendicare gli arcipelaghi del Mar Cinese Meridionale ed Orientale, la Cina ha intrapreso una politica di ammodernamento e potenziamento della flotta d’altura. La Shandong è la seconda portaerei d’attacco in forza alla Marina ed, a differenza della Liaoning (della stessa classe della portaerei russa Kuznetsov) impostata ed allestita in Ucraina, è stata realizzata interamente in Cina e costituisce a tutti gli effetti una piattaforma da battaglia. La Liaoning è la capoclasse degli allestimenti Type 001A, e verrà affiancata da altre 3 unità portaeromobili, cosa che entro il 2030 permetterà alla Cina di schierare 5 portaerei. Per poter disporre di personale abilitato, la Marina sta incrementando il numero dei piloti da caccia (400 circa) che, quale novità assoluta, non attinge più dall’Aeronautica ma forma all’interno dei propri ranghi.
La flotta verrà  potenziata grazie all’entrata in linea di 4 incrociatori Type 055 classe Renhai con un dislocamento di 10.000/13.000 tonnellate, unità molto simili ai Ticonderoga americani ed agli Slava russi e con un futuro sistema propulsivo nucleare e sistemi elettrici integrati IEPS. Dato il numero previsto di portaerei, è lecito pensare alla costituzione di Carrier Battle Group secondo il modello statunitense. L’armamento potente e differenziato permetterà loro di operare sia come scorta di grande unità sia come elemento di deterrenza in gruppi navali di più ridotta consistenza. La Marina ha potenziato anche la componente “Fregate” lanciamissili con l’allestimento delle unità Type 054A Classe Jiangkai II da 3.500 t. e con le Corvette Type 056 e 056A, simili alle corvette Jiangdao. Anche la componente subacquea ha conosciuto un significativo sviluppo, specie con i nuovi battelli Type 094A a propulsione nucleare ed in grado di lanciare missili balistici a lunga gittata e con i battelli d’attacco Type 093 Classe Shang intercettati dalla Marina Giapponese mentre effettuavano campionamenti in acque nipponiche. Armamenti, innovazioni tecnologiche relative alla parte “scoperta ed acquisizione”, possibile propulsione nucleare e, non da ultimo, maggiore vivibilità per gli equipaggi, sono l’ulteriore prova della rinnovata volitività della politica navale cinese.

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3. POSSIBILE FUTURO

Gli USA, anche dopo i gravi incidenti navali avvenuti nel 2017, comunque non tralasciano i loro interessi, e si propongono con le portaerei d’attacco della Classe Gerald Ford, riconosciuta anche dal “China Daily” nettamente superiore agli allestimenti cinesi, e con i Caccia Zumwalt. Tuttavia il ramo marittimo della Belt and Road Initiative impone alla Cina di garantire sicurezza e stabilità, ed il Segretario Xi Jinping  ha tenuto a rimarcare come la Marina “rivesta un’importanza strategica e sia un fulcro per costruire un grande potere marittimo”, unitamente alla “innovazione, che è la chiave migliore per trasformare la Marina”. L’espansione economica spinge l’evoluzione della Marina, diventata Forza di elite; se è vero che la Cina è riuscita ad introdursi commercialmente nel Mediterraneo, cosa che non rende così peregrina l’ipotesi di vedere in un prossimo futuro  incrociatori cinesi al largo del Pireo, sarà tuttavia necessario del tempo per creare una forma mentis “navale” da blue navy al momento ancora in fieri.

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Foto di copertina di Per Olof Forsberg Licenza: Attribution License

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