Ristretto – Il 9 dicembre il Cile ha legalizzato i matrimoni tra persone dello stesso sesso. È una svolta storica per il Paese dell’America Latina che compie un altro passo in materia di diritti a pochi giorni di distanza dal ballottaggio per le elezioni presidenziali.
“Questo è un giorno da celebrare, è un giorno storico”, sono le parole pronunciate dal Presidente cileno Sebastian Piñera dopo aver approvato il disegno di legge che legalizza il matrimonio egualitario. Le celebrazioni sono state accolte con favore da molti membri del Parlamento che attendevano questo momento da anni. Il progetto era stato presentato nel 2017 dal Governo di Michelle Bachelet, quando il dibattito in materia di diritti era stato aperto due anni prima, con l’approvazione delle unioni civili. Tuttavia le forti tensioni in Parlamento avevano fatto tramontare l’ipotesi di un ulteriore passo in avanti. L’ondata di proteste scoppiata in Cile nell’ottobre del 2019 ha però aperto nuovi scenari. La forte spinta della comunità LGBTQ+, in particolare del Movimiento de Integración y Liberación Homosexual (Movilh), ha costretto lo stesso Sebastian Piñera a invertire la rotta e accelerare in materia di diritti. I lavori parlamentari si sono intensificati in questi mesi e nell’ultima settimana il disegno di legge è stato approvato grazie a una larga maggioranza composta da membri della sinistra e in parte dalla Democrazia Cristiana. A prendere le distanze, invece, è stato il candidato per le presidenziali Antonio Kast. L’avvocato ultra-conservatore aveva dichiarato in passato la propria ostilità in merito alle unioni omosessuali, ma ha dovuto mantenere una linea sostanzialmente neutrale di fronte alla nuova legge. Per le strade si respira aria di celebrazioni e il vento in vista del ballottaggio sembra essere già cambiato.
Valerio Caccavale
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