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Il Belgio e la diplomazia degli ostaggi iraniana

In 3 sorsi Il Parlamento belga ha approvato un trattato finalizzato allo scambio di prigionieri con l’Iran. Si tratta di un nuovo successo della diplomazia degli ostaggi della Repubblica Islamica.

1. UNA TRADIZIONE DIPLOMATICA

L’imprigionamento di cittadini stranieri come strumento di pressione è una politica rodata in Iran. Nel 1979 l’Iran provocò una grave crisi internazionale quando un gruppo di studenti khomeinisti occupò l’ambasciata statunitense di Teheran e ne prese in ostaggio il personale diplomatico per più di un anno. Erano passati pochi mesi dalla rivoluzione e l’evento ebbe conseguenze disastrose e perduranti sui rapporti tra Iran e USA. Da quel momento il regime iraniano ha continuato a incarcerare stranieri per utilizzarli come merce di scambio nei confronti dei rispettivi Stati d’origine. I cittadini iraniani con doppia nazionalità sono particolarmente colpiti, dal momento che l’Iran non riconosce la doppia cittadinanza. Ad esempio, dopo anni di negoziati, a marzo 2022 l’Iran ha rilasciato Anoush Ashoori e Nazanin Zaghari-Ratcliffe, due cittadini iraniano-britannici, accusati di spionaggio e sedizione. Poco prima il regime aveva ottenuto dal Regno Unito la restituzione di un debito di 400 milioni di sterline risalente agli anni Settanta. Pur negando ufficialmente il collegamento tra le due questioni, molti hanno caratterizzato la restituzione come un riscatto a tutti gli effetti per Ashoori e Zaghari-Ratcliffe.

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Fig.1 – Il Presidente iraniano Ebrahim Raisi durante una conferenza a Tehran, luglio 2022

2. IL TRATTATO BELGIO-IRAN

Il 21 luglio 2022 il Parlamento del Belgio ha ratificato un trattato con l’Iran, firmato dal Governo a marzo, che permetterebbe ai cittadini iraniani condannati da tribunali belga di scontare la pena in Iran, e viceversa. L’obiettivo di Bruxelles pare essere la scarcerazione di un operatore umanitario belga arrestato in Iran a febbraio 2022. Inoltre, in Iran rimane detenuto anche Ahmadreza Djalali, un medico iraniano-svedese e docente della Vrije Universiteit di Bruxelles, arrestato nel 2016 con l’accusa di “corruzione sulla terra” e condannato a morte nel 2017. La contropartita dell’Iran, invece, è il rimpatrio di Assadollah Assadi, un diplomatico iraniano condannato a 20 anni di reclusione in Belgio per aver tentato di organizzare un attentato terroristico contro una protesta di dissidenti iraniani in Francia. L’accordo permetterà ad Assadi di tornare in Iran ed evadere la propria pena. Questa prospettiva ha sollevato forti critiche contro il Governo a livello domestico e internazionale. In risposta alle contestazioni, il ministro della Giustizia ha dichiarato che l’esecutivo ha un “obbligo morale” di intervenire a favore dei prigionieri in Iran, aggiungendo che “ci sono vite umane a rischio”.

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Fig. 2 – Un volantino raffigurante Ahmadreza Djalali, ricercatore iraniano-svedese che lavora per la CRIMEDIM Disaster and Emergency Medicine program alla VUB (Vrije Universiteit Brussel) e arrestato nel 2016 a Tehran

3. LEGITTIMARE LA DIPLOMAZIA DEGLI OSTAGGI: QUALI CONSEGUENZE?

Gli effetti a breve e lungo termine della ratifica del trattato sono svariati. Oltre all’aspetto simbolico della scarcerazione di Assadi vanno valutate le conseguenze effettive in uno Stato dove il ministro dell’Interno è ricercato per reati di terrorismo dall’Interpol, e lo stesso Presidente fu uno dei fautori delle esecuzioni di massa di migliaia di prigionieri politici nel 1988, definite da Amnesty International un crimine contro l’umanità. In chiave più generale si tratta di una vittoria per la diplomazia degli ostaggi dell’Iran, e segna un precedente pericoloso a livello internazionale. Anche rispetto ai negoziati sul nucleare si è discusso di accordi per la liberazione di alcuni cittadini e residenti statunitensi incarcerati in Iran. È evidente che, legittimando i ricatti iraniani, le vite umane a rischio invocate dal ministro belga rischiano di essere ben di più di quelle inquadrate dal trattato.

Allegra Wirmer

Immagine di copertina: Photo by mostafa_meraji is licensed under CC BY-NC-SA

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Perchè è importante

  • L’imprigionamento di cittadini stranieri come strumento di pressione è una politica rodata in Iran.
  • Il 21 luglio 2022 il Parlamento del Belgio ha ratificato un trattato con l’Iran, firmato dal Governo a marzo, che permetterebbe ai cittadini iraniani condannati da tribunali belgi di scontare la pena in Iran, e viceversa.
  • In chiave più generale si tratta di una vittoria per la diplomazia degli ostaggi dell’Iran, e segna un precedente pericoloso a livello internazionale.

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Allegra Wirmer
Allegra Wirmer

Classe 1998, ho studiato diritto europeo e relazioni internazionali vivendo in Italia, Germania, Olanda e Stati Uniti. Attualmente vivo e lavoro a Bruxelles. Mi interesso di Medio Oriente e di politiche di genere. Nel tempo libero mi piace viaggiare, andare al cinema, girare mercatini dell’usato e raccogliere aneddoti inutili da raccontare davanti ad un caffè.

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