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Verso l’offensiva ucraina (4)

Editoriale – Si parla spesso di controffensiva ucraina. Spesso lo si fa in maniera superficiale. Un articolo in quattro parti sulle principali dinamiche da tenere in considerazione e che potrebbero influenzarla.

Come ultima parte riguardo alla possibile prossima offensiva ucraina, parliamo brevemente di logistica, in particolare quella riferita ai rifornimenti.

Il ruolo fondamentale della logistica è stato reso palese anche al grande pubblico dalle enormi difficoltà affrontate dall’esercito russo nei primi mesi. La generale necessità di cibo, munizioni e carburante perché i soldati possano vivere e combattere e i veicoli muoversi è altrettanto comprensibile. Esistono però altri aspetti forse meno banali da ricordare.

Le cinque classi di rifornimento

Quando si parla di rifornimenti, si intendono molti materiali diversi. Il NATO Logistics Handbook (capitolo 1, allegato A) per esempio descrive come i rifornimenti siano divisi in 5 classi principali (negli USA ne usano addirittura dieci…).

  • Classe I: sostanzialmente cibo (ed eventualmente foraggio per animali)
  • Classe II: abiti/uniformi, armi, attrezzi, parti di ricambio, veicoli. Tutto ciò che normalmente è previsto di base per un soldato e l’unità dove è assegnato.
  • Classe III: carburante, lubrificanti & co (di solito definito come “POL”: Petroleum, Oil and Lubricants)
  • Classe IV: materiale extra rispetto al normale: materiali da costruzione, quantità addizionali rispetto al normale definito in Classe II, come veicoli extra…
  • Classe V: munizioni ed esplosivi

Tutti sono importanti e tutti insieme contribuiscono al buon funzionamento della macchina militare. I soldati devono poter mangiare e bere regolarmente, devono avere l’equipaggiamento previsto, i veicoli devono avere la benzina (o altro) per funzionare, le unità devono poter avere materiale extra se serve per rimpiazzare quello che viene perso, danneggiato o è distrutto, o quello necessario a compiere operazioni particolari (sminamenti, costruzioni…). Ovviamente serve avere sufficienti munizioni per combattere.


Se non hai queste cose non sei in grado di operare e combattere a piena efficienza o, nel peggiore dei casi, puoi non essere proprio più in grado di farlo. Tornando alla spesso citata cipolla della sopravvivenza, questo riguarda una sfumatura poco nota dell’ultimo punto.

Non essere ucciso

Se essere uccisi è un concetto “autoesplicativo”, va ricordato però che si definisce come “mission kill anche il rendere l’avversario non più in grado di eseguire la sua missione (perché non più in grado di muoversi o combattere). Si tratta comunque di un risultato analogo.


Perdere la capacità di combattere rende un’unità inefficace, e quindi inutile o quasi. Avere i veicoli fermi perché senza carburante li rende solo grossi bersagli e magari costringe ad abbandonarli. Le unità possono combattere per un po’ anche con pochi rifornimenti, ma a seconda del tipo mancante la loro capacità di farlo a lungo è tutta da verificare – e potrebbe anche risultare nulla. Fuga, ritirata (se possibile) o resa sono spesso le opzioni di chi si difende. Lo stop all’attacco è quella di chi attacca.
A poco aiuta avere sufficienti rifornimenti e scorte se queste rimangono in magazzino o in deposito e non vengono trasportate là dove serve. La logistica, in termini di rifornimenti, riguarda infatti la capacità non solo di avere tutto questo, ma anche di trasportarlo verso il fronte, e poi distribuirlo alle unità. Il tutto in condizioni di sempre maggiore rischio perché ti avvicini progressivamente al nemico.


Le diverse categorie inoltre spesso richiedono condizioni particolari per essere maneggiate e gestite e magari “competono” tra di loro quando i mezzi di trasporto sono pochi. A cosa dare priorità? Cosa ci si può permettere di razionare e per quanto? In ambito NATO, la standardizzazione e la pallettizzazione aiutano molto (i Russi abbiamo visto che hanno problemi addizionali su questo aspetto).

Le domande chiave

Dando per scontato che, inevitabilmente, i rifornimenti verranno progressivamente consumati dalle truppe, i punti critici quando si effettua un’offensiva dunque sono due:

  • Sono in grado di trasportare efficacemente quantità sufficienti di rifornimenti alle unità che combattono?
  • Sono in grado di farlo anche quando le truppe che attaccano si allontanano progressivamente dalle posizioni di partenza?

Il primo punto riguarda un aspetto che ho descritto più di una volta soprattutto quando parlavamo di Kherson e del cosiddetto “operational tempo” (ritmo delle operazioni). Combattimenti ad alto ritmo e alta intensità provocano un rapidissimo consumo di certi tipi di rifornimenti (in particolare munizioni e carburante). Non basta solo portare rifornimenti in prima linea, serve anche farlo in quantità tale da compensare, per quanto possibile, il ritmo di consumo. Altrimenti le unità si troveranno presto o tardi in carenza.


Il secondo punto riguarda invece il fatto che il treno logistico deve tenere il passo dell’avanzata: le truppe in prima linea generalmente hanno la possibilità di operare senza rifornimenti per qualche tempo, ma non certo a lungo. I veicoli devono continuare ad avere carburante e pezzi di ricambio per piccole manutenzioni al volo, i soldati cibo e munizioni per restare efficienti. Se l’avanzata è troppo veloce (in teoria una cosa buona), il rischio è che i rifornimenti rimangano indietro e le prime linee si trovino poi senza in momenti decisivi. Per questo a volte esistono “piccole pause” per permettere alla logistica di stabilire una catena efficiente. È un bilanciamento difficile, che dipende molto da caso a caso, da terreno a terreno, da situazione a situazione (inclusa la reazione del nemico, che nella guerra contemporanea prende anche un aspetto tridimensionale, data la minaccia aerea).


Per i veicoli, poi, la capacità di riparare i veicoli danneggiati, riportarli indietro verso le officine da campo, smuovere quelli eventualmente impantanati ecc… è un altro elemento logistico importante. Per in soldati serve poter soccorrere velocemente i feriti e trasportarli velocemente agli ospedali da campo per eventuali operazioni d’urgenza, spesso la differenza tra una ferita che rimane tale o che porta alla morte.


Anche il difensore ovviamente ha necessità di assicurare la logistica alle proprie truppe e ha problemi analoghi anche se diversi: la sua logistica non rischia di rimanere indietro, ma l’attacco nemico potrebbe rendere difficile mantenere le linee di rifornimento aperte, e come spiegato tante altre volte spesso si preferisce ritirarsi prima di risultare tagliati fuori. Non a caso, è per questo che entrambe le parti provano a colpire i centri e linee di rifornimento nemici.


Questo è pertanto un altro elemento da tenere presente nell’analisi delle sfide da affrontare quando si effettua un’offensiva: per gli Ucraini non basterà essere ben riforniti all’inizio, o avere sufficienti scorte pronte. Serve anche assicurare che possano continuare ad arrivare dove serve, nelle quantità sufficienti a mantenere alto il ritmo e non rimangano troppo indietro. La storia è piena di casi dove questo è stato un elemento decisivo.

Lorenzo Nannetti

Immagine di copertina: “Logistical convoy” by The U.S. Army is licensed under CC BY 2.0

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Lorenzo Nannetti
Lorenzo Nannetti

Nato a Bologna nel 1979, appassionato di storia militare e wargames fin da bambino, scrivo di Medio Oriente, Migrazioni, NATO, Affari Militari e Sicurezza Energetica per il Caffè Geopolitico, dove sono Senior Analyst e Responsabile Scientifico, cercando di spiegare che non si tratta solo di giocare con i soldatini. E dire che mi interesso pure di risoluzione dei conflitti… Per questo ho collaborato per oltre 6 anni con Wikistrat, network di analisti internazionali impegnato a svolgere simulazioni di geopolitica e relazioni internazionali per governi esteri, nella speranza prima o poi imparino a gestire meglio quello che succede nel mondo. Ora lo faccio anche col Caffè dove, oltre ai miei articoli, curo attività di formazione, conferenze e workshop su questi stessi temi.

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