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I rating ESG per misurare il livello di sostenibilità

In 3 sorsi Nella lotta al cambiamento climatico, il passaggio all’energia rinnovabile si pone come centrale. Ai fini della transizione energetica l’Unione Europea promuove il ricorso ai rating ESG per misurare il livello di sostenibilità degli investimenti.

1. LA DISCIPLINA EUROPEA DELLE ATTIVITA’ DI RATING ESG

Le attività di rating ESG identificano parametri e criteri condivisi per cercare di misurare oggettivamente il livello di sostenibilità di un’attività di investimento e si configurano come funzionali alla transizione energetica, una tappa insopprimibile del percorso verso la sostenibilità climatica e ambientale. L’attività di rating si inserisce in un più ampio quadro normativo comunitario che, relativamente alla sostenibilità, impone obblighi di rendicontazione e trasparenza delle caratteristiche ESG di un prodotto finanziario, in modo da scongiurare situazioni di greenwashing. Lo scorso 5 febbraio il Parlamento e il Consiglio dell’Unione Europea hanno raggiunto un accordo provvisorio in merito alla proposta di regolamento sulle attività di rating ESG, volto a consolidare la fiducia degli investitori nei prodotti sostenibili. Le attività di rating sono competenza di fornitori autorizzate dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA), e devono rispettare i requisiti di trasparenza soprattutto relativamente alla metodologia e alle fondi di informazione.

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Fig. 1 – Roberta Metsola, Presidente del Parlamento europeo

2. I RATING ESG APPLICATI AGLI INVESTIMENTI ENERGETICI

Il settore dell’energia è il principale responsabile del cambiamento climatico: basti pensare che tutt’ora i combustibili fossili rappresentano l’80% della base energetica per i consumi globali. Pertanto, virare da strutture produttive non rinnovabili a strutture produttive rinnovabili è il primo e più importante passo per la lotta al cambiamento climatico, anche per allontanare i Paesi europei dalla dipendenza dei principali esportatori di petrolio e gas naturale, i quali spesso si discostano anche dai principi democratici e del rispetto dei diritti umani tipici dell’UE. La transizione verso l’utilizzo di energia pulita e rinnovabile richiede un enorme dispiegamento di risorse e capitale, e gli investitori che forniscono il proprio capitale, prima di investire in aziende energetiche, hanno la necessità di valutare in maniera obiettiva il grado di apertura e interesse verso il mondo della green energy, attraverso la lettura e l’analisi proprio dei rating ESG. Gli investimenti nel settore dell’energia sono quindi quelli maggiormente interessati dai rating ESG ed è centrale la necessità di identificare criteri chiari e il più possibile oggettivi che permettano una misurazione corretta e trasparente.

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Fig. 2 – Pale eoliche per la produzione di energia a Noordwijk, Paesi Bassi

3. I PRINCIPALI STANDARD DI RENDICONTAZIONE

Vista l’importanza degli investimenti energetici e la misurazione delle loro caratteristiche di sostenibilità, esistono numerosi indici ESG che hanno a che fare con il settore. Tuttavia, il principale punto di riferimento a livello nazionale è costituito dagli standard contabili di sostenibilità elaborati dal Sustainability Accounting Standards Board (SASB), che ha stilato standard per 77 settori, compresi energia e servizi pubblici. Relativamente alle utility nel settore dell’energia – tra cui biocarburanti, gestione forestale, produzione di batterie industriali, tecnologia eolica e solare, e prodotti di legno e carta – gli standard si suddividono in otto categorie, quali emissioni di gas a effetto serra e piano energetico, emissioni nell’aria di sostanze particolarmente inquinanti, gestione delle ceneri da carbone, uso del suolo, trasmissione elettrica, gestione legale, e gestione dell’energia nucleare. Attualmente, il quadro delle attività di rating ESG risulta particolarmente affollato dalla compresenza di una varietà di standard: basti pensare che già nel 2018 si potevano contare più di 600 rating ESG a livello globale. Nell’ottica di maggiore trasparenza i principali standard-setter globali lavorano congiuntamente per definire parametri di rendicontazione comuni, così da permettere una rendicontazione delle performance ESG il più oggettiva possibile. Parallelamente, le normative europee stanno spingendo verso una maggiore comprensione dello strumento, cercando comunque di mantenerne il valore e l’obiettivo originario. Ci si aspetta quindi una progressiva specificazione della materia, innanzitutto con l’approvazione – prossima – del Regolamento europeo che, seppur non rechi una disciplina puntuale, apre le porte all’elaborazione di un regime sempre più preciso.

Anna Maccagni

European Union flag” by YanniKouts is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • Il quadro europeo sulla sostenibilità impone specifici obblighi di trasparenza in relazione alle caratteristiche di sostenibilità dei prodotti e degli investimenti.
  • L’Unione Europea promuove l’utilizzo di strumenti di rating ESG per garantire la trasparenza ed evitare situazioni di greenwashing.

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